Salta al contenuto
Professore in classe a scuola Fonte foto: iStock

Quali sono i professori migliori? Lo svelano gli studenti

In un istituto tecnico di Firenze gli studenti hanno scritto su bigliettini anonimi cosa ne pensano dei loro professori e del rapporto con i docenti

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

C’è una scuola superiore a Firenze che ha messo in piedi un progetto che ha subito coinvolto tantissimi studenti. I ragazzi sono stati, infatti, invitati a scrivere biglietti anonimi per “valutare” i loro insegnanti e spiegare quali sono i professori migliori, raccontando apertamente quello che amano di loro e quello che, invece, non sopportano. Il risultato è una riflessione profonda che può permettere al corpo docenti di capire come rapportarsi con i giovani.

Istituto Marco Polo, le riflessioni degli studenti sui professori

All’ITT Marco Polo di Firenze (che comprende due indirizzi, il Tecnico per il turismo e il Liceo linguistico), il preside Ludovico Arte, in accordo con il corpo docente, ha avuto un’idea che è subito stata apprezzata dagli studenti. I ragazzi sono stati invitati a scrivere dei bigliettini anonimi, per raccontare cosa ne pensano dei professori. Il tema, infatti, di questa iniziativa riguarda le relazioni tra docenti e allievi e, più in generale, la comunicazione tra gli adulti e i ragazzi in classe.

Il Corriere Fiorentino ha riportato le parole del dirigente scolastico, che ha voluto spiegare il suo progetto: “Praticamente tutti giorni nella scuola ci sono lamentele di studenti e insegnanti sul modo di comportarsi degli uni verso gli altri. Si passa da questioni più ordinarie e leggere ad altre più gravi. In alcuni casi le cose si chiariscono attraverso il dialogo e il confronto, altre volte no. Rimangono lì, con tutto il carico di malintesi e malumori”.

Il preside ha spiegato a grandi linee quali sono queste rimostranze: “Parliamo di cose molto diverse tra loro. Di parole dette e non dette, di tono della voce che si percepisce sbagliato, di comunicazioni non verbali sgradevoli, di comportamenti e atteggiamenti che risultano aggressivi o invadenti urtando la propria sensibilità. Tutto questo alimenta la sofferenza e lo stress che studenti e insegnanti provano nel venire a scuola. Si parla spesso di ascolto, ma si pratica ancora troppo poco. Bisognerebbe ogni tanto ‘fermare le macchine’ e parlarsi davvero”.

Biglietti anonimi degli studenti per “valutare” i professori

All’invito del preside e dei docenti, gli studenti hanno reagito con entusiasmo, visto che sono già arrivati 400-500 bigliettini, “alcuni molto forti, altri ruvidi”, come ha spiegato Ludovico Arte. “A me dà fastidio la mia insegnante quando urla. Perché di sicuro non è un urlo che ci fa entrare in testa le cose”, ha scritto qualcuno, mentre un altro ha detto: “La prof è una delle migliori professoresse perché quando spiega si vede la felicità nei suoi occhi“. “Molti professori non sopportano di non avere ragione, per questo non accolgono le proposte degli studenti”, si è lamentato un ragazzo, mentre un altro ha avuto un pensiero di ringraziamento per i “professori che non ti mollano mai perché sanno che ce la puoi fare”.

Il preside ha raccolto tutti questi bigliettini e con un gruppo di 40 persone, tra insegnanti e personale ATA, li ha letti, per capire cosa pensano i ragazzi, come migliorare la comunicazione e il rapporto con loro. Alcuni messaggi saranno anche letti il 29 marzo durante la serata “Chiedimi se sono infelice” al Teatro Cantiere Florida nell’ambito del Materia Prima Festival. Sarà un “talk interattivo in difesa della scuola fragile” a cura di Ludovico Arte durante il quale insegnanti, studenti e pubblico parleranno di scuola.

Fallimento, il percorso a scuola per riflettere

Questo è solo l’inizio di un percorso di riflessione, a cui tutti sono chiamati a partecipare. “Vogliamo accogliere i fallimenti, i momenti di crisi e le cadute, che hanno tutti, insegnanti e studenti dentro il mondo della scuola”, ha spiegato il preside.

Proprio il tema del fallimento è molto sentito all’interno di questo istituto tecnico di Firenze, che quest’anno ha avviato un percorso collettivo per poter riflettere su errori e sconfitte. Durante la serata in teatro alcuni studenti spiegheranno la loro idea di fallimento e anche il pubblico potrà intervenire tramite il meccanismo dei bigliettini.

“Tutti falliamo in certi momenti della vita rispetto ai nostri obiettivi, tutti abbiamo momenti di crisi: la scuola deve aiutare ragazzi e adulti a capire come affrontare una crisi, come gestire un errore, che può diventare un’opportunità di crescita”, aveva spiegato Ludovico Arte alla fine della scorsa estate lanciando questa idea.