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Meloni all'attacco su crocifisso a scuola e Ramadan: cos'ha detto

Giorgia Meloni riporta l'attenzione sul crocifisso e il Ramadan a scuola durante la kermesse di Fratelli d'Italia a Pescara: cosa ha detto la premier

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Si riaccende il dibattito sul Ramadan a scuola. Questa volta a parlarne è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha tirato in ballo la festività musulmana per rilanciare la battaglia del crocifisso nelle classi e per attaccare coloro che “insegnano l’odio verso la nostra civiltà” nelle scuole e nelle università. Ecco cosa ha detto la premier.

Cosa ha detto Giorgia Meloni sul crocifisso e Ramadan a scuola

Domenica 28 aprile si è svolta a Pescara la kermesse di Fratelli d’Italia dove la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato la sua candidatura alle elezioni europee. È in questa occasione che, durante il suo lungo intervento, la premier ha parlato di Ramadan e crocifissi nelle scuole.

“Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a chi nelle nostre scuole e nelle nostre università insegna l’odio verso la nostra civiltà”, ha detto Meloni. Che ha aggiunto “Non accettiamo lezioni da chi invoca la chiusura delle scuole per il Ramadan mentre chiedeva di togliere il crocifisso dalle scuole”.

Ramadan a scuola: da Pioltello all’annuncio di Valditara

Sono numerose le polemiche sorte in Italia nel 2024 intorno alla questione dello stop alle lezioni per il Ramadan, a partire dal caso più discusso, quello dell’Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano), che ha deciso di chiudere le porte della scuola il 10 aprile in occasione dell’ultimo giorno della festività musulmana. Decisione, questa, che ha ispirato iniziative simili in altre scuole e atenei, e che ha portato anche alla chiusura dell’Università per stranieri di Siena.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha così annunciato una norma, da lui definita “di buon senso”, per vietare alle scuole di fermare le lezioni per festività non riconosciute dallo Stato. Nel frattempo, alcune Regioni hanno già approvato i calendari scolastici 2024/2025. Stando ai primi provvedimenti, i singoli istituti continuano ad avere la possibilità di decidere di tenere le scuole chiuse anche per le feste religiose, Ramadan compreso. La possibilità che la norma in cantiere a firma Valditara entri in conflitto con l’autonomia regionale e delle scuole in tema di calendario scolastico, dunque, è tutt’altro che remota.

Il disegno di legge della Lega per il crocifisso a scuola

Ha fatto molto discutere l’intervista rilasciata dal generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, a ‘La Stampa’. Le sue dichiarazioni sulle “classi con caratteristiche separate” per gli studenti con disabilità ha creato una vera e propria bufera mediatica, portando molti esponenti del centrodestra a prendere le distanze da quanto affermato dal generale. Durante l’intervista, Vannacci ha anche parlato del crocifisso, che lui stesso ha definito “simbolo di cultura” che dovrebbe stare in tutte le scuole.

Quello del crocifisso nelle scuole è un tema molto caro ad una parte del centrodestra italiano, Lega in primis. Il 6 settembre 2023 il partito di Matteo Salvini ha presentato alla Camera un disegno di legge (ddl) per renderlo obbligatorio e “ben visibile” nelle classi, così come nelle università, negli uffici pubblici e negli ospedali. La proposta di legge, a prima firma della deputata leghista Simona Bordonali, definisce il crocifisso “emblema di valore universale della civiltà e della cultura cristiana, riconosciuto quale elemento essenziale e costitutivo, e perciò irrinunciabile, del patrimonio storico e civico-culturale dell’Italia, indipendentemente da una specifica confessione religiosa“.

Per questo, il ddl “disciplina l’esposizione del crocifisso in tutti gli uffici della pubblica amministrazione”, scuole di ogni ordine e grado e università comprese, “al fine di testimoniare, facendone conoscere i simboli, il permanente richiamo del Paese al proprio patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana”. E si aggiunge: “Chiunque rimuove in odio ad esso l’emblema della croce o del crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende è punito con l’ammenda da 500 a 1.000 euro”.

Il disegno di legge è attualmente assegnato alla XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati.