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Pagella per i presidi Fonte foto: iStock

Pagella per i presidi, come funziona tra voti e stipendi

In arrivo la 'pagella' per i presidi: come funziona la valutazione per i dirigenti scolastici e il legame tra i 'voti' ottenuti e i loro stipendi

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Arriva la ‘pagella‘ per i presidi. Come succede per gli studenti, anche l’attività dei dirigenti scolastici sarà valutata tramite dei ‘voti‘, che andranno ad incidere direttamente sui loro stipendi. Ecco come funziona.

Quando arriva la pagella per i presidi

L’anno nuovo sarà inaugurato con un’importante novità che riguarda il mondo della scuola: si tratta della cosiddetta ‘pagella dei presidi’. Ad annunciarla è stato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a ‘Il Messaggero’. La valutazione dei presidi partirà nel 2025 in via sperimentale, per poi andare a regime nell’anno scolastico 2025-2026.

I dirigenti scolastici saranno valutati in vati ambiti, definiti dal ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) in una griglia, per verificare la loro capacità nel gestire una scuola e renderla efficiente. La valutazione sarà espressa in punti e avrà un impatto concreto sul loro stipendio nella parte premiale: “Inciderà sulla retribuzione di risultato che fino ad adesso è stata data a pioggia, e che ora sarà invece legata al raggiungimento degli obiettivi”, ha spiegato il ministro Valditara. Questo significa che i presidi riceveranno i ‘premi di produzione’ solo se si raggiungono quegli obiettivi prefissati dal MIM.

La procedura risponde alla necessità di adeguare il trattamento dei dirigenti scolastici a quello dei dirigenti della Funzione pubblica, di cui fanno parte, per i quali il compenso erogato va giustificato da una valutazione preliminare.

Come spiegato da ‘Il Messaggero’, non è la prima volta che si cerca di introdurre un provvedimento simile. Il problema è che la scuola è un mondo molto diverso rispetto agli altri settori della Pubblica amministrazione. Fino ad oggi, infatti, a bloccare la valutazione dei presidi è stata la difficoltà di valutare l’operato di un preside in termini di rendimento scolastico dei suoi alunni. Ma adesso si è deciso di procedere considerando degli “ambiti oggettivi” che agevolano la valutazione.

Come funziona la pagella per i dirigenti scolastici

Di quali ambiti si parla? I presidi, per esempio, saranno valutati in base alla tempistica nella gestione delle supplenze brevi, nelle scadenze amministrative (per esempio quanto tempo gli occorre per pagare le fatture ai fornitori), e nella formazione del personale scolastico.

I punti saranno attribuiti anche considerando i livelli di attuazione del Ptof, il Piano triennale dell’offerta formativa, con i progetti per l’orientamento, l’educazione civica, le materie Stem e la partecipazione alle reti scolastiche italiane ed estere.

A valutare i dirigenti scolastici saranno gli uffici scolastici territoriali che, prima dell’inizio di ogni anno scolastico, gli assegneranno la griglia con gli obiettivi da raggiungere, che sarà inserita su una piattaforma informatica realizzata ad hoc. Durante l’anno, i presidi potranno aggiornare i dati con informazioni aggiuntive, per esempio per spiegare eventuali problemi nel raggiungimento dei target prestabiliti.

Come detto, per il 2024-2025 gli obiettivi saranno semplificati, e verranno determinati a gennaio. L’attribuzione del punteggio finale arriverà entro la fine dell’anno scolastico.

Il commento dell’Associazione nazionale presidi

“Questa volta, rispetto al passato, ci si è concentrati su aspetti oggettivi”, ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale di presidi. In questo modo “i dirigenti sanno bene cosa tenere sotto controllo per non sbagliare”.

Giannelli ha spiegato: “Siamo da sempre favorevoli alla valutazione dei dirigenti scolastici, come per ogni figura dirigenziale. Anche perché questo è il primo passo importante verso una vera equiparazione con le altre figure dirigenziali della Pubblica amministrazione. Vale la pena ricordare che i dirigenti scolastici percepiscono la retribuzione più bassa rispetto a tutti gli altri dirigenti dello Stato, nonostante abbiano la responsabilità di circa 150-200 dipendenti, che fanno parte del personale scolastico, a cui si aggiunge una media di mille studenti”, ha concluso il presidente.