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Intervallo "sorvegliato" in classe: il caso a Pavia Fonte foto: Ansa

Intervallo "sorvegliato" in classe, il caso a Pavia: è polemica

La preside dell'Istituto Volta di Pavia impone l'intervallo in classe “sorvegliato” dai prof, alcuni studenti si rifiutano di entrare a scuola

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Drastico cambio delle regole sull’intervallo all’istituto di istruzione superiore “Alessandro Volta” di Pavia, la dirigente scolastica Paola Bellati ha deciso che, durante la pausa, gli studenti devono rimanere in classe senza più poter uscire nei corridoi e incontrare gli altri ragazzi della scuola. La misura è caduta come una scure sui circa mille alunni iscritti all’istituto e suddivisi fra liceo artistico, corso Cat (costruzioni, ambiente e territorio) per geometri e corsi serali. Ma perché si è arrivati a una tale decisione? L’obiettivo primario sembra essere evitare che i ragazzi fumatori escano nel cortile per concedersi una sigaretta, luogo attualmente interdetto per motivi di sicurezza a causa di lavori per la realizzazione di una nuova palestra.

Cos’è l’intervallo sorvegliato introdotto a Pavia

Nella circolare diffusa dalla dirigente scolastica dell’istituto Volta si legge che “nonostante i solleciti e la massima disponibilità della presidenza nel garantire agli studenti lo svolgimento dell’intervallo in condizioni di sicurezza e visto il continuo mancato rispetto delle disposizioni organizzative, non potendo garantire un’adeguata sorveglianza degli spazi della scuola, gli intervalli dovranno essere svolti in classe, sotto la sorveglianza dei docenti dell’ora in cui ricade l’intervallo”.

In pratica, come riportato da ‘La provincia di Pavia’, nel cortile della scuola sono in corso dei lavori per la realizzazione di una palestra, perciò nell’area transitano spesso i mezzi del cantiere. Per evitare incidenti, è stato vietato ai ragazzi di uscire in quel settore dell’istituto superiore. Alcuni ragazzi però continuano a eludere il divieto per poter uscire fuori a fumare durante la ricreazione. Questo comportamento scorretto di alcuni, ha portato la dirigente Bellati a vietare del tutto la circolazione anche nei corridoi in modo da poter controllare meglio tutti gli studenti.

La reazione degli studenti e la protesta a Pavia

La decisione di imporre l’intervallo sorvegliato non è stata accolta con favore dagli studenti della scuola che puntano il dito contro quella che ritengono un’ingiustizia e hanno organizzato uno sciopero. Per tenere sotto controllo alcuni, secondo i ragazzi, vengono penalizzati tutti quanti. Da qui l’idea di manifestare pubblicamente il proprio dissenso rispetto alla misura adottata dalla dirigenza scolastica rifiutandosi di entrare in classe e scioperando per le prime due ore.

Gli intervalli con il divieto di uscire dall’aula, previsti nella scuola, sono due: fra le 10.45 e le 11 e fra le 14 e le 14.20 quando le lezioni si protraggono anche nel pomeriggio. Gli studenti accusano: “Si parla di sicurezza in una scuola in cui ci sono muri scrostati, aule piene di muffa e di recente è stato persino visto un topo camminare nei corridoi. I ragazzi non hanno scioperato solo per il quarto d’ora d’intervallo, ma anche per altri problemi dell’istituto, ben più gravi”.

A seguito dello sciopero, durato un paio d’ore e con centinaia di studenti rimasti fuori dal cancello sotto la pioggia, la preside ha indetto un’assemblea sul tema e la speranza è quella di riuscire a risolvere il problema in tempi brevi e ritirare quella che viene considerata una punizione. “Se gli incontri con i rappresentanti d’istituto daranno esiti positivi, siamo pronti a tornare indietro“, ha assicurato Paola Bellati aprendo alla possibilità di trovare una soluzione migliore insieme agli studenti.