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Voto Fonte foto: ANSA

Elezioni Europee, ok a voto studenti fuori sede: cosa cambia

Sì all'emendamento che prevede il voto agli studenti fuori sede per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno: cosa cambia e cosa prevede la norma

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

C’è il sì della Commissione Affari costituzionali del Senato all’emendamento al ‘decreto-legge elezioni’ sul voto agli studenti fuori sede per le Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno. Ecco cosa cambia.

Sì all’emendamento sul voto agli studenti fuori sede alle Europee

Giovedì 22 febbraio la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato, all’unanimità, un emendamento di Fratelli d’Italia al cosiddetto ‘dl elezioni‘ per consentire, in via sperimentale, il voto agli studenti fuori sede per le prossime elezioni Europee.

Il ‘dl elezioni’ era stato approvato alla fine di gennaio e, come tutti i decreti-legge, deve essere convertito in legge dal Parlamento – che può modificarlo – entro 60 giorni dall’approvazione.

Il ‘dl elezioni’ sarà approvato da Camera e Senato entro fine marzo. Ma, vista la risposta unanime all’emendamento sul voto agli studenti fuori sede di tutte le forze politiche in commissione, non ci sono ragioni per pensare che la misura sia tolta durante la conversione in aula.

Perciò, con ogni probabilità, queste elezioni europee vedranno una grande novità che riguarda i giovani, “un importante passo in avanti per rafforzare la partecipazione al voto”, come ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sui social network.

Cosa cambia per il voto degli studenti fuori sede

In base all’emendamento votato nella commissione del Senato, gli studenti fuori sede che vorranno potranno votare nel comune in cui studiano facendo richiesta al proprio comune di residenza almeno 35 giorni prima delle elezioni. L’amministrazione avrà 15 giorni per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio, che dovrà fornire al richiedente – entro 5 giorni prima del voto – un’autorizzazione da presentare al seggio.

Gli studenti fuori sede, però, voteranno nel loro comune di domicilio solo se lo stesso fa parte della medesima circoscrizione del comune di residenza. Altrimenti, dovranno votare presso uno degli appositi seggi che verranno allestiti nei capoluoghi di regione. Questo perché, quando la circoscrizione è la stessa, anche i candidati lo sono. Viceversa, se la circoscrizione è differente, i candidati cambiano.

Un esempio? Se una studentessa è di Viterbo ma studia a Siena, potrà votare a Siena. Se invece un ragazzo studia a Siena ma è di Catania, dovrà votare a Firenze.

Per fare un po’ di chiarezza, di seguito riportiamo le cinque circoscrizioni elettorali per le elezioni europee in Italia: nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia), nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna), centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e insulare (Sicilia e Sardegna).

Il voto agli studenti fuori sede riguarda solo le elezioni Europee

Se tutte le forze politiche hanno accolto con positività il voto agli studenti fuori sede, non sono mancate le polemiche. La misura, infatti, era attesa da tempo, ma le modalità previste dall’emendamento hanno ancora dei limiti.

In primo luogo, il voto agli studenti fuori sede riguarda solo le elezioni Europee. Questo significa che uno studente residente a Firenze – comune al voto anche per eleggere il sindaco ed il consiglio comunale – che studia a Roma potrà votare a Roma solo per il Parlamento europeo e non per le elezioni Amministrative del suo comune di residenza.

Tra le altre criticità, l’emendamento permette di votare in un comune diverso da quello di residenza soltanto agli studenti che vivono fuori sede da almeno 3 mesi. E non è previsto nessun via libera per i lavoratori o per chi si trova fuori dal suo comune di residenza per motivi di salute.