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Giuseppe Valditara Fonte foto: ANSA

Scuole chiuse per feste non riconosciute: l'annuncio di Valditara

Mai più scuole chiuse per feste non riconosciute dallo Stato, norma in arrivo: annuncio del ministro dell'Istruzione Valditara dopo il caso Pioltello

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La norma per tenere chiuse le scuole in occasione delle feste non riconosciute dallo Stato italiano sarebbe in dirittura d’arrivo: lo ha detto Giuseppe Valditara dal palco della festa per i 40 anni della Lega, che si è tenuta a Varese domenica 14 aprile. L’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito: ecco cosa ha detto.

L’annuncio del ministro Valditara

“Il provvedimento è in dirittura d’arrivo. Non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato“. Questo è quanto ha dichiarato il ministro Giuseppe Valditara a Varese alla festa della Lega, come riportato da ‘Ansa’.

Il 9 aprile Valditara aveva annunciato che il Ministero dell’Istruzione e del Merito era “al lavoro per una norma di buonsenso che regolamenti una situazione che rischia di creare conflittualità e caos”. Adesso è arrivata la conferma di un provvedimento in tal senso che, stando alle parole del reggente del dicastero dell’Istruzione, sarebbe pronta a breve.

La reazione della CGIL

“L’annuncio del ministro Valditara di un provvedimento che impedirà la chiusura di una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato rappresenta l’ennesima misura ad uso e consumo della campagna elettorale”, ha dichiarato la segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi. “Non conosciamo i contenuti di questo provvedimento – ha continuato – ma, se il riferimento è al caso di Pioltello, ricordiamo ancora al ministro che la chiusura è stata decisa (e riconfermata dagli organi collegiali) per motivi organizzativi e didattici – l’assenza di un gran numero di studenti – e non per introdurre una nuova festività”.

“Il punto che ci sembra non sia stato ancora colto è che ogni istituzione scolastica autonoma può decidere durante l’anno scolastico 3 giorni di chiusura aggiuntivi e che queste scelte sono deliberate dagli organi collegiali che rappresentano l’intera comunità educante”, ha spiegato la dirigente sindacale.

“Prima il tetto agli alunni stranieri, poi questo ulteriore intervento sono quanto di meno necessario alle nostre scuole e quanto di più distante dalla loro realtà. Le scuole italiane sono luoghi di inclusione e senza discriminazioni come recita la Costituzione italiana: sarebbe bene che tutti lo ricordassero”, ha concluso Gianna Fracassi.

Scuola e Ramadan: i casi in Italia

La norma annunciata dal ministro Valditara è tesa ad evitare casi come quello della scuola Iqbhal Masih di Pioltello (Milano), il cui Consiglio d’istituto ha scelto di sospendere le lezioni per l’ultimo giorno di Ramadan, il 10 aprile 2024. “A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi, in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in 3 o 4. I bambini di fede islamica sono la maggioranza”, aveva raccontato Alessandro Fanfoni, preside dell’Istituto comprensivo Iqbhal Masih, spiegando il perché della decisione della scuola di fermare le attività didattiche nella giornata del 10 aprile.

Dopo Pioltello, anche l’Università per Stranieri di Siena ha deciso di tenere le porte chiuse per l’ultimo giorno di Ramadan, mentre gli studenti musulmani del Politecnico di Milano hanno avanzato richieste in tal senso pur senza ottenere (per quest’anno) lo stop delle lezioni.

L’altro caso simile che è salito agli onori delle cronache ha riguardato una scuola di Soresina (Cremona), la cui preside aveva inviato una circolare agli insegnanti, denominata “Informazioni sul Ramadan e linee guida per il personale docente”, per chiedere di evitare interrogazioni, verifiche e gite nelle giornate a ridosso delle festività islamiche. La stessa dirigente scolastica, dopo l’intervento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, aveva deciso di ritirare la circolare.