
OpenAI ha risolto 10 problemi matematici irrisolti? L'epic fail
OpenAI annuncia che GPT-5 ha trovato la soluzione a 10 problemi matematici irrisolti, ma l'entusiasmo iniziale si è trasformato in un epic fail
L’annuncio era destinato a fare rumore: OpenAI ha diffuso la notizia di aver trovato la soluzione a 10 problemi matematici irrisolti, grazie alle straordinarie capacità del suo modello più avanzato di ChatGPT, l’innovativo GPT-5. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo, alimentando entusiasmo e aspettative nei confronti dell’intelligenza artificiale. L’entusiasmo, però, è durato poco. Ciò che sembrava una conquista scientifica senza precedenti si è rivelata un clamoroso epic fail, ovvero una vera e propria figuraccia dell’azienda statunitense.
OpenAI: “ChatGPT ha trovato la soluzione a 10 problemi matematici irrisolti”
Il 17 ottobre scorso, Kevin Weil, supervisore della ricerca scientifica di OpenAI, ha pubblicato un post entusiasta sul social X che recitava: “GPT-5 ha appena trovato la soluzione a 10 (!) problemi irrisolti di Erdos e ha fatto progressi nella soluzione di altri 11 quesiti”.
Paul Erdos, matematico ungherese tra i più importanti del XX secolo, è noto per aver formulato numerosi problemi tuttora irrisolti, tra cui quello sulle progressioni aritmetiche nel calcolo combinatorio, la congettura di Erdős–Gyárfás nella teoria dei grafi e la celebre congettura di Erdős–Straus. Per questo, risolverne dieci in un colpo solo avrebbe rappresentato un evento potenzialmente storico per la comunità scientifica.
Il messaggio di Weil è stato rilanciato da altri ricercatori dell’azienda tra cui Mark Sellke, che ha specificato quali erano i “problemi di Erdos risolti” dal modello più evoluto di ChatGPT: 223, 339, 494, 515, 621, 822, 883 (parte 2), 903, 1043 e 1079.
L’annuncio ha suscitato reazioni immediate da parte della comunità scientifica e accademica, che ha iniziato a esaminare nel dettaglio le affermazioni apparentemente rivoluzionarie dell’azienda californiana.
L’epic fail di OpenAI: “Clamorosa distorsione”
L’entusiasmo, però, è durato poco. A smontare l’annuncio è stato Thomas Bloom, matematico e curatore del sito web erdosproblems.com dedicato proprio ai problemi di Erdos, che ha accusato OpenAI di una “clamorosa distorsione” dei risultati ottenuti da GPT-5.
Secondo Bloom, GPT-5 non ha risolto alcun problema matematico irrisolto: ha semplicemente trovato riferimenti a soluzioni già pubblicate in articoli scientifici di cui lui stesso non era a conoscenza. I problemi apparivano come “aperti” sul sito che cura non perché fossero realmente irrisolti, ma per una semplice mancanza di aggiornamenti.
In altre parole, GPT-5 ha agito come un sofisticato motore di ricerca, non come un generatore di nuove teorie e un’inedita conoscenza matematica. Il modello di intelligenza artificiale ha dimostrato abilità nel recupero di dati, ma non ha prodotto alcun contributo veramente originale alla matematica.
Dopo le critiche, sono arrivate le ammissioni. Sebastien Bubeck, ricercatore di OpenAI, ha riconosciuto che il modello “ha trovato solo soluzioni già presenti”, pur difendendo la capacità dell’AI di individuare informazioni sommerse nella letteratura scientifica. In seguito alle polemiche, diversi dipendenti dell’azienda hanno rimosso i post celebrativi e presentato scuse pubbliche. Lo stesso Kevin Weil ha cancellato il messaggio originale condiviso su X.
A rincarare la dose è stato Demis Hassabis, leader di Google DeepMind e premio Nobel, che ha definito l’intera vicenda “imbarazzante”.
Il caso ha suscitato ulteriori discussioni sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica e sulla necessità di verificare con rigore ogni affermazione diffusa pubblicamente.
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