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Valditara Fonte foto: ANSA

Maturità e voto in condotta, gli studenti diffidano Valditara

Il ministro Giuseppe Valditara diffidato dalla Rete degli studenti medi: nel mirino dell'associazione, quanto previsto su voto in condotta e Maturità

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La Rete degli studenti medi del Lazio diffida il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per quanto previsto nell’ordinanza 67 del 31 marzo, che regola lo svolgimento dell’esame di Maturità 2025, sul voto in condotta. Ecco cos’è successo.

Perché la Rete degli studenti diffida Valditara

Vogliamo portare Valditara in tribunale“. È questo il titolo della nota pubblicata dall’associazione studentesca Rete degli studenti medi del Lazio sul proprio sito web e sui social.

“È di un mese fa l’ordinanza firmata dal Ministro Giuseppe Valditara per l’Esame di Stato 2025, un atto che ha suscitato malcontento all’interno della comunità studentesca e sollevato forti critiche verso tale atto – si legge sul comunicato dell’associazione -. Proprio per questo motivo, uno studente della Rete degli Studenti Medi del Lazio ha scelto di inviare una diffida formale al Ministro Giuseppe Valditara, chiedendo l’immediato ritiro dell’Ordinanza”.

La Rete ha specificato che la diffida rappresenta “un primo avvertimento nei confronti del Ministro dell’Istruzione: qualora tale provvedimento dovesse colpire degli studenti, il sindacato studentesco sarà pronto a battersi fin dentro le aule dei tribunali“.

A finire nel mirino dell’associazione studentesca, è soprattutto il comma 1 dell’articolo 11 del provvedimento, in cui si parla di voto in condotta e credito scolastico. La disposizione, che richiama la legge 150/2024 (la cosiddetta riforma del voto in condotta), prevede che “il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale possa essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi”. Tradotto: chi ha meno di 9 in condotta non può prendere il punteggio massimo di credito scolastico, che in quinta superiore è pari a 15, anche se ha voti molto alti in tutte le materie.

“La problematica – hanno concluso dall’associazione studentesca – potrebbe riguardare in modo particolare i tanti coinvolti in autogestioni, occupazioni, manifestazioni che spesso si accompagnano ad un abbassamento del voto in condotta, una scelta che è in forte contrasto con lo statuto delle studentesse e degli studenti, che sancisce come il voto in condotta non possa influire sul profitto scolastico”.

Cosa prevede la legge sul voto in condotta per la Maturità

Ma cosa prevede la legge sul voto in condotta per la Maturità? La legge 150/2024, che trova la sua attuazione nell’ordinanza sull’esame di Stato 2025 firmata dal ministro Valditara il 31 marzo scorso, oltre alla disposizione sul credito scolastico introduce un’altra grande novità.

Chi ha 6 in condotta deve realizzare un “elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale” e discuterlo durante la prova orale. Per quanto riguarda la definizione dell’argomento da trattare, è l’ordinanza del 31 marzo a prevedere che “viene effettuata dal consiglio di classe nel corso dello scrutinio finale”. L’assegnazione dell’elaborato e le indicazioni sui tempi e sulle modalità di consegna, si legge ancora nell’ordinanza, “vengono comunicate al candidato entro il giorno successivo a quello in cui ha avuto luogo lo scrutinio stesso, tramite comunicazione nell’area riservata del registro elettronico, cui accede il singolo studente con le proprie credenziali”.

Chi invece ottiene una valutazione in comportamento insufficiente, ovvero inferiore a 6/10, non è ammesso all’esame di Maturità.