Scuole chiuse per feste religiose: è scontro Valditara-Regioni
Autonomia regionale sul calendario scolastico: ok delle Regioni alle scuole chiuse per feste religiose nonostante la norma del ministro Valditara
Il ministro Valditara ha annunciato una norma per evitare la sospensione delle lezioni per festività non riconosciute dallo Stato. Nel frattempo, alcune Regioni hanno già approvato i calendari scolastici 2024/2025. Stando ai primi provvedimenti, i singoli istituti continuano ad avere la possibilità di decidere di tenere le scuole chiuse anche per le feste religiose, Ramadan compreso. La possibilità che la norma in cantiere a firma Valditara entri in conflitto con l’autonomia regionale e delle scuole in tema di calendario scolastico, dunque, è tutt’altro che remota.
- Il calendario scolastico 2024/2025 delle Regioni
- Calendario scolastico: il ruolo dello Stato, delle Regioni e delle scuole
- Le reazioni alla norma di Valditara sulle scuole e le feste religiose
Il calendario scolastico 2024/2025 delle Regioni
La primavera è il periodo dell’anno in cui le Regioni stabiliscono il calendario scolastico. Alcune giunte regionali hanno già approvato i calendari per l’anno scolastico 2024-2025, lasciando salva la possibilità per i singoli istituti di decidere autonomamente la sospensione delle lezioni per un massimo di giorni stabiliti da ogni singola Regione (generalmente 3). Perciò, stando alle normative regionali, ogni scuola può scegliere di restare chiusa anche in occasione di festività non riconosciute dallo Stato, compreso il Ramadan.
In Sicilia, per esempio, il calendario scolastico di 206/207 giorni di attività didattica potrà essere derogato, senza obbligo di recupero, per 3 motivi:
- eventi eccezionali o esigenze inderogabili degli enti locali;
- in occasione delle tornate elettorali per le scuole sede di seggio;
- per “celebrare particolari ricorrenze civili o religiose, anche a carattere locale”.
Questo significa che le singole scuole siciliane potrebbero scegliere di restare chiuse anche per l’ultimo giorno di Ramadan, come deciso quest’anno dall’Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano). Decisione che ha scatenato una vera e propria bufera mediatica, oltre ad aver ispirato la norma annunciata da Valditara.
Calendario scolastico: il ruolo dello Stato, delle Regioni e delle scuole
L’articolo 117 della Costituzione riconosce l’autonomia delle istituzioni scolastiche, mentre il decreto 112/1998 stabilisce che, “ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione sono delegate alle Regioni le seguenti funzioni amministrative” tra le quali, alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 138 riporta “la determinazione del calendario scolastico”.
Infine, per avere un quadro completo sulla normativa vigente, il decreto del presidente della Repubblica dell’8 marzo 1998 ha affidato alle scuole la competenza di adattare il calendario scolastico alle proprie esigenze. “Gli adattamenti del calendario scolastico – si legge sul D.P.R. 275/1998 – sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell’offerta formativa nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle Regioni”.
Le reazioni alla norma di Valditara sulle scuole e le feste religiose
“La norma annunciata dal ministro Valditara in merito all’impossibilità per le scuole di decidere sui giorni di chiusura rischia di non essere efficace, di avere vita breve e soprattutto rischia di minare l’autonomia scolastica che invece andrebbe aumentata perché rappresenta uno strumento utile per rispondere ai bisogni dei singoli studenti”. Lo hanno detto la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi e l’ex sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, come riportato da ‘La Repubblica’. “L’autonomia scolastica – hanno proseguito gli esponenti di Italia Viva – consente di autogestire fino a 3 giorni di chiusura di ogni scuola. Gli organi collegiali scolastici hanno l’autonomia di decidere anche per motivi organizzativi e didattici”.
Per la segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi, “l’annuncio del ministro Valditara di un provvedimento che impedirà la chiusura di una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato rappresenta l’ennesima misura ad uso e consumo della campagna elettorale”. “Non conosciamo i contenuti di questo provvedimento – ha continuato Fracassi – ma, se il riferimento è al caso di Pioltello, ricordiamo ancora al ministro che la chiusura è stata decisa (e riconfermata dagli organi collegiali) per motivi organizzativi e didattici – l’assenza di un gran numero di studenti – e non per introdurre una nuova festività”.