Salta al contenuto
Preside Fonte foto: iStock

Quanto guadagna il preside di una scuola: aumenta lo stipendio

Lo stipendio dei dirigenti scolastici è in aumento grazie al rinnovo del contratto collettivo nazionale: quanto guadagna il preside di una scuola

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Lo stipendio dei dirigenti scolastici subirà un aumento grazie all’adeguamento di 2 delle 4 voci che compongono la loro retribuzione. Quanto guadagna il preside di una scuola, tutto quello che c’è da sapere.

La struttura dello stipendio dei dirigenti scolastici

Lo stipendio dei dirigenti scolastici è composto da 4 voci principali, come riportato da ‘La Repubblica’:

  1. lo stipendio tabellare, uguale per tutti i presidi;
  2. la retribuzione di posizione parte fissa, anche questa identica per tutti i dirigenti delle scuole;
  3. la retribuzione di posizione parte variabile, che dipende dalla complessità dell’istituto scolastico, ovvero dal numero dei plessi che lo compongono, degli indirizzi presenti e degli alunni che lo frequentano;
  4. la retribuzione di risultato, che dovrebbe essere commisurata alla performance di ogni singolo preside ma che in realtà viene calcolata in percentuale sulla retribuzione di posizione di parte variabile. La parte variabile della retribuzione varia tra il 21% ed il 29% dello stipendio complessivo.

Stipendio in aumento: quanto guadagna un preside

È stata firmata il 13 marzo all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) da tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali del mondo della scuola l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale Istruzione e Ricerca relativa al triennio 2019-2021. Il rinnovo riguarderà circa 6.500 unità di personale tra dirigenti della Scuola, dell’Università, dell’Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) e della Ricerca.

In merito alle retribuzioni dei dirigenti scolastici, è stato previsto l’adeguamento delle 2 voci fisse, quelle uguali per tutti, che compongono la struttura dello stipendio dei presidi. Inoltre, il Ministero potrà riconoscere incrementi aggiuntivi per i dirigenti scolastici utilizzando specifiche ed ulteriori risorse destinate dalla legislazione vigente.

Questa misura è arrivata a meno di un anno da quella che, nel luglio del 2023, ha adeguato la parte variabile della loro retribuzione (la terza voce sopra riportata). In otto mesi, dunque, i sindacati hanno messo a segno due azioni che aumenteranno lo stipendio dei presidi delle scuole italiane, che in questo modo arriveranno a guadagnare più di un provveditore agli studi e di un ispettore ministeriale.

Il rinnovo del contratto del 13 marzo porterà ad un aumento dello stipendio lordo dei dirigenti scolastici pari a circa 2mila 500 euro all’anno. Cifra questa da sommare ai circa 4mila e 500 euro di incremento previsti dall’adeguamento della parte variabile. Grazie a queste due azioni sindacali, lo stipendio dei dirigenti scolastici italiani aumenterà di circa 7mila euro annui. La retribuzione media di un preside varierà così tra i 76mila euro e gli 85mila euro lordi all’anno.

Il commento del ministro Valditara

“Con questo contratto – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, come ha riportato ‘La Repubblica’ – vogliamo dare un ulteriore segnale di attenzione nei confronti dei dirigenti scolastici, che con il loro impegno quotidiano rappresentano un pilastro fondamentale del mondo della scuola”.

“La loro valorizzazione – ha proseguito il ministro dell’Istruzione – passa dal miglioramento delle condizioni lavorative e anche dall’aspetto economico, elementi che abbiamo tenuto fortemente in considerazione all’interno di questo accordo”.

“Il mio obiettivo è ridare prestigio e autorevolezza a tutti i lavoratori della scuola perché da loro passa il futuro del nostro Paese”, ha concluso il ministro Giuseppe Valditara.