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"Crocifisso in tutte le scuole": esplode la polemica a Roma Fonte foto: Ansa

"Crocifisso in tutte le scuole": a Roma esplode la polemica

Il VI municipio di Roma chiede di ripristinare il crocifisso nelle scuole ma il Pd insorge e parla di "atto pretestuoso": i motivi della polemica

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

A Roma il VI municipio chiede di ripristinare e diffondere il crocifisso nelle scuole che per il presidente della commissione Scuola Gabriele Manzo è una priorità. In consiglio municipale è stata presentata una risoluzione, cioè un provvedimento della commissione Scuola, con questa richiesta. Nell’atto s’impegna il presidente del VI municipio Nicola Franco, anche lui di Fratelli d’Italia, a “promuovere l’installazione del crocifisso in tutte le scuole del territorio di competenza, di ogni ordine e grado, quale simbolo delle tradizioni culturali italiane e di facilitare la sua esposizione in conformità alle leggi”. L’opposizione non ha gradito la proposta che ritiene un “atto pretestuoso”.

La risoluzione sul crocifisso nelle scuole

Nel testo il consigliere Manzo ha evidenziato come, insieme ai crocifissi, il presidente del municipio e l’assessore alla Scuola devono impegnarsi anche a “sottolineare il carattere culturale e storico del crocifisso, evidenziando che la sua esposizione non rappresenta un’imposizione religiosa, ma un riconoscimento della continuità storica e culturale del Paese, promuovendo al tempo stesso il dialogo interculturale e religioso”.

Nel testo vengono citati il Consiglio di Stato e persino la Corte europea dei diritti dell’uomo per ricordare che “la presenza del crocifisso nelle aule non è discriminatoria”.

La polemica sul crocifisso nelle scuole

Il provvedimento è stato votato da tutta la maggioranza, mentre i consiglieri del Pd e del Movimento 5 Stelle si sono astenuti ed è poi scoppiata la polemica. “I crocifissi nelle scuole non sono e non saranno un’imposizione ma rivendico – ha detto Nicola Franco Fdi del VI Municipio – la decisione di dare questa possibilità, alle scuole che vorranno. In vista del Giubileo dare, nel rispetto dell’autonomia scolastica, a chi vorrà, un crocifisso nuovo da esporre nelle classi. Voglio ricordare che noi siamo gli unici ad aver attivato anche i tavoli interreligiosi. Non c’è nessun tipo ti intenzione di sopraffare le altre religioni”.

Gabriele Manzo, che ha proposto la risoluzione, ha commentato: “Voglio sottolineare con orgoglio che noi della maggioranza continueremo a difendere le tradizioni e i simboli che rappresentano la nostra identità”.

Diverso è il parere di Fabrizio Compagnone, capogruppo Pd in Municipio. “Il principio di autodeterminazione della scuola e degli studenti è chiaro – ha detto – Il solito atto pretestuoso che arriva in un’assemblea che non ha nessuna competenza diretta, quella del Municipio. Le dirigenti scolastiche hanno piena autonomia e responsabilità anche rispetto a quanto posto dall’atto in questione, in sintesi un invasione di campo. Nel merito, siamo un paese laico dove l’art. 8 e 19 della nostra Costituzione sono, precisamente, espliciti”.

La questione del crocifisso nelle scuole

Il dibattito sull’esposizione del crocifisso in aula ha visto negli anni alternarsi opinioni sempre in contrapposizione. Le origini della questione risalgono al 1924, quando fu introdotta la disciplina che prevedeva le norme sull’arredo delle aule scolastiche e di altri ambienti pubblici, norme ancora in vigore in quanto non abrogate. Da questo momento in poi si è iniziato a discutere sulla possibilità o meno di esporre il crocifisso nelle aule scolastiche. I detrattori hanno sempre evidenziato che l’esposizione nelle aule scolastiche contrasti con il principio di laicità professato dallo Stato italiano. Nell’Italia di oggi non solo contrasta con l’assunta laicità, ma anche con fatto che nelle classi italiane sono presenti, molto più che in passato, studenti di varie religioni.

Nel 2009 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’esposizione nelle aule è una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione. Nel 2021 sulla questione si è pronunciata anche la Cassazione ritenendo che l’esposizione del crocifisso non è obbligatoria, ma non può intendersi come discriminatoria. Essa non è imposta, però deve essere decisa in autonomia dalla scuola, con un dialogo che coinvolga le famiglie, in modo tale da poter esporre la propria posizione.