Salta al contenuto
Politecnico di Torino Fonte foto: iStock

Assorbenti gratis al Politecnico di Torino: la svolta storica

In cinque sedi del Politecnico di Torino sono comparsi distributori automatici di assorbenti gratis per tutte le studentesse che ne avranno bisogno

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Svolta epocale al Politecnico di Torino, dove alcuni distributori di assorbenti gratis sono stati installati per venire incontro alle esigenze di tantissime studentesse. Con lo slogan “Il ciclo non è un lusso e non è una scelta“, l’Università del capoluogo piemontese ha deciso di installare nelle sue cinque sedi questi erogatori. L’iniziativa rientra nei piani del Parlamento Europeo che, tramite una risoluzione del 2021, ha chiesto agli Stati membri di togliere l’imposta su assorbenti, coppette e altri prodotti mestruali. Anche bell’UE esiste la povertà legata alle mestruazioni: 1 donna su 10 non può permettersi dispositivi sanitari idonei nei giorni del ciclo.

I distributori di assorbenti gratis al Politecnico di Torino

I distributori automatici di assorbenti “di emergenza” gratuiti sono stati sistemati in tutte le sedi torinesi dell’Ateneo:

  • corso Duca degli Abruzzi, in fondo al corridoio “Aule Pari”, accanto allo spazio ristoro
  • via Boggio, al piano terra accanto ai distributori automatici
  • Mirafiori, all’ingresso accanto alla sala studio E
  • Castello del Valentino, nell’atrio della sala studio
  • Lingotto, al secondo piano davanti alla sala studio “Marconi”

Si tratta di dispositivi sanitari in cotone organico, realizzati in Italia secondo principi di sostenibilità ambientale durante l’intero ciclo produttivo. Per i promotori dell’importante iniziativa, la parità di genere inizia anche da qui, dall’attenzione che si dà alle studentesse durante il loro periodo mestruale, per garantire il diritto del benessere fisico e psicologico in ogni momento della vita.

La vicerettrice per le Pari opportunità, l’inclusività e la qualità della vita Claudia De Giorgi, nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa da parte del Politecnico di Torino, ha spiegato: “Un segnale importante, soprattutto in un’università a prevalenza maschile: a dimostrare che il benessere di una parte della comunità – sebbene numericamente minoritaria – rappresenta un valore per la comunità intera”.

Patrizia Lombardi, vicedirettrice per Campus sostenibile e Living Lab, ha, invece, aggiunto: “Equità e intersezionalità sono elementi cruciali anche per perseguire una piena sostenibilità istituzionale, come ci ricorda l’Agenda 2030, riferimento delle nostre azioni di campus sostenibile”.

Infine, Arianna Montorsi, direttrice del Centro studi di genere dell’Ateneo, ha concluso sottolineando che “attraverso questi gesti di attenzione al benessere femminile nelle scuole e nelle istituzioni universitarie passa un messaggio educativo forte di empowerment delle donne nella società”.

L’iniziativa Period Equity al Politecnico di Torino

Con questa iniziativa è stato inaugurato il progetto Period Equity, che è iniziato ufficialmente con il tradizionale appuntamento WeAreHERe Meets di inizio anno: è consuetudine, infatti, che le studentesse del Politecnico incontrino le nuove immatricolate, in un momento di dialogo e confronto.

La scelta di installare distributori automatici di assorbenti gratuiti fa parte del Gender Equality Plan dell’Ateneo 2021-2024 “Obiettivo diversità”, come richiesto da alcune associazioni studentesche al Consiglio di Amministrazione. Un progetto che ha già preso il via anche in altri atenei italiani e che è direttamente collegato alla mobilitazione generale dell’8 marzo promossa dalla Rete della Conoscenza (network di associazioni studentesche), insieme allo sciopero globale delle donne, dopo la scelta di continuare a tassare i prodotti sanitari femminili con l’aliquota ordinaria del 22%, facendoli diventare dei beni ordinari e non di prima necessità, quali invece sono.