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Ragazza fa i compiti con il computer Fonte foto: iStock

Compiti e IA, il problema "copioni" e l'impreparazione dei prof

Gli studenti usano l'intelligenza artificiale per fare i compiti: per i professori non è facile scoprire gli imbrogli, anche perché non sono preparati

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Gli studenti hanno sempre provato a copiare e a trovare escamotage per lavorare meno a casa e prendere voti migliori a scuola. Con l’avvento delle nuove tecnologie per i ragazzi è più semplice tentare di “imbrogliare” i professori, che spesso non sono sufficientemente formati per scoprirli. Il problema dei “copioni” è ancora più presente con l’intelligenza artificiale, che permette agli studenti di “fare i compiti” senza alcuna fatica, semplicemente chiedendo all’IA di farli al proprio posto. E non sempre è facile stanare gli imbroglioni.

Intelligenza artificiale e compiti copiati

L’intelligenza artificiale ha apportato tanti cambiamenti nelle nostre vite, anche in quelle degli studenti, che non sempre la usano in modo consono. L’AI e i nuovi software che consentono di produrre testi simili a quelli scritti da un essere umano hanno concesso ai ragazzi nuovi sistemi per non perdere tempo e fatica a fare i compiti, semplicemente dando istruzioni per ottenere quello che i professori hanno chiesto.

In realtà il fenomeno non è in crescita, perché, come riportato al ‘Corriere della Sera’, secondo un’indagine eseguita su 200 milioni di paper da un’azienda di software anti-cheating (anti imbroglio), la percentuale di studenti che imbrogliano non è cresciuta. A crescere è stata la diffidenza degli adulti nei confronti dei ragazzi, come sottolineato dal Center for Democracy and Technology.

Come scoprire i compiti scritti con l’AI

Scoprire i compiti fatti dall’intelligenza artificiale non è facile per i professori. Con l’evolversi della tecnologia, è praticamente impossibile capire cosa è stato scritto dagli studenti e cosa dall’AI. Alcune università anglosassoni hanno deciso di utilizzare dei software che potrebbero comprendere se c’è stato qualche aiutino, ma non sempre sono così affidabili come potremmo aspettarci.

Alcuni professori stanno escogitando dei sistemi per assegnare ai propri allievi compiti che l’intelligenza artificiale non è ancora in grado di eseguire come se fosse una persona. Ma si tratta di un sistema che va affinato continuamente, perché sappiamo che l’AI impara in fretta.

Intelligenza artificiale, cosa insegnare agli studenti

Quello che i professori possono fare è formarsi continuamente per comprendere le nuove tecnologie e cercare così di insegnare ai ragazzi gli usi consoni dell’intelligenza artificiale. Il ‘Corriere della sera” ha riportato le parole della presidente di uno dei principali sindacati della scuola americani, Randi Weingarten, in merito alla questione, che tiene banco ormai in tutto il mondo, non solo in Italia: “Gli insegnanti hanno due possibilità: pensare che gli studenti abusino di ChatGPT o provare a mostrare loro come usarlo in modo responsabile”.

La seconda strada sembrerebbe essere quella più utile da seguire, per aiutare i ragazzi a usare al meglio le nuove tecnologie e a non abusarne mai. Ma per fare questo servono professori sempre più formati sulle nuove tecnologie. Se si pensa che oggi dei 60 crediti universitari richiesti per poter intraprendere la professione di insegnante solo 3 sono destinati al mondo digitale, si comprende quanto la strada sia ancora lunga da percorrere.

In Italia è l’Invalsi, l’ente di valutazione delle scuole italiane, a fare esperimenti per capire come introdurre l’intelligenza artificiale a scuola, scoprendo che ci sono molti problemi, come l’attendibilità di quello che l’AI scrive: ChatGPT interrogata ha ammesso di essere stata “allenata su una vasta gamma di testi provenienti da Internet. Tuttavia non ho accesso diretto alle fonti. Pertanto è consigliabile verificare sempre che le informazioni siano corrette e aggiornate”.

L’Invalsi è anche coinvolto in un progetto sperimentale nazionale sull’IA del ministero dell’Istruzione e del Merito per utilizzare un assistente virtuale dell’insegnante, per far esercitare gli studenti in materie scientifiche e lingue e per capire subito eventuali difficoltà. A tal proposito il ministro Valditara ha precisato, come riportato dal ‘Corriere della sera’: “Una cosa è l’IA, ma l’intelligenza umana è un’altra cosa e solo i docenti sanno cogliere la personalità dei loro allievi”.