Educazione finanziaria a scuola: l'intervista all'On. Frassinetti
Il rispetto delle donne passa anche per l'educazione finanziaria nelle scuole, entrata finalmente nelle ore di educazione civica: come funziona
La cultura del rispetto verso le donne passa anche dalla scuola e, in particolare, attraverso l’educazione finanziaria. Due mondi apparentemente distinti, questi, ma che in realtà sono profondamente connessi. I concetti di risparmio e indipendenza economica sono fondamentali non solo per tutti i giovani studenti, che saranno gli adulti che affronteranno le sfide economiche e sociali del futuro, ma anche per le donne, ancora oggi troppo dipendenti finanziariamente dagli uomini, con conseguenze negative sul loro livello di libertà.
Un concetto, questo, espresso chiaramente dall’Onorevole Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al ministero dell’Istruzione e del Merito, durante il recente evento di presentazione del film “Il nome di ogni donna” al Pirellone di Milano, nel mese di novembre. L’abbiamo raggiunta per approfondire il tema dell’educazione finanziaria nelle scuole, come strumento di emancipazione femminile e generazionale.
- Donne ed educazione finanziaria nelle scuole: le parole dell’On. Paola Frassinetti
- Educazione finanziaria, cosa sono le linee guida dell'educazione civica
- Educazione civica e finanziaria a scuola: come funziona
Donne ed educazione finanziaria nelle scuole: le parole dell’On. Paola Frassinetti
A spiegare a ‘Virgilio Sapere’ come l’educazione finanziaria, entrata finalmente nelle scuole italiane, sia un utile strumento per l’emancipazione femminile, è il Sottosegretario di Stato al ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti. Di seguito l’intervista.
Quali sono gli obiettivi a cui mira l’educazione finanziaria con protagonisti i giovani?
“Non si tratta di creare esperti in finanza, ma di fornire strumenti utili a tutti per comprendere il valore del denaro, gestire i rischi e partecipare in modo consapevole alle decisioni economiche personali e collettive”.
Ad esempio?
“Le competenze digitali adeguate sono cruciali, poiché sempre più spesso le decisioni finanziarie si basano su informazioni e servizi disponibili online. Anche l’inserimento dell’educazione finanziaria nell’articolo 21 del Ddl Competitività rappresenta un riconoscimento della sua importanza come strumento di emancipazione sociale ed economica. La collaborazione con istituzioni come la Banca d’Italia e la CONSOB sottolinea l’urgenza di promuovere la conoscenza finanziaria”.
Concretamente, come entra l’educazione finanziaria nelle scuole?
“Recentemente, il nostro sistema scolastico ha fatto passi avanti includendo l’educazione finanziaria nelle nuove linee guida dell’educazione civica, per mettere a disposizione dei dirigenti scolastici e dei docenti gli strumenti per inserire nel piano dell’offerta formativa, a partire dal primo ciclo, l’insegnamento dell’educazione finanziaria”.
Anche quella relativa all’ambito assicurativo e previdenziale, giusto?
“Sì, anche con riferimento a quella assicurativa e previdenziale, ponendo attenzione all’importanza della tutela del risparmio e del patrimonio privato”.
Secondo l’ultima ricerca condotta dal Museo del risparmio di Torino, il 18% delle donne che vivono in Italia non ha un conto corrente. Di fatto significa che una su cinque non ha accesso alle risorse economiche in modo indipendente. Cosa ne pensa?
“Esiste una situazione reale in cui la dipendenza economica può sfociare nella sopraffazione. Ritengo che l’educazione finanziaria abbia un ruolo chiave nel prevenire queste situazioni”.
Dalla sopracitata ricerca è inoltre emerso che l’82% delle donne ha sì il conto corrente, ma solo il 67% ne ha uno con accesso autonomo. A cosa di dovrebbe puntare?
“Bisogna dotare le donne delle competenze necessarie per gestire autonomamente il proprio denaro. Questo è un passo decisivo verso la libertà, che riduce la dipendenza da altri e può favorire una maggiore autonomia nella gestione della propria vita”.
Dunque, è corretto dire che la dipendenza economica ha ripercussioni sulla sfera sociale e personale delle donne?
“Sì, l’educazione finanziaria si rivela un potente strumento di prevenzione non solo dei rischi economici, ma anche di situazioni di vulnerabilità sociale e personale”.
Educazione finanziaria, cosa sono le linee guida dell’educazione civica
Le nuove linee guida dell’educazione civica citate dall’On. Paola Frassinetti sono un utile strumento messo a disposizione di dirigenti scolastici e docenti per inserire l’insegnamento dell’educazione finanziaria nel piano dell’offerta formativa.
Si tratta di un documento che ha l’obiettivo di assicurare un’educazione finanziaria che venga trattata in modo uniforme sul territorio nazionale, affrontandone tutti i suoi aspetti in maniera progressivamente più approfondita, partendo fin dal primo ciclo di studi.
Si punta, inoltre, all’insegnamento e all’apprendimento degli argomenti utilizzando metodologie didattiche attive in modo tale da rendere più facile per i giovani interiorizzare e sviluppare competenze preziose per la gestione finanziaria personale.
Le linee guida proposte sono suddivise, per i due cicli di istruzione, nei diversi gradi scolastici (scuola primaria, scuola secondaria di I grado e scuola secondaria di II grado) e, per ciascun grado, sono presi in considerazione i diversi ambiti da affrontare. Di seguito, il dettaglio degli argomenti che vengono approfonditi nelle scuole e le loro sottocategorie:
- Denaro e transazioni: Moneta e prezzi, Pagamenti e acquisti
- Pianificazione e gestione delle finanze: Reddito e pianificazione, Risparmio e investimento, Credito.
- Rischio e rendimento: Consapevolezza e gestione dei rischi.
- Ambiente finanziario: Assicurazione, Previdenza, Strumenti di tutela e autotutela, Intermediari finanziari e regolamentazione, Ambiente e sostenibilità.
Tali ambiti di apprendimento sono a loro volta declinati in diverse competenze, abilità e conoscenze.
Educazione civica e finanziaria a scuola: come funziona
L’educazione finanziaria è entrata per la prima volta tra le discipline dell’educazione civica nell’anno scolastico 2024/2025 grazie alla legge legge n. 21 del 5 marzo 2024 (articolo 25), che riconosce un vero e proprio “diritto al risparmio, all’investimento, all’educazione finanziaria e assicurativa e alla pianificazione previdenziale, con particolare attenzione alle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro e alle nuove forme di economia e di finanza sostenibile”.
In totale, sono 33 le ore annuali previste per tali attività volte a sviluppare conoscenze, abilità e competenze che riguardano anche l’educazione alla cittadinanza, alla salute, al rispetto e al benessere psicofisico. Ma non solo, ci si concentra anche sull’educazione ambientale, stradale e digitale e sul contrasto delle dipendenze.
Con educazione finanziaria si parla, in altre parole, di ciò che l’OCSE definisce Financial Literacy: “La conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari, nonché le competenze, la motivazione e la fiducia per applicare tali conoscenze e comprensione al fine di prendere decisioni efficaci in una serie di contesti finanziari, migliorare il benessere finanziario degli individui e della società e consentire la partecipazione alla vita economica”.
La scuola risulta quindi un ambiente fertile per sviluppare competenze, abilità e conoscenze in ambito finanziario, sia come processo per crescere cittadini informati, attivi, responsabili e consapevoli nel momento delle scelte, sia come strumento di contrasto alle disuguaglianze di genere che sfociano ancora oggi, troppo spesso, in violenza contro le donne.