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Novità Ddl Valditara: occhio a voto in condotta, niente Maturità?

Polemica sul nuovo ddl Valditara, che introduce varie novità: il voto in condotta influenzerà direttamente l'accesso e la valutazione alla Maturità

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Al Senato è arrivato il ddl Valditara, il disegno di legge voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito riguardante la valutazione del comportamento degli studenti e delle studentesse. Nel ddl il voto in condotta torna ad avere un ruolo molto importante: senza il 7 si rischia la bocciatura, e serve almeno la sufficienza per accedere all’esame di Maturità. Il disegno di legge a firma Valditara è approdato a Palazzo Madama ed è scoppiata la polemica: ecco le novità e tutto quello che c’è da sapere.

Le novità sulla condotta nel ddl Valditara

Il disegno di legge del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara mira a dare molto peso al voto in condotta, introducendo una casistica molto dettagliata. In primo luogo, il voto in condotta numerico torna anche per gli studenti delle scuole medie oltre che per quelli delle superiori.

Al di là dei voti nelle singole materie, senza 7 in condotta gli studenti non verranno promossi automaticamente all’anno successivo:

  • per chi ha 6 sarà necessario presentare agli insegnanti un elaborato di educazione civica, che verrà discusso dallo studente prima dell’inizio dell’anno scolastico. La mancata presentazione o una valutazione insufficiente da parte del consiglio di classe comporteranno la bocciatura dello studente;
  • con il 5 in condotta (o meno), invece, arriva direttamente a giugno la non ammissione all’anno successivo.

Condotta e Maturità: cosa c’è da sapere

Stessa cosa vale per i maturandi: senza 7 in condotta l’ammissione all’esame di Stato è in bilico:

  • con il 6 in comportamento, gli studenti dovranno, in sede di Maturità, presentare un elaborato su “Cittadinanza attiva e solidale”;
  • col 5 (o meno), niente Maturità.

Anche gli studenti di terza media che non hanno almeno la sufficienza in condotta non saranno ammessi all’esame conclusivo.

Le novità su condotta e Maturità del ddl Valditara riguardano anche il credito scolastico, ovvero il punteggio che viene assegnato agli studenti alla fine di ogni anno dell’ultimo triennio di superiori in base alla media dei voti riportata (condotta inclusa) e che va a confluire direttamente nel voto dell’esame di Stato. Come si legge sul ddl: “Il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale può essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi”. Senza 9 o 10 in condotta, dunque, si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico e dunque fino a 3 punti sul voto di Maturità.

Le polemiche sul ddl Valditara

La discussione del ddl Valditara al Senato è stata segnata da numerose polemiche da parte delle opposizioni. “Si vogliono riportare indietro le lancette della storia”, hanno tuonato dal Partito democratico, dal Movimento 5 stelle e da Alleanza Verdi e Sinistra, come riportato da ‘Il Messagero’.

Per le minoranze di centrosinistra, nel Governo manca l’attenzione verso lo sviluppo personale dello studente “che non può avvenire tramite la punizione”. “Ci si illude di risolvere la questione dell’autorevolezza con norme di ordine e disciplina – hanno continuato Pd, M5s e Avs -, ma così si segna in modo profondo e in senso autoritario il mondo della scuola“.

Di tutt’altra opinione la maggioranza. “Chi occupa e devasta la scuola merita 5 in condotta e bocciatura – ha detto in Aula la senatrice di Fratelli d’Italia Giulia Cosenza – e la famiglia deve rispondere dei danni. Paghiamo gli eccessi ideologici del ’68, occorre quindi ridare valore al principio di autorità, altrimenti lo Stato finisce sotto la dittatura degli elementi eversivi”.

Per entrare in vigore, il ddl Valditara dovrà essere approvato sia dal Senato, in cui è in corso la discussione, e successivamente dalla Camera.