Salta al contenuto
Ramadan a scuola, polemica a Milano: le indicazioni agli studenti Fonte foto: Ansa

Ramadan a scuola, polemica a Milano: le indicazioni agli studenti

L'inizio del Ramadan comporta novità nell'organizzazione a scuola anche in Italia e non mancano le polemiche: le indicazioni agli studenti musulmani

Virgilio Scuola

Virgilio Scuola

REDAZIONE

Virgilio Scuola è un progetto di Italiaonline nato a settembre 2023, che ha l’obiettivo di supportare nell’apprendimento gli studenti di ogni ordine e grado scolastico: un hub dedicato non solo giovani studenti, ma anche genitori e insegnanti con più di 1.500 lezioni ed esercizi online, video di approfondimento e infografiche. Ogni lezione è pensata e realizzata da docenti esperti della propria materia che trattano tutti gli argomenti affrontati dagli studenti durante il percorso scolastico, anche quelli più ostici, con un linguaggio semplice e immediato e l'ausilio di contenuti multimediali a supporto della spiegazione testuale.

È iniziato l’11 marzo il mese del Ramadan. In Italia sono numerose le famiglie musulmane con bambini in età scolare. Di queste, secondo le stime della Fondazione ISMU ETS, più di un quarto ha origini marocchine, per un totale di più di 400mila persone residenti in Italia.

Spesso, però, le esigenze dettate dall’organizzazione scolastica non si conciliano con il digiuno richiesto dal Ramadan. Sempre più frequentemente, anche i bambini (dagli 8 ai 10 anni) vengono coinvolti nel Ramadan e questo suscita non poche difficoltà a scuola e in particolare nelle mense degli istituti. In tale scenario ci sono numerosi casi, soprattutto nel Nord Italia (dove c’è una più alta concentrazione di musulmani), nei quali gli alunni credenti si ritrovano a dover guardare gli altri compagni di scuola mangiare mentre loro digiunano, scatenando polemiche e dissapori.

Cosa dice la legge italiana e quali potrebbero essere alcune possibili soluzioni per gli studenti musulmani nell’affrontare il Ramadan?

Ramadan a scuola: le date e la normativa italiana

L’11 marzo 2024 è iniziato il Ramadan, che durerà un mese, fino al 10 aprile. In questo periodo di tempo, che ha ricorrenza annuale, gli adulti musulmani si dedicano alla preghiera e al digiuno dall’alba al tramonto. Tutti gli adulti sono coinvolti in questo precetto religioso, dalle donne agli uomini, dai ragazzi alle ragazze e sempre più spesso anche i bambini a partire dagli 8 anni.

Cosa dice la normativa italiana a proposito del Ramadan negli istituti scolastici? La scuola, nell’esercizio della propria autonomia, come sancito dalla Costituzione e da diverse norme (alcune delle più importanti sono racchiuse nel Documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2013) è tenuta a prendere in considerazione le misure più idonee da adottare per garantire il corretto equilibrio tra il rispetto della libertà religiosa e la tutela della salute dei propri studenti e lavoratori. In definitiva, anche durante il Ramadan, deve riuscire a garantire l’equilibrio tra il diritto alla salute e le scelte religiose della famiglia.

La polemica a Milano sul Ramadan a scuola

Recentemente, ha suscitato non poche polemiche la decisione di una scuola milanese di concedere due sole opzioni ai genitori dei bambini coinvolti nel Ramadan: lasciare in mensa i bimbi, nonostante siano a digiuno, oppure farli uscire da scuola, farli tornare a casa e poi farli rientrare con la ripresa delle lezioni pomeridiane. Una scelta che lascia poco spazio alla conciliazione tra vita scolastica e vita religiosa musulmana, nonostante l’istituto abbia giustificato la decisione con la scarsità di personale dedito alla vigilanza degli alunni.

Le polemiche sorte con la decisione di questa scuola parlano infatti di “tortura” per quegli studenti costretti a restare all’interno della mensa e a sedersi vicino a compagni che stanno pranzando davanti ai loro occhi.

Ramadan a scuola: il caso virtuoso e altre possibili soluzioni

Come affrontare allora il mese del Ramadan a scuola garantendo le libertà sancite dalla nostra Costituzione, senza costringere i bambini a guardare i propri compagni mangiare in mensa?

Un esempio di possibile soluzione arriva dall’Istituto Marco Polo di Firenze, che dal 2023 ha preso una decisione alquanto lodevole: è stata messa a disposizione degli alunni musulmani un’aula per la preghiera durante il periodo del Ramadan. Creare uno spazio alternativo in cui i bambini possono pregare può essere una buona idea per conciliare le esigenze scolastiche e la libertà religiosa.

Altra possibile alternativa potrebbe consistere in menu differenziati, concedendo alternative, all’interno della mensa, agli studenti a digiuno. Per coloro che frequentano le scuole serali, inoltre, la didattica digitale integrata (DAD) può essere una soluzione per unire lo studio alle esigenze dettate dal Ramadan.

Anche all’interno delle comunità musulmane si stanno iniziando a prendere in considerazione alcune eccezioni al digiuno per i più giovani, come nei casi in cui debbano sostenere interrogazioni o esami, oppure debbano partecipare a competizioni sportive.