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Amicizia Fonte foto: iStock - Frazao Studio Latino

Quanti amici deve avere un adolescente? C'è un numero "perfetto"

Esiste il numero "perfetto" di migliori amici che ogni adolescente dovrebbe avere? Un nuovo studio scientifico dice di sì: cosa è stato scoperto

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REDAZIONE

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Siamo timidi o espansivi, aperti a nuove conoscenze o riservati, abbiamo bisogno di stare spesso in compagnia, oppure non vediamo l’ora di restare soli per riposarci. Come ci ha insegnato Aristotele, “l’uomo è un animale sociale” ed è grazie alle interazioni con gli altri che tutti noi siamo in grado di crescere e svilupparci, modellando il nostro cervello in base agli stimoli esterni.

Una delle fasi più delicate nella crescita di una persona è senza dubbio quella del passaggio dall’infanzia all’adolescenza. È lì che le relazioni sociali giocano un ruolo di rilievo e sono in grado di evitare lo sviluppo di disturbi mentali. Uno studio lo conferma e stabilisce anche il numero “perfetto” di amicizie che fanno bene alla crescita.

È 5 il numero “perfetto” di migliori amici: lo studio

Sono 5 i migliori amici che ogni adolescente dovrebbe avere. A sostenerlo è lo studio condotto in Cina dalla Fudan University e pubblicato sulla rivista eLife. Sono stati 23.500 i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 12 anni coinvolti nella ricerca. Il risultato? In questa fase di transizione, dall’infanzia all’adolescenza, il cervello si sviluppa molto e continua a modificarsi in base agli stimoli esterni e relazionali. I ragazzi, se sono isolati, sono maggiormente soggetti a sviluppare patologie psichiatriche, come forme di depressione e di ansia, oltre ad avere un peggioramento del rendimento scolastico.

In Italia se ne è parlato approfonditamente durante il XVV convegno multidisciplinare di psichiatria e neuropsicofarmacologia “Cervello sociale. Traiettorie evolutive e patologia”, tenutosi a Bormio. Ne è emerso che l’amicizia e le relazioni sociali in genere, in questa fase evolutiva della vita, giocano un ruolo fondamentale per il benessere mentale dei ragazzi.

“Il cervello sociale è una delle nostre principali risorse per vincere le sfide poste dall’ambiente e trova le sue basi nelle capacità relazionali proprie dell’essere umano – ha spiegato Emi Bondi, co-presidente del convegno e della Società Italiana di Psichiatria e direttore del dipartimento di salute mentale all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. Le persone intorno a noi svolgono un ruolo rilevante nel regolare il nostro comportamento emotivo e sociale”.

Ma c’è un’indicazione più precisa sulla quantità di relazioni sociali che fanno bene in adolescenza. I ricercatori, hanno stabilito che il numero “perfetto” di amici più stretti è 5: sono coloro che fanno bene alla salute mentale dei ragazzi e permettono di migliorare il rendimento a scuola, evitando anche il disagio scolastico.

L’importanza delle relazioni sane per gli adolescenti

Non è solo la quantità di amicizie che contribuisce al benessere degli adolescenti, ma anche la qualità delle relazioni. Secondo gli specialisti, infatti, è importante porre attenzione all’isolamento, ma anche alle cattive amicizie e alle influenze negative che arrivano dai social network.

“Oltre all’isolamento sociale, anche l’abuso in età evolutiva così come le dinamiche di violenza domestica, producono ricadute negative sul benessere individuale e societario” ha sostenuto Claudio Mencacci, altro co-presidente del convegno, direttore emerito di Neuroscienza all’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano.

Anche la violenza domestica, quindi, è una minaccia allo sviluppo di patologie anche gravi. Si tratta di elementi “precursori della trasmissione intergenerazionale di modelli comportamentali sfavorevoli – ha proseguito Mencacci -. Tutto questo indica la presenza di una relazione problematica con la salute mentale che aumenta le probabilità delle vittime di sviluppare una serie di patologie psichiatriche, ad esempio ansia, depressione, disturbo da uso di sostanze, disturbo da stress post-traumatico, disturbi di personalità, psicosi, ma anche ideazione suicidaria, autolesionismo e tentativo di suicidio”.