Paolo Ruffini racconta Mussolini a scuola con "Benito, presente!"
L'attore e autore cinematografico e teatrale sarà in libreria con un romanzo che fa incontrare ai lettori il piccolo Benito Mussolini a scuola
La storia del primo Novecento italiano è stata segnata da una figura che non si può non conoscere: Benito Mussolini. Il fondatore del Fascismo instaurò un regime totalitario nel Bel Paese, si alleò con il regime nazionalsocialista di Adolf Hitler in Germania e fece approvare le leggi razziali in Italia. Il Duce è stato studiato e raccontato nei libri, al cinema, in Tv e a teatro sotto molti punti di vista, ma raramente si ricorda che anche lui è stato un bambino. Con un romanzo, “Benito, presente!“, l’attore e regista Paolo Ruffini riporta indietro nel tempo quando il piccolo futuro dittatore era ancora sui banchi di scuola. Cosa sarebbe potuto succedere se avesse ricevuto un altro tipo d’educazione?
L’uscita del libro di Paolo Ruffini “Benito, presente”
“Benito, presente!” è un romanzo di 256 pagine, edito da Baldini+Castoldi, in uscita nelle librerie il 4 febbraio. Il libro è una sorta di favola che attraversa la Storia cercando di cambiarla attraverso l’amore, con un salto indietro nel tempo dove, tra gli alunni di una scuola di Predappio, c’è il piccolo Benito Mussolini. Il racconto inizia con il personaggio di Edoardo Meucci, un professore di Storia in un liceo di Milano. “Se tornassi indietro nel tempo e diventassi il maestro elementare di un futuro dittatore?” dice il protagonista.
Uomo di sinistra e convinto antifascista, perde le staffe se qualcuno loda alcune “cose buone” del fascismo. È quanto accade con uno studente e così Edoardo viene denunciato dai genitori e trasferito in una scuola elementare a Predappio, il paese di Benito Mussolini. Qui la preside lo avverte: o cambia atteggiamento, lasciando la politica fuori dall’aula, o sarà radiato. Durante un temporale Edoardo viene colpito da un fulmine e si risveglia nel 1890. Tra i suoi alunni si trova quindi il piccolo Benito Mussolini, un bullo, violento e anaffettivo. Questo permette a Meucci di sperimentare il più atroce dei dubbi e la più rivoluzionaria delle scoperte: meglio far fuori il futuro dittatore o provare invece a educarlo?.
Cosa ha detto Paolo Ruffini sul libro
Paolo Ruffini ha parlato del libro “Benito, presente!” in un’intervista a Il Messaggero. L’attore e autore ha spiegato che si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo, in un momento storico non facile per l’Italia e che il romanzo è stato scritto per cercare “di cambiare la Storia. Parlando d’amore”.
Il romanzo racconta appunto le vicende “di un prof di sinistra, quella di una volta, che insegna al liceo classico. Mentre spiega il Ventennio, un alunno gli dice che in fondo Mussolini ha fatto tante cose buone, è stato un bravo statista… Lui si incaz*a e lo butta fuori dalla classe strattonandolo malamente. Il preside vede la scena, si arrabbia e lo trasferisce a Predappio, in una scuola elementare”. Qui avviene il salto temporale a causa di un fulmine che catapulta il professore, diventato maestro, nel 1890 dove incontra un Mussolini Benito di sette anni che può ancora essere educato in un modo diverso per poter, forse, cambiare il futuro e la Storia intera.