
Prof Clementi spiega perché Papa Francesco ha riscritto la Storia
Secondo il professore Clementi, il pontificato di Papa Francesco ha segnato il compimento di un lungo percorso di riforma iniziato negli anni '60
Francesco Clementi è professore ordinario di diritto pubblico comparato alla Sapienza e autore del volume “Città del Vaticano” (Il Mulino). Il costituzionalista ha tracciato un bilancio delle trasformazioni introdotte da Papa Francesco negli anni del suo pontificato.
Perché Papa Francesco ha riscritto la storia
Intervistato dall’Adnkronos, il prof. Clementi ha affermato che “Papa Francesco è il pontefice che ha portato a compimento un ciclo storico della Chiesa cattolica, avviato con il Concilio Vaticano II e proseguito con i pontificati successivi”.
Secondo il docente, Bergoglio ha concluso un “lungo processo di riforma ecclesiale avviato da Paolo VI”. Clementi ha illustrato anche i quattro grandi ambiti di intervento del pontefice venuto “dalla fine del mondo”.
Papa Francesco è intervenuto sulle riforme strutturali e costituzionali, quelle in campo giudiziario e finanziario, l’apertura alla presenza femminile nei ruoli chiave della Chiesa, e infine la ristrutturazione del Conclave, che segnerà il futuro della Chiesa post-Bergoglio.
Le riforme strutturali e finanziarie del Papa
Per quanto riguarda le riforme strutturali e finanziarie, “con la nuova costituzione apostolica del 2023 – ha spiegato Clementi – che ha sostituito quella del 2000 voluta da Giovanni Paolo II, Francesco ha semplificato l’ordinamento della Santa Sede, rendendolo più coerente con la sua visione. Le riforme economico-finanziarie hanno reso il Vaticano più interconnesso e trasparente, ristrutturando il patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e responsabilizzando maggiormente le entità giuridiche strumentali”.
In questo ambito, Bergoglio nel 2021 ha eletto Mario Draghi, ex presidente Bce e del Consiglio, come membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e sarebbe stato proprio grazie a questa figura “se il Vaticano è rimasto all’interno dei circuiti economici globali dopo anni di opacità e scandali”, ha affermati il docente della Sapienza.
L’impegno di Bergoglio è poi stato “forte e serio” sulla riforma dell’ordinamento giudiziario vaticano, con pene più severe per i crimini legati alla pedofilia e alla corruzione. Clementi, a riguardo, ha ricordato come le cause legate a casi di pedofilia nella Chiesa valgano centinaia di milioni di euro e coinvolgano diversi Paesi, dall’Australia al Canada e agli Stati Uniti.
Inoltre durante il pontificato di Papa Francesco, per la prima volta, è stata nominata una presidente del Governatorato: suor Raffaella Petrini. Si tratta, secondo Clementi, di “un segnale che i cambiamenti non devono avere confini di genere”, in continuità con lo spirito del Concilio.
Come ha cambiato il Conclave
Il professore di diritto pubblico comparato ha poi riflettuto su come Bergoglio abbia trasformato radicalmente la geografia del Conclave. Oggi, su 135 cardinali elettori, 108 sono stati nominati da lui, superando il tetto dei 120 stabilito da Paolo VI. “È la prova che non si può più tornare indietro: servono 90 voti per eleggere un papa, ed è molto difficile farlo contro la linea politica di Bergoglio”, ha osservato Clementi.
Se la forza conservatrice nella Chiesa tenderà a rallentare la spinta al cambiamento impresa negli anni da Papa Francesco, in futuro per il docente potrebbero avere un ruolo importante i cardinali asiatici, “visto che oltre il 62% di loro sono elettori, a differenza dell’Europa, in cui solo il 46% dei cardinali potrà votare”.
Sul successore di Bergoglio, infine, Clementi non fa pronostici, ma non crede che al prossimo Conclave possa essere eletto un altro papa latinoamericano.