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Covid Fonte foto: iStock - ArtistGNDphotography

Inizio della scuola e mascherine anti Covid: appello dei pediatri

Tornare ad utilizzare le mascherine anti Covid durante le visite con l'inizio della scuola: l'appello della Federazione italiana medici pediatri

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ritornare ad indossare le mascherine anti Covid da settembre “in concomitanza con l’inizio della scuola‘: è questo l’appello di Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). Ecco cosa ha detto.

L’appello della Federazione italiana medici pediatri

A partire da settembre, “quando tutte le attività riprenderanno, scuola compresa, sarebbe opportuno ripristinare l’uso della mascherina quando si va dal pediatra. Così come avviene in molti ospedali”. Lo ha detto il presidente di Fimp Antonio D’Avino a ‘Adnkronos’.

D’Avino ha poi aggiunto, rivolgendosi a tutti i medici di base e pediatri: “Sarebbe un segnale importante ricominciare a utilizzare, se si è smesso di farlo, semplici precauzioni e invitare tutti quelli che arrivano nei nostri ambulatori a venire con le mascherine per evitare che proprio in sala d’attesa possano contagiarsi, vista la circolazione sostenuta di Sars-Cov-2”.

L’appello è rivolto soprattutto a genitori, nonni e baby-sitter che possono contrarre o diffondere il virus mentre aspettano il proprio turno dal pediatra: “Sappiamo che i bambini sotto i 6 anni – ha proseguito D’Avino – non possono utilizzare le mascherine utilmente, ma almeno per gli adulti l’utilizzo di queste protezioni permetterebbe di ridurre i contagi”.

Per il pediatra “sarebbe meglio che le utilizzassero sempre nelle sale d’attesa e negli ambulatori”, ma “è fondamentale che lo facciano almeno quando hanno la tosse”.

E ha concluso: “sarebbe fondamentale ripristinare queste misure in concomitanza con l’inizio della scuola“.

In aumento i casi di Covid in Italia

Anche se di Covid si parla sempre meno, i casi sono in aumento in Italia come nel resto del mondo. Vista la diffusione del virus, il 12 agosto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato su X alcune raccomandazioni: “Stai a casa se sei malato; fai il test e contatta il tuo medico per avere assistenza; vaccinati, specialmente se fai parte di un gruppo a rischio; ventila gli ambienti; indossa la mascherina in presenza di altri”.

Ma quanti sono i casi in Italia? Nella prima settimana di agosto, come riportato nel report del ministero della Salute, in Italia sono stati registrati 17.381 nuovi casi di Covid, ossia il 2,2% in più rispetto alla settimana precedente. Ufficiosamente, però, i casi potrebbero essere stati quasi 75mila, come riporta ‘la Repubblica’. “Gli italiani si infettano, però molti non adottano le precauzioni necessarie, e soprattutto non fanno i tamponi”, hanno evidenziato gli esperti.

“La disattenzione facilita il lavoro del virus, anche se le nuove varianti Omicron sono benevole – ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano –. E se ne facilitiamo la diffusione per sottovalutazione, ad esempio si hanno sintomi ma non si fa il test, oppure si è positivi e non si sta a casa, penalizziamo i fragili”.

“Attualmente – ha continuato il virologo – vedo persone anche giovani, parlo di 40enni, alla seconda-terza infezione, che hanno forme pesanti di infezione Covid, forme gastroenteriche intense, e pure sintomi che vedevamo in passato, come la perdita dell’olfatto”.

“Se abbiamo raggiunto il picco dei contagi? Lo potremo dire alla fine, fra 2 settimane. I dati oggettivi delle ospedalizzazioni e dei decessi lo fanno presumere”, ha concluso Fabrizio Pregliasco.