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Carlo Calenda Fonte foto: Ansa

Che scuola ha fatto Carlo Calenda: bocciato a 16 anni. Il motivo

Carlo Calenda è un esponente politico italiano: quale scuola ha fatto, quale percorso scolastico ha affrontato e quali sono i ricordi dell'adolescenza

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Carlo Calenda è un dirigente d’azienda e uomo politico italiano, dal 2022 segretario di Azione, partito che ha contribuito a fondare nel 2019. L’ex ministro dello Sviluppo Economico nei governi Renzi e Gentiloni, è figlio di un economista, giornalista e scrittore e della famosa regista Cristina Comenincini. Che scuola ha fatto Carlo Calenda e che ricordi ha della sua infanzia e della sua adolescenza? Proprio quando era un ragazzino è anche diventato padre.

Che titolo di studio ha Carlo Calenda

Carlo Calenda è nato a Roma il 9 aprile del 1973. Carlo Calenda ha frequentato il Liceo Classico Mamiani di Roma, nel quartiere Prati, una scuola che, come sottolineato dal giornalista che lo ha intervistato per il ‘Corriere della Sera’, è stato reso celebre dai primi film di Gabriele Muccino. A tal proposito Carlo Calenda ha raccontato così la sua esperienza: “Divertimento tanto, studio zero”.

Ha anche una laurea in Giurisprudenza, presa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (voto finale: 107/110), dopo la quale ha iniziato a lavorare per società finanziarie prima di approdare alla Ferrari.

La figlia e la bocciatura a 16 anni: il racconto di Calenda

In occasione dell’intervista al ‘Corriere della Sera’, Carlo Calenda ha raccontato anche della paternità, arrivata quando era giovanissimo. Aveva 16 anni quando è nata la figlia Tay: “La mia vita cambiò. Fui pure bocciato, anche se poi recuperai facendo due anni in uno“. La madre era “una donna di dieci anni più grande con cui avevo iniziato una relazione quando lei aveva venticinque anni e io quindici”. Si erano conosciuti nell’ufficio del secondo marito della madre: lei era la segretaria.

Dopo la nascita della bambina si sono lasciati quasi subito: grazie all’aiuto della madre Calenda ha potuto prendersi “cura di Tay senza sottrarmi neanche per un secondo agli obblighi di padre. Ho imparato a maneggiare un biberon e a cambiare un pannolino da adolescente. Pensi che lo zio di Tay, il terzo figlio di mia mamma, è nato dopo di lei”.

Carlo Calenda e i ricordi della sua infanzia

Durante l’intervista, Carlo Calenda ha parlato anche della sua infanzia. Come quando ha recitato ne “L’Ingorgo” del nonno Luigi Comencini, la sua prima prova di attore (mentre l’ultima è quella che lo ha visto protagonista a 11 anni con la madre nello sceneggiato “Cuore” diretto sempre dal nonno materno: era lo scolaro Enrico Bottini).

I suoi ricordi d’infanzia più intensi sono legati proprio ai nonni, come ad esempio al padre di suo papà, ambasciatore: “Nel periodo in cui era il consigliere diplomatico di Sandro Pertini alla presidenza della Repubblica, un giorno mi portò al Quirinale a vedere i Bronzi di Riace, che erano stati esposti là. In questo salone immenso eravamo noi quattro: io, mio nonno e i due Bronzi. A poche decine di metri da noi, impossibile dimenticarlo, Giovanni Spadolini giurava da presidente del Consiglio”.

Era, ovviamente, molto legato anche al nonno materno, Luigi Comencini: “Ha vissuto a lungo, nonostante quarant’anni di convivenza col morbo di Parkinson. Ha lavorato fino all’ultimo, aiutato alla fine da mia zia Francesca, nonostante già sul set di Un ragazzo di Calabria non parlasse quasi più”.