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Grembiule a scuola: cosa ne pensano gli insegnanti Fonte foto: Ansa

Grembiule a scuola: sì o no? Cosa ne pensano gli insegnanti

La preside palermitana di una scuola, con un referendum, ha riportato alla ribalta il dibattito sull'obbligo o meno d'indossare il grembiule a scuola

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

È giusto far indossare il grembiule a scuola? Nel corso degli anni la questione è tornata più volte al centro del dibattito sia tra istituti scolastici che all’interno della politica. Recentemente si è tornati a parlare dell’opportunità o meno di far indossare questa “divisa” ai bambini a seguito della proposta di un referendum sul tema di una preside palermitana.

Il referendum sul grembiule della preside palermitana

L’idea del referendum è nata dopo che la preside di una scuola primaria di Palermo, in Sicilia, ha ricevuto una lettera da parte di due quarte elementari in cui si chiedeva di poter smettere di indossare il grembiule perché scomodo. La dirigente scolastica ha ritenuto la proposta e le sue motivazioni legittime ma ha replicato che per cambiare il regolamento della scuola, secondo lei, sarebbe stato opportuno coinvolgere tutti gli alunni e le alunne dell’istituto, circa 400 studenti, visto che i firmatari della lettera erano solo una cinquantina. Da qui è nata la proposta di un referendum con urne e scrutatori, per quello che ha presentato come un modo di “educare i bambini alla democrazia partecipata”.

Cosa dicono gli insegnanti sul grembiule

La vicenda della scuola di Palermo ha dato il via al dibattito sul grembiule anche in altri istituti scolastici. Le opinioni sull’obbligo di far indossare questo indumento agli alunni sono diverse tra fautori e oppositori. Come riporta La Repubblica, il dirigente scolastico Angelo Rossi, dell’istituto comprensivo Alda Merini nella periferia di Milano, ha spiegato che per esempio nella sua scuola “non si usa. Ci sono famiglie che non hanno di che vestirsi, non hanno nulla. Altro che grembiule. Abbiamo problemi enormi, il principale è lo spaesamento dei giovani e soprattutto degli adulti. Proviamo ogni giorno a creare ponti. E nel bilancio tra sconfitte e vittorie siamo pari”.

L’insegnante di una primaria in Toscana, Adriana Gazzelli, ha invece evidenziato che nella sua scuola “si usa per evitare di fare emergere le differenze sociali. Evitare questo sfoggio anche tra i bambini che vestono con jeans e felpa di marca. Ma il grembiule preserva anche gli abiti dai materiali che utilizziamo durante le attività didattiche: plastilina, pongo, colori. Da noi è nero per maschi e femmine e senza fiocco. Lo facciamo togliere per l’ora di motoria – conclude – o quando i bambini escono all’aperto e sentono caldo”.

C’è anche chi propone un abbigliamento alternativo allo scomodo grembiule che rende i movimenti impacciati anche se protegge i vestiti e rende i bimbi tutti uguali. Un’insegnante di Palermo, Anna Giannino, a tal proposito ha suggerito “una tuta, magari di un certo colore come abbiamo fatto in alcune scuole dove ho insegnato”.

La storia del grembiule in Italia

Bisogna ricordare che in Italia non esiste una normativa sulle divise scolastiche. Durante il ventennio fascista la divisa scolastica era imprescindibile per mostrare a tutti il livello di adesione al regime: ogni età ne aveva una diversa. I piccoli maschi (fascisti) dai 4 agli 8 anni erano Figli della lupa, dagli 8 agli 11 erano Balilla e poi Avanguardisti. Le bambine dai 6 agli 8 anni erano Figlie della lupa, per diventare Piccole italiane tra gli 8 e i 14 anni e successivamente Giovani italiane.

Negli anni ’60 e ’70 il grembiule ha continuato a far parte del corredo scolastico ed era nero per i maschi e bianco per le bambine. Il fiocco era quasi sempre azzurro per i bambini e rosa per le bambine. Le discussioni su questo capo d’abbigliamento sono iniziate con le contestazioni studentesche dei primi anni ’70 che hanno portato prima a cambiare colore, blu per i maschi e rosa per le femmine e poi a cadere in disuso.

Attualmente sono per lo più le scuole e le maestre a decidere se farlo indossare o meno agli alunni. Nel 2008 l’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha generato una forte discussione nell’opinione pubblica proponendo l’introduzione dell’obbligo del grembiule. Nel 2019 la questione è tornata di attualità a causa della dichiarazione dell’allora ministro degli Interni, Matteo Salvini: “almeno nelle scuole elementari rimettere il grembiule farebbe bene ai bambini ed eviterebbe simboli di diversità”.

Per superare il problema della distinzione dei colori che crea una netta separazione tra i maschi e le femmine, recentemente l’Istituto comprensivo di Salice Salentino-Guagnano ha adottato un grembiule verde chiaro per tutti i suoi alunni.