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Lezione di italiano in classe Fonte foto: iStock

Un'ora di italiano in più a scuola: la decisione a Bologna

Il Liceo Minghetti di Bologna ha deciso di inserire un'ora di lezione di italiano in più nel biennio per recuperare le lacune in lessico e grammatica

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Gli italiani fanno sempre più fatica a comprendere un testo. Di fronte a un testo scritto, quello che rimane e che si capisce è una minima parte. L’allarme è stato lanciato dall’Ocse e per correre ai ripari bisogna iniziare già dalle scuole di ogni ordine e grado ad approfondire la conoscenza della nostra lingua. Al Liceo Minghetti di Bologna alcuni professori hanno pensato di aggiungere un’ora di italiano in più nel biennio, per correre ai ripari sulle carenze e sulle lacune che gli studenti si portano dietro dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado.

Perché al Liceo Minghetti si farà un’ora di italiano in più

Il Liceo Classico Statale Marco Minghetti di Bologna ha annunciato che nel biennio ci sarà un’ora in più di lezione di lingua italiana per tutti i ragazzi. A richiedere questo piccolo cambiamento non sono stati solo i professori di latino e di greco, ma anche quelli delle materie scientifiche, che con più forza hanno chiesto che si corresse ai ripari. Un’ora di italiano alla settimana in più nel biennio, a partire dall’anno scolastico 2025-2026, potrebbe aiutare i ragazzi a comprendere meglio i testi che leggono. Qualunque essi siano. Anche perché la situazione in tal senso è davvero preoccupante nel nostro Paese.

Quali sono le lacune degli studenti in italiano

Come riportato da ‘La Repubblica’, Roberto Gallingani, dirigente scolastico del liceo bolognese e professore di lettere, ha spiegato quali sono le lacune che spesso hanno gli studenti che arrivano nella scuola superiore. “Ci siamo accorti che negli ultimi anni chi esce dalle medie ha molte lacune nella comprensione e nella redazione di un testo, i ragazzi mancano di adeguate competenze grammaticali e di una povertà lessicale che inficia l’andamento in tutte le materie, non solo quelle umanistiche. Paradossalmente faticano quasi di più a comprendere testi di fisica. È stata una proposta dei docenti che sono stato ben felice di accogliere e a cui faremo fronte con risorse interne”.

Il peggioramento, secondo il preside, non è stato improvviso, ma graduale e progressivo negli ultimi 20 anni. La situazione è peggiore per tutti quegli studenti che hanno frequentato le elementari e le medie negli anni della pandemia: per loro “è una sorta di peccato originale”.

I problemi maggiori si hanno nel lessico e nell’ortografia: è importante “riprogettare un po’ tutta l’educazione linguistica nei primi due anni e migliorare le competenze in tutte le discipline. L’obiettivo è migliorare il lessico, i ragazzi conoscono molte meno parole di un tempo, è una delle principali cause della mancanza di comprensione”.

Inoltre, i ragazzi fanno fatica a creare un testo coerente, abituati a scrivere messaggi e post brevi, poco articolati: ma anche “perché di fatto i temi alle medie sono stati aboliti. Ci saranno poi momenti di confronto in itinere per vedere quali sono le buone prassi che aiutano”.

Le lacune riguardano anche l’ortografia e una scarsa conoscenza della grammatica: “Ai miei tempi bastava un ‘un’ con l’apostrofo davanti a un nome maschile per prendere un quattro, oggi non so in quanti si salverebbero tra i nostri studenti. La mia sensazione, ma questa è un’opinione personale, è che le nuove tendenze della didattica abbiano puntato molto sull’analisi del testo, del periodo ma mancano un po’ le basi”.

Comprensione di un testo: l’allarme lanciato dall’Ocse

In un nuovo rapporto sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills), l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha svelato che più di un terzo degli adulti è analfabeta funzionale e l’Italia è ultima tra i Paesi industrializzati: siamo ben lontani dai 260 punti che sono la media ottenuta tra tutti i Paesi. A livello mondiale siamo seguiti solo da Israele, Lituania, Polonia, Portogallo e Cile. Finlandia, Giappone, Olanda, Norvegia e Svezia, invece, sono a decine e decine di punti sopra di noi.

Molte persone non riescono a leggere e a comprendere un testo scritto, ma anche informazioni di tipo numerico. Quasi la metà degli adulti ha anche difficoltà per quello che riguarda la capacità di problem solving. In Italia la situazione è drammatica al Sud, con dati ben al di sotto della media internazionale, mentre al Nord e al Centro Italia i punteggi di competenza sono molto vicini a quelli della media Ocse.