Valutazione dirigenti scolastici in arrivo: annuncio di Valditara
Il ministro dell'Istruzione Valditara ha annunciato che è in arrivo il sistema nazionale di valutazione per i dirigenti scolastici: cosa c'è da sapere
In arrivo la valutazione per i presidi: lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici proposto dal ministero è stato oggetto di critiche da parte dei sindacati. Ecco cosa c’è da sapere.
Arriva la valutazione per i dirigenti scolastici
“Arriva per la prima volta la valutazione dei dirigenti scolastici“. Questo l’annuncio del ministro Valditara, intervistato da ‘Il Messaggero’.
La valutazione dei presidi, ha spiegato il responsabile dell’Istruzione, “inciderà sulla retribuzione di risultato che fino adesso è stata data a pioggia, e che ora sarà invece legata al raggiungimento di obiettivi“.
Il sistema di valutazione dei presidi è previsto dal decreto legge 71/2024 e necessita di un decreto ministeriale per la sua attuazione. La bozza del provvedimento è stata al centro di tre incontri tra il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e i sindacati, l’ultimo dei quali si è svolto il 19 dicembre.
Questo decreto, si legge sulla norma, “stabilisce gli indirizzi per la definizione degli obiettivi strategici volti ad assicurare il buon andamento dell’azione dirigenziale e individua i soggetti che intervengono nella procedura di valutazione”.
La valutazione sarà espressa in punti (massimo 100), di cui 80 derivanti dal conseguimento degli “obiettivi misurabili” (70 per gli obiettivi definiti dai capi di dipartimento e 10 per l’obiettivo definito dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale – Usr) e ulteriori 20 punti attribuiti dai direttori regionali sulla base dell’apprezzamento professionale e organizzativo del dirigente.
La reazione dei presidi
Come sottolineato dall’Associazione nazionale presidi (Anp), il 19 dicembre il MIM ha presentato una bozza di decreto che conferma l’accoglimento di alcune richieste del sindacato. Tra queste:
- “il peso attribuito all’unico obiettivo regionale previsto è stato limitato a 10 punti e la definizione di tale obiettivo dovrà essere concordata con i capi dipartimento del ministero”;
- “i dirigenti scolastici potranno segnalare eventuali cause oggettive di non raggiungimento degli obiettivi nonché episodi e fatti in grado di incidere positivamente sulla propria valutazione”;
- “qualora il dirigente scolastico non condivida la valutazione assegnatagli, potrà sempre chiedere un contraddittorio con il direttore generale dell’Usr che sarà obbligato a instaurarlo”;
- “in caso di esito non soddisfacente del contraddittorio, il dirigente potrà sempre appellarsi all’Organismo di garanzia, composto anche da due dirigenti scolastici di differenti cicli di istruzione, individuati a sorteggio, così come gli altri componenti dell’organismo”;
- “la valutazione sarà ancorata a evidenze chiare e misurabili”.
Il ministero però, “non ha accolto la nostra proposta di attribuire 90 punti alla valutazione per il raggiungimento degli obiettivi – hanno spiegato dall’Anp -. Questi peseranno per 80 punti, mentre altri 20 saranno attribuiti per la valutazione dei comportamenti professionali e organizzativi da parte del direttore generale dell’Usr”.
L’Anp ha poi evidenziato la permanenza di alcune criticità. Per esempio, “nei casi in cui si verifichi un’interruzione della posizione dirigenziale, la valutazione e la conseguente retribuzione di risultato andrebbero ancorate solo al raggiungimento degli obiettivi, senza alcun riferimento alla proporzione di servizio prestato nell’anno”.
La polemica della Flc Cgil
Dopo l’incontro del 19 dicembre, la Flc Cgil ha “confermato il giudizio fortemente critico sull’impianto complessivo della procedura valutativa”.
Secondo il sindacato, la scelta del ministero di costruire un sistema nazionale di valutazione dei presidi è “profondamente sbagliata, perché assimila la dirigenza scolastica alla dirigenza dell’amministrazione centrale e periferica e non tiene conto del ruolo e della funzione dei dirigenti scolastici”.
I dirigenti scolastici, hanno proseguito dalla Flc Cgil, “assicurano la gestione unitaria delle istituzioni scolastiche attraverso autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane finalizzati a garantire, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali della scuola, la qualità dei processi formativi, l’esercizio della libertà di insegnamento e della libera scelta delle famiglie, l’attuazione del diritto all’apprendimento“.
Queste competenze “non possono essere misurate attraverso obiettivi e target individuati centralmente dai capi dipartimento in armonia con le priorità strategiche definite dalla direttiva del ministro e riferiti a dati presenti nel sistema informativo del ministero, senza alcun controllo preliminare da parte di un organismo indipendente sulla loro pertinenza e sulla congruità del peso attribuito ai singoli indicatori”.
La Flc Cgil, oltre ad esprimere il suo “totale dissenso”, è preoccupata che il sistema di valutazione dei presidi “sia parte di un disegno più ampio” finalizzato “ad esercitare un controllo diretto sull’attività dei dirigenti scolastici e delle scuole e a smantellare progressivamente l’autonomia scolastica tutelata dalla Costituzione”.