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Religione a scuola Fonte foto: iStock

Quanto costa l'ora di religione a scuola in Italia: la maxi cifra

In Italia l'ora di religione a scuola costa sempre di più (ma calano gli studenti che la fanno): la maxi cifra e il confronto con gli anni precedenti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Quanto costa l’ora di religione a scuola in Italia? La spesa per questo insegnamento aumenta di anno in anno, nonostante diminuiscano gli studenti che la seguono, e sono in arrivo due nuovi concorsi per i docenti di religione, uno per stabilizzare i precari e un altro per reclutarne di nuovi.

L’ora di religione a scuola costa all’Italia 859 milioni

Per garantire l’ora di religione in tutte le scuole italiane, nel 2024 lo Stato ha messo a disposizione 859 milioni di euro, come riportato da ‘La Repubblica’. Una parte di questi fondi è utilizzata per l’insegnamento della materia, un’altra per assicurare attività alternative alla religione agli studenti che non frequentano l’ora di religione.

Come spiegato da ‘La Repubblica’, la spesa raggiunta per questa materia nelle scuole italiane è una delle più alte: ogni anno, infatti, aumenta la cifra destinata dallo Stato all’insegnamento della religione a causa del pensionamento di maestre e maestri delle scuole di infanzia e primarie che, fino a poco tempo fa, potevano insegnare la disciplina grazie semplicemente ad una autorizzazione dei vescovi attraverso un’apposita attestazione. In questo modo, la stessa maestra che insegnava italiano e matematica, per esempio, poteva anche insegnare religione. Oggi non funziona più così, e religione può essere insegnata a scuola solo da docenti in possesso del titolo di studio specifico, oltre all’autorizzazione dell’ordine diocesano.

Sempre meno studenti fanno religione a scuola

Rispetto al 2019, dunque in 5 anni, gli investimenti pubblici per l’insegnamento della religione sono aumentati del 15%. In 10 anni (2014), invece, si è registrato un +30%. Ciò significa che la religione a scuola costa in media allo Stato un 3% in più ogni anno. Nel frattempo, però, gli studenti che decidono di frequentare l’ora di religione diminuiscono costantemente, calando di circa mezzo punto percentuale ogni anno. Come riportato da ‘La Repubblica’, secondo i dati relativi all’anno scolastico 2022/2023 diffusi dall’Ufficio statistica della Cei, la Conferenza episcopale italiana, la quota di alunni delle scuole italiane di ogni ordine e grado che esce dall’aula quando si fa religione sfiora il 16%. Si tratta di un milione e 300mila studenti se si considerano anche quelli delle scuole paritarie.

Insegnanti di religione: concorsi in arrivo

Sono in arrivo i concorsi per l’assunzione di 6.428 insegnanti di religione nelle scuole italiane. Un concorso riguarderà 4.400 docenti precari in possesso di almeno 36 mesi di servizio, oltre ai titoli necessari. Un altro, invece, sarà indirizzato a 2.028 candidati senza servizio all’attivo.

Per la procedura riservata ai precari è tutto definito. Ogni candidato sarà valutato in base ai titoli, agli anni di servizio e attraverso una prova orale didattico-metodologica, che non prevede un punteggio minimo da raggiungere. Sarà così stilata una graduatoria finale, che resterà valida fino all’assunzione dell’ultimo aspirante in lizza.

‘La Repubblica’ ha sottolineato che la procedura sopra descritta riservata agli insegnanti precari di religione è molto diversa rispetto a quella per la stabilizzazione dei docenti di altre materie, in cui ogni candidato, per passare, deve ottenere 70 punti sia alla prova scritta che a quella orale.

Al contrario, non c’è ancora il decreto che definisce le modalità di svolgimento del concorso ordinario, ovvero quello rivolto agli aspiranti insegnanti di religione senza servizio all’attivo. Ma, stando a quanto spiegato da ‘La Repubblica’, la norma arriverà a breve.