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Crepet Fonte foto: IPA

Paolo Crepet e i social network, l'allarme: "È bestiale"

"È bestiale": il noto psichiatra Paolo Crepet ha lanciato un nuovo allarme sui social network e sul loro impatto nella società contemporanea

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet è sempre stato molto critico sui social network. Dopo averli definiti “macchine infernali” e “moltiplicatori di violenza incredibili”, lo psichiatra ha lanciato un nuovo allarme. Cos’è “bestiale” secondo l’esperto: ecco cosa ha detto.

L’allarme di Crepet sui social

Paolo Crepet è uno degli esperti intervistati dalla giornalista Roberta Badaloni nello Speciale Tg1 dedicato ai social, intitolato ‘La vita degli altri’, che è andato in onda domenica 20 aprile.

Nei suoi vari interventi durante la puntata, Crepet ha lanciato l’ennesimo allarme sui social: “I social hanno creato una solitudine bestiale – ha detto lo psichiatra -. Noi non siamo mai stati così soli come da quando ci sono i social. I social sono a-social“.

L’esperto ha poi spiegato che esistono due tipi di solitudine: “C’è una solitudine sociale, che è quella dell’artista per esempio. Questa solitudine si vuole, non è una malattia, è una ricerca, un’opportunità. Poi c’è un’altra solitudine, che è il sentirsi soli – ha proseguito -. Puoi sentirti solo al mercato, al supermercato, con 10mila persone. Perché non sei visto, non sei capito, temi di non essere capito, temi che i tuoi problemi non siano capiti”.

Questa seconda solitudine, che a suo avviso è quella che domina nella società contemporanea e nei social, “è molto più difficile da combattere”, ha precisato.

Di cosa hanno bisogno le persone secondo Crepet

Quella di oggi, ha continuato Crepet, “è una società complessa, sempre più frammentata in gusti e aspettative ma con tratti riconoscibili e diffusi”. In questo contesto, le persone hanno bisogno “di orientarsi, di cercare di capire cosa sta accadendo e cosa accadrà, perché sentono tante voci, tanta gente che dice di dire la verità nient’altro che la verità, e sappiamo benissimo che non è così”, ha evidenziato lo psichiatra.

Abbiamo difficoltà ad interpretare il mondo – ha aggiunto – e quindi la gente cerca persone che abbiano l’autenticità, questa è la cosa fondamentale. Si sono stufati di questi pseudo professionisti inventati il lunedì che il mercoledì sono già morti”.

Come spiegato nello Speciale Tg1, a differenza del passato, oggi sui social sono premiati normalità e trasparenza. Prende dunque piede la figura del content creator ‘persona comune’ in cui i suoi follower riescono ad indentificarsi per stile di vita o interessi.

Però, ha sottolineato Crepet, la gente ha bisogno anche (e soprattutto) di eccezionalità. “Questo gusto della normalità, insomma – ha commentato -. Io ho bisogno anche di eccezioni, di straordinari creativi, perché se Colombo fosse stato normale sarebbe rimasto a Genova. E noi invece abbiamo bisogno di Colombo. Certo che quando è tornato è diventato un eroe, però il rischio di essere andato dall’altra parte del mondo se l’era preso”, ha concluso.

Cosa ha detto Crepet sugli haters nei social

Paolo Crepet ha infine dedicato una battuta anche agli odiatori del web. Lo psichiatra ha precisato che non si tratta di un fenomeno nato con Internet: “Da che mondo è mondo, la gente andava a vedere il ghigliottinato a Parigi, considerato uno spettacolo popolare. Erano gli haters“.

E ha continuato: “I grandi avvenimenti della storia sono pieni anche di odiatori, che fondamentalmente sono dei frustrati che sanno di non riuscire ad emergere per nulla se non dicendo male di qualcun altro. La costruzione del nemico è necessaria come variante della propria identità”, ha specificato Crepet.