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Fobia scolare Fonte foto: iStock

Fobia scolare, bambina bocciata a Siena: cos'è e come intervenire

In una scuola media di Siena è stata bocciata una bambina a cui è stata diagnosticata la fobia scolare: cos'è questo disturbo e come intervenire

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

A Siena una bambina a cui è stato diagnosticato il disturbo della ‘fobia scolare‘ è stata bocciata in prima media. Cos’è la fobia scolare e come intervenire? Tutto quello che c’è da sapere.

Bocciata bambina che soffre di fobia scolare

“Ho appreso da due preoccupati genitori che le insidie per i ragazzi a volte provengono anche da dentro la scuola e non solo dal mondo esterno”. È questo l’inizio del racconto che l’ex questore di Siena Pietro Milone ha scritto per ‘La Nazione’ sulla storia di una bambina di 11 anni che soffre di fobia scolare. “Uno dei disturbi – ha precisato Milone – più sottovalutati (dai docenti) che affligge bambini ed adolescenti, i quali provano alti livelli di ansia e di paura ad andare e restare a scuola”.

Visto il suo disturbo, certificato dalla Asl, la scuola ha proposto ai genitori dell’alunna la soluzione dell’istruzione parentale. “Per una bambina che già ha una difficoltà di ambientazione – ha ripreso Milone -, si sceglie la via del massimo rigore, costringendola addirittura a lasciare quei compagni di classe con i quali aveva legato e costruito una solida amicizia“.

Da parte sua, la famiglia si è adeguata alla richiesta e ha provveduto a far seguire la figlia da insegnanti che, recandosi a domicilio, hanno accompagnato la bambina fino al giorno dell’esame per il passaggio alla classe successiva. I professori della scuola, però, l’hanno bocciata.

“La scuola, nel 2024, può ancora pensare di istruire un bambino e aiutarlo a crescere mediante una bocciatura ad 11 anni? Quale è la finalità didattica?”, si è chiesto il questore. “Trovo scorrettissimo – ha proseguito – proporre l’istruzione parentale, che in sostanza significa chiedere alla famiglia di arrangiarsi e togliere il disturbo, mentre la scuola cessa di considerare l’alunno come ‘suo’ e non ha più responsabilità. Troppo comodo”.

Secondo Milone, la scuola “deve proporre strategie alternative e deve attivarsi per aiutare il bambino a superare il problema, essendo responsabile del successo formativo di tutti i suoi allievi“. Anche perché “quell’alunno prima o poi a scuola dovrà tornarci e quella porta dovrà sempre essere aperta”, ha concluso Pietro Milone.

Cos’è la fobia scolare

La fobia scolare è un disturbo in cui il livello di ansia e di paura ad andare e restare a scuola sono tali da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica e causare conseguenze a breve e lungo termine.

“Prima di tutto, possiamo riconoscere la fobia scolastica dagli stati eccessivi di ansia e di angoscia, talvolta di panico, correlati all’esperienza scolastica“, ha spiegato Nellia Arciuolo, psicologa del Centro di apprendimento Anastasis, in un articolo del 2023.

“Gli studenti che ne soffrono – ha proseguito – possono avere reazioni emotive molto intense quando si prospetta e si avvicina il momento di andare a scuola oppure quando sono nel contesto scolastico”. Questi comportamenti “si associano spesso a sintomi psicosomatici” come “mal di testa, mal di pancia, diarrea, vomito e dolori addominali”. E ha precisato: “questa sintomatologia non è da considerarsi un capriccio o una ‘scusa’ per evitare di andare a scuola, ma una vera e propria manifestazione di un disagio emotivo molto intenso”.

E ancora, si parla di fobia scolastica “quando la sintomatologia ansiosa, proprio perché eccessiva e ingestibile per gli studenti, si traduce in comportamenti problematici e disfunzionali, come il ritiro dalle attività scolastiche, il rifiuto di andare a scuola e l’evitamento di qualsiasi stimolo correlato al contesto scolastico”. Come sottolineato dalla psicologa, “inevitabilmente ciò compromette il funzionamento non solo scolastico, ma anche relazionale, emotivo e psicologico degli studenti con fobia scolastica”. Infatti, “più si prolungano le assenze da scuola e più sarà difficile rientrare per il timore di dover recuperare le attività perse, per la paura dei commenti e dei giudizi degli altri, per la difficoltà crescente a gestire gli stati di ansia e per l’abbassamento del senso di autoefficacia e dell’autostima“.

Come intervenire

Come spiegato dalla psicologa Nellia Arciuolo, “tutte le fobie scolastiche sono diverse, per cui è fondamentale trovare le strategie più adatte per ogni situazione”.

In generale, però, è sempre importante tenere a mente alcune indicazioni:

  • “è indispensabile che famiglia, scuola e figure di riferimento nella vita degli studenti con fobia scolastica siano sintonizzati ed in linea nella definizione degli obiettivi e delle strategie di intervento”.
  • spostare l’attenzione dalla prestazione scolastica: “è indispensabile che insegnanti e genitori mettano in secondo piano i voti e la prestazione scolastica”. La priorità “è favorire il reinserimento a scuola e fare in modo che l’esperienza scolastica venga associata ad emozioni positive”;
  • accogliere le emozioni e non minimizzarle;
  • chiedere l’aiuto di un professionista della salute mentale. “Quello che gli studenti con fobia scolastica vivono ha un grande impatto nella loro quotidianità, ma anche nel loro percorso evolutivo e di crescita”, ha concluso la dottoressa Arciuolo. Pertanto, “è fondamentale rivolgersi ad uno psicologo che potrà accompagnarli nella gestione di ansia e angoscia e nella parallela e graduale ripresa delle attività scolastiche“.