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Giovani e social Fonte foto: iStock

Giovani e social network, il nuovo allarme dei neuropsichiatri

I neuropsichiatri lanciano un nuovo allarme su giovani e social network: cosa è stato scoperto da uno studio condotto su oltre 3mila adolescenti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Le luci degli schermi che illuminano i volti nel buio della notte è una scena ormai diventata comune a molti. Scrollare i social prima di dormire, infatti, è un’abitudine che hanno numerosi ragazzi (e non solo). Apparentemente innocua, in realtà sta destando una crescente preoccupazione tra i neuropsichiatri. Riuniti a Cagliari per il quarto Convegno nazionale congiunto di Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia) e Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza), gli esperti hanno lanciato un nuovo allarme su giovani e social network.

L’allarme dei neuropsichiatri su giovani, social e sonno

Dormire poco, andando a letto tardi e restando sui social fino a notte fonda, rallenta lo sviluppo del cervello dei giovani. A lanciare l’allarme sono stati i neuropsichiatri italiani che si sono incontrati a Cagliari il 15 ed il 16 maggio per il convegno congiunto di Sinpf e Sinpia.

Il sonno, hanno sottolineato i neuropsichiatri come riportato da Adnkronos, rappresenta un elemento vitale per una crescita cerebrale sana, soprattutto nelle fasi cruciali dell’infanzia e dell’adolescenza.

Gli esperti hanno citato i risultati di uno studio condotto dalle università di Cambridge (Regno Unito) e Fudan di Shanghai (Cina). La ricerca, che ha coinvolto oltre 3.200 adolescenti, ha rivelato che andare a letto tardi e dormire poco “può avere un impatto sulla crescita del cervello, che si traduce in una connettività cerebrale più debole, in volumi cerebrali più piccoli e in prestazioni cognitive inferiori“.

Gli specialisti sono concordi nell’identificare una “cattiva igiene del sonno” come la radice del problema, spesso innescata da una vera e propria inversione del ritmo sonno-veglia, che può essere legata all’iperconnessione. Molti ragazzi, infatti, trascorrono tempo sui social quando sono a letto, compromettendo la durata e la qualità del loro sonno.

Iperconnessione e sonno: cosa succede al cervello degli adolescenti

“Lo studio ha dimostrato che gli adolescenti che vanno a letto prima e dormono più a lungo sono quelli che ottengono prestazioni cognitive migliori”, ha evidenziato Sara Carucci, professoressa associata di Neuropsichiatria infantile all’Università di Cagliari e direttrice della Clinica di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Asl di Cagliari.

Mentre i ragazzi che rimanevano svegli fino a tardi e dormivano meno, ha proseguito la dottoressa, “presentavano connessioni più deboli tra le aree cerebrali chiave“. Inoltre “avevano anche volumi cerebrali più piccoli“, ha aggiunto, in particolare in aree fondamentali per la memoria, come l’ippocampo. “Tutti elementi che possono spiegare un basso punteggio nei test cognitivi“, ha specificato la neuropsichiatra.

La ricerca ha inoltre rilevato che le differenze cerebrali e cognitive tra coloro con diversi modelli di sonno rimangono costanti nel tempo. “Questo – ha chiarito Carucci – suggerisce che gli effetti dei modelli di sonno sullo sviluppo cerebrale non sono temporanei, ma possono plasmare le traiettorie cognitive durante l’adolescenza”.

Per questo, adottare ritmi di sonno salutari sin dalla prima infanzia “può favorire un più sano sviluppo cerebrale e migliorare le prestazioni cognitive durante l’adolescenza“, ha spiegato la dottoressa.

I consigli degli esperti ai giovani

Il primo “comandamento salva-cervello” arrivato dai neuropsichiatri è “evitare l’uso dello smartphone e del tablet la sera, specialmente quando l’obiettivo è collegarsi sui social media“.

Giovanni Migliarese, psichiatra e direttore della Struttura complessa Salute mentale Lomellina Asst di Pavia, ha sottolineato come “oltre a disturbare il sonno, l’iperconnessione legata all’utilizzo dei social ha un impatto negativo sulla salute mentale“.

Sara Carucci ha ricordato che “una scarsa igiene del sonno e l’iperconnessione spesso si associano ad altri stili di vita negativi quali insufficiente attività fisica, alimentazione scorretta e uso di sostanze, che impattano ulteriormente sullo sviluppo neurobiologico cerebrale e creano le basi per una maggiore predisposizione a sviluppare ansia, depressione e rischio di suicidio”.

E ha concluso: “Più stili di vita negativi sono associati, peggiori sono le conseguenze in età tardo adolescenziale e adulta”.