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Preside e professore de Il Collegio 9

L'educazione sessuale è un caso: la decisione a Il Collegio 9

A Il Collegio 9 si parlerà di educazione sessuale: il corpo docenti si arricchisce di una nuova figura che affronterà questo tema con gli studenti

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

In Italia si parla molto dell’educazione sessuale, vietata alle scuole medie (così come alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria) e consentita alle superiori, previo consenso informato firmato da parte dei genitori. Mentre in tutto il Paese questa tematica è un caso, ecco che un programma televisivo ha deciso di introdurre nozioni legate alla sessualità e all’affettività al suo interno. L’educazione sessuale debutta, infatti, a “Il Collegio 9”.

A Il Collegio 9 si parla anche di educazione sessuale

Il 23 ottobre debutta su RaiPlay “Il Collegio“, docu-reality giunto alla nona edizione: su Rai 2 le puntate saranno trasmesse solamente a dicembre 2025. Sono stati presentati gli studenti e le studentesse che prenderanno parte a questa trasmissione, così come i professori e anche la voce narrante, che quest’anno sarà il giornalista sportivo Pierluigi Pardo. Che materie affronteranno in classe gli alunni? Non solo italiano, matematica, inglese, ma anche educazione sessuale.

Mentre in tutta Italia la polemica sull’educazione sessuale vietata anche alle scuole medie non accenna a placarsi, ecco che questi argomenti approderanno proprio nel programma televisivo targato Rai. Come riportato dall’Ansa, durante la conferenza stampa di presentazione, che si è svolta al Prix Italia di Napoli, è stato introdotto un nuovo nome nel corpo docenti.

Si tratta della dottoressa Monica Calcagni, un medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia, che terrà un corso di Educazione Sessuale. Una scelta in netta contrapposizione con quella del Ddl di Giuseppe Valditara sul consenso informato che ha escluso che si parli di queste tematiche alle scuole medie.

Le parole di prof Maggi sull’educazione sessuale a scuola

Intervistato da Cosmopolitan a pochi giorni dal debutto de “Il Collegio 9”, prof Andrea Maggi ha affrontato proprio il discorso dell’educazione sessuale a scuola. Limitare questi argomenti è per lui “un errore gravissimo. In un momento storico in cui c’è bisogno di fare passi da gigante per la parità di genere, l’educazione sessuale e affettiva dovrebbe essere una materia obbligatoria fin dalla scuola dell’infanzia, naturalmente adattata all’età”.

Secondo il docente di italiano, storia e geografia, che ha ammesso di aver imparato molto dagli studenti de “Il Collegio”, “educare all’affettività e alla sessualità aiuta a vivere meglio e più serenamente con sé stessi e con gli altri. Bisogna smettere di pensare che questa educazione sia solo compito dei genitori, perché anche molti adulti, a giudicare da certi atteggiamenti, avrebbero bisogno di essere educati in questo ambito”.

Educazione sessuale a scuola: cosa ne pensa prof Petolicchio

Dello stesso parere è anche la temutissima professoressa Maria Rosa Petolicchio, che dal 23 ottobre torna a insegnare matematica e scienze a “Il Collegio“.

Proprio in merito alla new entry di quest’anno, l’insegnante di educazione sessuale, a La Stampa la docente ha detto che “gli autori hanno fatto bene. A scuola si può e si deve parlare di tutto, l’importante è trovare il linguaggio adatto alla platea che si ha davanti. La sessualità è un tema fondamentale perchè oggi le domande sorgono molto presto”.

A lei fa “sorridere sentire parlare di 500 mila educazioni diverse. Se si fa bene italiano, già lì si parla di sentimenti e di grandi domande esistenziali. Io stessa, quando insegno biologia, parlo dell’apparato riproduttivo. Forse dovremmo usare meglio le risorse che abbiamo già”.

Prof Petolicchio, una veterana de “Il Collegio”, nel suo intervento ha poi concluso dicendo: “L’esempio nasce in famiglia, e continua in aula: la scuola è un’agenzia educativa che non si può sostituire a quello che si impara a casa. Bisogna quindi riscoprire la sinergia tra questi due luoghi di formazione, solo così avremo maggiori risultati”. Il problema, a volte, è che “i genitori si stanno trasformando nei sindacalisti dei propri figli: tendono a iper proteggerli e questo però paradossalmente li danneggia”.

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