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Medicina Fonte foto: iStock

Medicina, le specializzazioni che fanno guadagnare di più

La carriera medica è sempre più orientata verso le branche più redditizie: quali sono le specializzazioni in Medicina che fanno guadagnare di più

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Diventare chirurgo o salvare vite in pronto soccorso non è più il sogno dei medici di domani. Così come molte altre specializzazioni, superate da quelle che danno la possibilità di svolgere più facilmente l’attività privata e, dunque, guadagnare di più. Ecco quali sono le specializzazioni in Medicina più redditizie.

Molti corsi di specializzazione sono in crisi

Specializzarsi in Chirurgia o in Medicina d’urgenza, ma anche in Anestesia o Farmacologia, non incontrano più l’interesse di numerosi laureati in Medicina che devono scegliere il loro percorso di specializzazione. A dirlo sono i dati dell’Avur, l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, che sottolineano una vera e propria crisi per alcuni corsi, in cui restano numerosi posti vuoti.

Come è già accaduto lo scorso anno, almeno un terzo dei posti – circa 5mila – rischiano di restare vacanti con un spreco di risorse e soprattutto con il rischio di non riuscire a trovare più in ospedale alcune tipologie di medico.

La carenza di medici di cui tato si parla, infatti, non è generalizzata, ma riguarda solo alcune specializzazioni da cui, da alcuni anni, sembrano fuggire i giovani camici bianchi. Esemplificativo è il dato dei posti scoperti: il livello di copertura dei posti di specializzazione totale in Italia è passato dall’89,2% dell’anno accademico 2016/2017 al 64,7% del 2022/2023.

Ma vediamo quali sono le specializzazioni con il tasso di copertura più critico nell’anno accademico 2022/2023. Tra parentesi, riportiamo la differenza rispetto all’anno precedente (2020/2021).

  • Chirurgia generale 38,7% (-36,7%);
  • Chirurgia toracica 34,4% (-28,2%);
  • Chirurgia vascolare 56,3% (-21,9%);
  • Medicina urgenza emergenza 25,1% (-11,5%);
  • Cure primarie 10,1% (-52,7%);
  • Geriatria 50,5% (-30,4%);
  • Medicina interna 58,4 (-20,6%);
  • Nefrologia 43,6% (-33,1%);
  • Anatomia patologica 28,8% (-23,3%);
  • Anestesia e rianimazione 48,1% (-27,6%);
  • Microbiologia e virologia 10,3% (-13,1%);
  • Patologia clinica 14,2% (-13,1%);
  • Radioterapia 10,7% (-26,1%);
  • Farmacologia e tossicologia 8,2% (-29,6%).

“Tra le scuole con le maggiori criticità, spiccano in particolare quelle dell’area chirurgica e dei servizi clinici”, ha avvertito l’Avur nel suo rapporto sulla formazione medica pubblicato a giugno 2024.

E così, ad esempio, su 718 posti disponibili l’anno scorso per Chirurgia generale ne sono stati coperti solo 278 (il 38,7%), oppure delle 898 borse di studio disponibili per la scuola di Emergenza urgenza (quella che forma i medici per i pronto soccorso) ne sono state utilizzate dagli specializzandi solo 225 (il 25,1%). Male anche Anestesia e rianimazione, con solo 753 posti coperti a fronte di 1567 borse di specializzazione (48,1%).

Le specializzazioni gettonate che fanno guadagnare di più

Al contrario, negli ultimi anni alcune scuole di specializzazione in area sanitaria hanno invece mostrato una domanda crescente e tassi di copertura elevati. “Questo – hanno spiegato da Anvur -evidenzia un forte interesse” per queste discipline, “probabilmente dovuto anche alle maggiori prospettive di carriera, sia nel pubblico che nel privato”.

Ma quali sono i corsi di specializzazione più richiesti che coincidono con quelli che, una volta conclusi, fanno guadagnare di più?

Tra questi troviamo:

  • Chirurgia plastica, specializzazione che ha visto un incremento significativo dei posti disponibili, da 60 nel 2018/2019 a 136 nel 2022/2023, con un tasso di copertura costantemente vicino al 100%;
  • Oftalmologia, che negli ultimi anni ha mantenuto un tasso di copertura sopra al 90%, con un 98,1% nel 2022/2023;
  • Dermatologia e Venereologia, specializzazione con un tasso di copertura molto elevato che raggiunge il 99,4% nell’anno accademici 2022/2023 a fronte di un significativo aumento dei posti banditi;
  • Malattie dell’apparato cardiovascolare che, pur aumentando di molto i posti banditi, ha mantenuto un tasso di copertura molto alto, con il 99,2% nell’ultimo anno;
  • Endocrinologia e Malattie del metabolismo, con un tasso di copertura al 96,1%;
  • Ginecologia ed Ostetricia, che ha un tasso di copertura che sfiora il 90%.

Il commento dell’Anvur

“Il quadro che ne scaturisce è davvero allarmante”, hanno dichiarato dall’Anvur.

“Negli ultimi 3 anni accademici – hanno spiegato dall’agenzia -, le uniche scuole indicate come prima preferenza dai candidati in cui la numerosità degli stessi è superiore ai posti a disposizione sono nell’ordine: Dermatologia, Chirurgia plastica, Oftalmologia, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Endocrinologia, Malattie dell’apparato digerente, Neurologia, Pediatria, Medicina dello sport e Medicina legale”

“Il problema va probabilmente affrontato da diverse prospettive – hanno puntualizzato -. Vi è sicuramente un aspetto vocazionale e di orientamento che dovrebbe essere curato in modo più attento durante il corso di studi in Medicina”. C’è poi “un aspetto legato alle condizioni attuali e, soprattutto, alle opportunità future che le diverse specializzazioni offrono ai medici in formazione. Appare in modo evidente che le specialità più richieste sono quelle in cui, a parità di altre condizioni, i turni nei reparti sono meno pesanti e la possibilità di coniugare la vita privata alla formazione e al lavoro sono migliori. In questo gioca un ruolo importante anche la prospettiva lavorativa che viene offerta ai medici in formazione”, hanno specificato dall’Anvur.