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Università italiane quarte in Europa Fonte foto: iStock

Ricerca, la classifica delle università: Italia quarta in Europa

Le università italiane sono al quarto posto in Europa per numero di brevetti presentati all'EPO: ecco gli atenei con più domande registrate in Italia

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Le università italiane si aggiudicano il quarto posto in Europa per numero di nuovi brevetti registrati. Un risultato importante se si pensa che è proprio grazie alla ricerca accademica che negli anni sono state fatte scoperte come i vaccini e si sono sviluppate conoscenze sull’mRNA, sulla scienza dei materiali e sulla tecnologia laser.

Negli ultimi due decenni (dal 2000 al 2020) le domande di brevetto provenienti dalle università europee sono aumentate e rappresentano oggi il 10,2% di tutti i brevetti depositati presso l’EPO (European Patent Office), l’Ufficio Brevetti Europeo che ha pubblicato un nuovo studio. In Italia il dato è simile, con l’8,6% di tutte le registrazioni di brevetti presentate dai richiedenti italiani che provengono dalle università.

Università italiane quarte in Europa sui brevetti: lo studio

Il nuovo studio dell’EPO ha fatto emergere dati interessanti sulle università europee e del Bel Paese, basandosi sui dati relativi a 1.200 atenei che hanno generato domande di brevetto all’EPO tra il 2000 e il 2020. Sono state prese in considerazione sia le domande di brevetto depositate direttamente dalle università stesse, sia le domande indirette presentate da altri soggetti che menzionano i ricercatori affiliati all’università come inventori del brevetto.

L’Italia, con 79 università, si trova al quarto posto per numero di atenei che hanno generato almeno una richiesta di brevetto all’EPO, all’interno del periodo considerato. Prima di lei si collocano Germania, Francia e Regno Unito. In particolare, se si guarda al numero di università con domande di brevetto è la Francia a collocarsi al primo posto, mentre se ci si concentra sul numero di brevetti generati, la Germania supera tutte le altre università.

Per quanto riguarda l’Italia, le università dello Stivale hanno generato il 6,6% di tutte le domande di brevetti accademici presentate in Europa, per un totale di 7.088 brevetti europei nei due decenni tra il 2000 e il 2020.

Ma non è tutto, perché nello studio dell’EPO si è rilevato che dal 2015 al 2019, 152 startup con sede in Italia hanno presentato domande di brevetto europeo per invenzioni accademiche , registrando il quinto numero più alto in Europa. Una dimostrazione di quanto sia importante il collegamento tra ricerca universitaria e mercato.

Gli atenei italiani che hanno presentato più domande di brevetto: la top 5

Tra gli atenei italiani, il maggior numero di domande di brevetto è stato presentato dal Politecnico di Milano, con 809 richieste di deposito. Al secondo posto troviamo l’Università degli studi di Milano, con 682 domande, seguita dall’Università La Sapienza di Roma, con 502. Nella “top 5” delle università italiane, a un gradino dal podio si trova l’Università degli studi di Bologna, con 472 domande di brevetto, e il Politecnico di Torino è al quinto posto, con 419 richieste.

Sono le 5 università più “attive” e che rientrano tra i pochi atenei che rappresentano la metà di tutte le domande di brevetto accademico in Europa. Infatti, il 5% delle 1200 università studiate deposita la metà di tutte le domande di brevetto accademico. Le più attive, insieme alle 5 italiane, sono l’Università di Grenoble Alpes, l’Università tecnica di Monaco, l’Università di Oxford e l’Istituto federale di tecnologia di Zurigo.

“L’Europa ha una lunga tradizione di eccellenza accademica, ma a volte lottiamo per trasformare la ricerca in successo commerciale – ha affermato il presidente dell’EPO, António Campinos, nella nota stampa a corredo della ricerca pubblicata-. Questo studio fa luce sull’inventiva accademica in tutta Europa per indirizzare ulteriormente le politiche e le strategie. Sfruttando i brevetti attraverso licenze, collaborazioni o spin-out, le università possono amplificare il proprio impatto generando valore sia sul mercato che a livello sociale. Come sottolinea il recente rapporto Draghi, c’è ancora un lavoro significativo da fare per realizzare un mercato unico della ricerca e della tecnologia in Europa, dal momento che il nostro studio rivela che il 10% delle startup con brevetti europei accademici ha la propria sede legale negli Stati Uniti”.