Perché i giovani vanno in crisi secondo Prof Maggi de Il Collegio
Andrea Maggi, tornato in cattedra come professore de Il Collegio, ha svelato perché i giovani di oggi sono sempre in crisi e che studente è stato lui
Andrea Maggi è tornato a “Il Collegio 9“, il docu-reality che debutta su RaiPlay giovedì 23 ottobre 2025, in attesa della messa in onda su Rai 2 a dicembre dello stesso anno. In occasione di un’intervista il professore di italiano, storia e geografia ha spiegato per quale motivo i giovani di oggi vanno in crisi, quali sono i loro punti di riferimento e che ragazzo è stato lui. Un viaggio tra il passato e il presente per parlare di adolescenza.
Cosa ha capito prof Maggi dei giovani d’oggi
In un’intervista a Vanity Fair, il professore veterano de “Il Collegio” ha raccontato come ha trovato i ragazzi di questa edizione. “Con più voglia di raccontarsi e di mostrare le loro fragilità. Sarà molto interessante soprattutto per gli adulti, perché avranno modo di conoscere e di sapere chi sono i giovani d’oggi”, ha svelato il docente.
Il prof ha capito che c’è molto imparare da loro, “soprattutto dalla loro schiettezza. Noi adulti siamo, forse per natura, un po’ ipocriti: loro sono molto diretti, e rispettano più l’adulto schietto che l’adulto ipocrita”. In merito alla fragilità, Maggi ha “imparato a usarla come risorsa. Ho un sacco di fragilità, ma sto provando a lavorarci per riuscire a crescere e migliorare. È quello che cerco di insegnare a fare anche ai miei studenti”.
Il docente ha poi aggiunto che “i ragazzi faticano a crescere perché li abbiamo blindati: li controlliamo fino alla maggior età, da quando escono di casa a quando rientrano, e questo li porta a non avere alcuna possibilità di sperimentare e nemmeno di sbagliare. Infatti la prima volta che sbagliano vanno in crisi, perché non sembra essere ammessa alcuna iniziativa libera da parte loro. Se ricevono delle grandi cantonate è perché non gli abbiamo permesso di sbagliare prima”.
Secondo l’insegnante oggi c’è la tendenza ad accanirsi troppo contro i giovani e questo lo fanno soprattutto “gli adulti, che puntano il dito verso i ragazzi perché non vogliono capire che i problemi dei ragazzi derivano dai loro”.
Chi sono i punti di riferimenti dei ragazzi secondo Maggi
Nel suo intervento, prof Maggi (che crede che i ragazzi non siano più in grado di scrivere come una volta) ha spiegato che “la fragilità dei piccoli deriva da un infragilimento dei grandi. Mio padre, per dire, mi ha trasmesso sempre stabilità, era il mio punto di riferimento. Temo che oggi gli adulti non siano più i punti di riferimento dei ragazzi perché spesso si mostrano impreparati ad affrontare la vita nella maniera giusta. Quando accusiamo i ragazzi, in realtà accusiamo noi stessi”.
I punti di riferimento di Andrea Maggi, invece, sono “i grandi scrittori. I russi, i francesi, ma anche un italiano come Italo Svevo, che ha scritto in tempi non sospetti un romanzo che spiega il presente alla perfezione, visto che oggi l’unica cosa che conta è il profitto. Se c’è una cosa che dobbiamo fare oggi è recuperare e riconquistare la nostra umanità: questa dovrebbe essere la nostra priorità. Ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte”, ha svelato il professore, noto personaggio televisivo seguitissimo sui social.
Che adolescente è stato Andrea Maggi
Ripensando a quando lui era uno studente, nell’intervista ha raccontato: “All’epoca ero un giovincello ma ricordo l’anno straordinario che fu. Un anno di speranze e di nuove prospettive, di sogni e di muri che venivano giù. Muri, purtroppo, che oggi stiamo rialzando”.
Sperando che la nuova edizione de “Il Collegio” (nella quale è stata introdotta anche l’educazione sessuale) possa essere “un augurio per il periodo a venire”, prof Maggi ha anche svelato che era un adolescente che sognava di sparire. “Ho sempre avuto paura del palco, di mostrarmi. Questa esperienza del Collegio è stata terapeutica perché, di punto in bianco, sono finito sugli schermi davanti a milioni di persone. Grazie a questo programma sono riuscito a vincere la voglia di sparire che avevo da ragazzo e che mi sono portato avanti anche da adulto”.
Da bambino voleva essere Batman e un po’ ci è riuscito: “Volevo fare Batman, lottare contro il male. E alla fine un po’ lo sono diventato, visto che l’ignoranza è il male e io cerco di debellarla“.
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