Salta al contenuto
come-aiutare-discalculici

Come aiutare chi ha la discalculia: metodi pratici

Maria Taverna

Maria Taverna

PSICOLOGA CLINICA E DINAMICA

Psicologa clinica e dinamica, esperta nell'uso di tecniche cognitivo-comportamentali e profonda conoscitrice dei processi di comunicazione efficace. La sua esperienza pluridecennale nel campo delle disabilità le ha permesso di sviluppare una predisposizione all'individuazione e al trattamento degli stati di burnout, ansia e difficoltà nelle relazioni. Lo sviluppo ed il potenziamento delle sfere più personali dell'io individuale, attraverso il superamento di stati di blocco o difficoltà emotive, costituisce il nucleo centrale dei suoi trattamenti, che siano individuali, di coppia o di gruppo.

La discalculia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che riguarda la difficoltà nell’acquisizione e nell’automatizzazione delle abilità numeriche e di calcolo. Chi ne è affetto può incontrare ostacoli significativi nella comprensione dei numeri, nella memorizzazione delle tabelline, nelle operazioni matematiche e nella risoluzione di problemi logico-matematici, anche di base.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la discalculia non è legata all’intelligenza generale: studenti e adulti discalculici hanno spesso intelligenza nella norma o anche superiore, ma faticano con concetti astratti legati ai numeri. Per questo motivo, è fondamentale non sottovalutare le difficoltà, né attribuirle a “scarsa attitudine alla matematica”.

Capire la discalculia: il punto di partenza

Comprendere le caratteristiche della discalculia è il primo passo per offrire un aiuto efficace. Chi ha questo disturbo non ha semplicemente bisogno di “più esercizio”, ma di strategie personalizzate che tengano conto delle sue difficoltà cognitive.

Ecco alcune difficoltà tipiche della discalculia:

  • Confusione tra numeri simili (es. 6 e 9, 13 e 31).
  • Lentezza nel calcolo, anche per operazioni semplici.
  • Difficoltà a memorizzare le tabelline e le sequenze numeriche.
  • Problemi nel concetto di quantità, nell’uso dei simboli matematici e nella gestione del denaro o del tempo.
  • Ansia da prestazione quando si tratta di compiti di matematica, anche quotidiani.

Riconoscere questi segnali permette di intervenire con maggiore consapevolezza e delicatezza, evitando etichette dannose come “pigro” o “disattento”.

Creare un ambiente sereno e inclusivo

Per chi ha la discalculia, affrontare la matematica può essere fonte di frustrazione e disagio. È essenziale, quindi, creare un ambiente che trasmetta sicurezza e supporto, in cui l’errore sia visto come parte del processo di apprendimento e non come un fallimento.

Ecco come strutturare un contesto favorevole:

  • Eliminare pressioni e aspettative eccessive, concentrandosi sui progressi individuali.
  • Offrire rinforzi positivi per ogni piccolo traguardo raggiunto.
  • Favorire un clima di fiducia e accoglienza, evitando confronti con i pari.
  • Consentire pause frequenti durante le attività numeriche, per evitare il sovraccarico cognitivo.

Il benessere emotivo è una condizione imprescindibile per un apprendimento efficace.

Utilizzare strumenti compensativi e strategie pratiche

Così come accade per altri DSA, anche nella discalculia gli strumenti compensativi sono fondamentali per permettere allo studente di accedere ai contenuti matematici in modo più funzionale. Non si tratta di facilitazioni, ma di mezzi per raggiungere gli obiettivi con un percorso alternativo.

Tra gli strumenti e strategie più efficaci troviamo:

  • Calcolatrice: utile per alleggerire la fatica esecutiva e concentrarsi sulla logica dei problemi.
  • Tabelle delle operazioni e formulari: supporti visivi per compensare la mancata automatizzazione.
  • Linee dei numeri o regoli: strumenti concreti per visualizzare le quantità.
  • Software didattici e app educative: giochi e attività digitali che rendono la matematica più accessibile e coinvolgente.
  • Uso di colori e simboli visivi: per distinguere i passaggi nei calcoli o comprendere meglio le categorie numeriche.

È importante che questi strumenti vengano utilizzati in modo costante e non solo in fase di verifica, così da sviluppare familiarità e autonomia.

Adattare il metodo di insegnamento

Chi insegna a uno studente con discalculia deve adattare il proprio metodo in base alle esigenze specifiche, puntando sulla concretezza, gradualità e visualizzazione. L’approccio astratto, simbolico e troppo teorico della matematica tradizionale rischia di creare un blocco se non è accompagnato da esempi pratici e multisensoriali.

Alcuni accorgimenti didattici utili sono:

  • Spezzare i concetti in micro-obiettivi: concentrarsi su un passo alla volta.
  • Utilizzare oggetti concreti per rappresentare quantità, somme e sottrazioni.
  • Favorire l’apprendimento visivo e manipolativo, con mappe, grafici e schemi.
  • Verificare la comprensione con domande guidate piuttosto che con esercizi a tempo.
  • Consentire l’uso degli strumenti compensativi anche durante le verifiche, secondo quanto previsto dal PDP.

Un insegnamento inclusivo non significa abbassare il livello, ma trovare modi diversi per raggiungere gli stessi obiettivi.

Gestire l’ansia e rafforzare l’autostima

Molte persone con discalculia sviluppano una forte ansia da prestazione legata alla matematica, spesso alimentata da esperienze negative, bocciature o giudizi svalutanti. Questo stato emotivo può bloccare ulteriormente l’apprendimento e creare un circolo vizioso difficile da spezzare.

Per contrastare questi effetti emotivi, è utile:

  • Valorizzare i successi, anche minimi, e rinforzare la fiducia nelle proprie capacità.
  • Separare il giudizio sulla persona dal giudizio sull’esercizio: un errore non definisce il valore dell’individuo.
  • Favorire attività pratiche e collaborative, dove lo studente possa esprimere i propri talenti.
  • Affiancare un tutor o un insegnante empatico, capace di sostenere lo studente anche sul piano emotivo.

L’obiettivo non è solo migliorare nelle abilità matematiche, ma anche aiutare lo studente a sentirsi capace, efficace e riconosciuto.

Coinvolgere la famiglia e creare una rete di supporto

Per aiutare in modo efficace una persona con discalculia è fondamentale un’azione sinergica tra famiglia, scuola e, se necessario, specialisti. La collaborazione tra tutte le figure di riferimento permette di costruire un percorso coerente e continuo.

Ecco alcune buone pratiche per rafforzare il lavoro di rete:

  • Condividere il Piano Didattico Personalizzato (PDP) e monitorarne l’applicazione concreta.
  • Coinvolgere i genitori non solo nella gestione pratica dei compiti, ma anche nella motivazione e nel sostegno emotivo.
  • Intervenire tempestivamente con valutazioni specialistiche se emergono segnali di difficoltà persistenti.
  • Favorire la comunicazione scuola-famiglia con incontri periodici e aggiornamenti costanti.

Una rete di supporto ben strutturata permette di affrontare la discalculia in modo proattivo, riducendo l’isolamento e prevenendo l’abbandono scolastico o la rinuncia a percorsi di studio più avanzati.

Aiutare chi ha la discalculia significa prima di tutto riconoscerla, comprenderla e accoglierla. Non si tratta solo di fornire strumenti didattici, ma di cambiare prospettiva: vedere la difficoltà come un punto di partenza per costruire percorsi su misura, valorizzare il potenziale e restituire fiducia a chi troppo spesso ha sperimentato solo frustrazione e insuccessi.

Con il giusto supporto, la discalculia non è un ostacolo insormontabile. È possibile apprendere, progredire, persino appassionarsi alla matematica: ciò che fa la differenza è il modo in cui la difficoltà viene accolta e affrontata.