Ansia e suicidi tra giovani dopo il Covid: cosa c'entra la scuola
Uno studio ha mostrato che dopo il Covid sono cresciuti i disturbi di ansia nonché i tentativi di suicidio tra i giovani: ecco cosa c'entra la scuola
Il post Covid ha rappresentato una fonte di ansia per i giovani: lo dimostra l’aumento degli accessi al pronto soccorso negli under 18. In particolare, tra l’1 gennaio 2018 ed il 31 dicembre 2021, sono quasi triplicati gli accessi per disturbi alimentari e tentativi di suicidio. Ecco cosa c’entra la scuola.
Lo studio
Bullismo e stress da scuola sono tra le principali cause dei disturbi psicologici e psichiatrici per chi ha meno di 18 anni. Lo ha rilevato uno studio pubblicato sulla rivista ‘Jama Network Open’ che ha analizzato i dati clinici ospedalieri relativi alle visite al pronto soccorso di bambini e adolescenti (età compresa tra gli 0 ed i 17 anni) avvenute tra l’1 gennaio 2018 ed il 31 dicembre 2021 in 9 ospedali italiani (Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, 2 a Roma, Sassari, Trieste, e Torino).
Durante il periodo di studio, sono state registrate 1.017.885 visite pediatriche nei 9 pronto soccorso: di queste, 13.014 (1,3%) sono state di tipo psichiatrico. L’età media dei pazienti, il 63,2% dei quali femmine, era di 13,8 anni.
Le visite psichiatriche nei pronto soccorso sono aumentate nel post Covid: 2.655 nel 2018 (0,9%); 3.136 nel 2019 (1,0%); 2.563 nel 2020 (1,4%); 4.660 nel 2021 (2,0%). Con l’aumentare delle visite, è cresciuta anche l’incidenza negli under 18 di sesso femminile: 61,4% nel 2018; 58,2% nel 2019; 60,5% nel 2020; 69,1% nel 2021.
Come osservato dai ricercatori, le principali cause per le visite al pronto soccorso psichiatrico sono state:
- agitazione psicomotoria (33,1%);
- ansia (16,1%);
- disturbi alimentari (10,4%);
- ideazione suicidaria (8,8%);
- tentativi di suicidio (8,6%).
Questi ultimi 3 fattori, come si legge nella ricerca, sono aumentati significativamente durante il periodo considerato, con incrementi del 294,8% per i disturbi alimentari, del 297,8% per l’ideazione suicidaria e del 249,1% per i tentativi di suicidio.
I risultati
L’analisi ha rilevato che il rientro a scuola in presenza è associato ad un aumento della percentuale settimanale di visite psichiatriche per le femmine ma non per i maschi, indipendentemente dall’età. Inoltre, tra gli adolescenti è stato osservato che con il rientro in classe è cresciuta la percentuale degli accessi in pronto soccorso per ideazione suicidaria e per tentativi di suicidio.
I risultati dello studio, hanno spiegato i ricercatori, “sono coerenti con un’associazione precedentemente segnalata tra calendario scolastico e visite psichiatriche al pronto soccorso e tra scuola in presenza e ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio nei bambini e negli adolescenti.
“La scuola – hanno proseguito – rappresenta il contesto principale per l’interazione tra pari e l’interfaccia su questioni sociali e di rendimento scolastico. Mentre costituisce un incentivo importante e una risorsa per la socializzazione e l’autorealizzazione, la scuola può anche essere molto stressante per i giovani vulnerabili”.
Il parere del neuropsichiatra
“Le urgenze psichiatriche al pronto soccorso aumentano di numero quando c’è la scuola, indipendentemente da altre attività ricreative e sociali extrascolastiche”, ha spiegato il coordinatore dello studio Benedetto Vitiello, neuropsichiatra infantile e membro della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), come riportato da ‘Il Sole 24 Ore’.
“La cosa interessante – ha proseguito il medico – è che si è visto questo rapporto con l’attività scolastica in presenza: ogni volta che la scuola è stata chiusa, come è accaduto in tutte le chiusure legate alla pandemia, ci sono state meno visite al pronto soccorso per motivi psichiatrici”.
“Si sapeva anche prima che la scuola può rappresentare una fonte di stress per gli adolescenti“, ha sottolineato Vitiello. Ma in questo studio, che studia i dati in corrispondenza dei periodi di chiusura della scuola per il Covid (e quindi non per vacanza), e che tiene conto anche della didattica a distanza, “si vedono gli effetti della scuola in presenza”.
I risultati, ha specificato il neuropsichiatra, “portano l’attenzione su come potremmo rendere la scuola meno stressante per gli adolescenti più fragili e su come li si potrebbe aiutare a gestire questo stress”. E ha aggiunto: “Potrebbe essere non solo la scuola in sé, ma fattori che si verificano durante la scuola, come il bullismo, il confronto tra pari”, ha concluso il dottor Benedetto Vitiello.