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Riforma Medicina: quali sono i "problemi" secondo i rettori Fonte foto: Ansa

Riforma Medicina, i "problemi" per i rettori (e l'idea bocciata)

I rettori sono contrari all'abolizione del test di medicina, la presidente del Crui ha detto che si adegueranno ma segnala alcune difficoltà

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

La riforma di Medicina voluta dalla ministra Anna Maria Bernini è legge: stop ai quiz d’ingresso e via il numero chiuso. La selezione è rimandata al secondo semestre, la valutazione si baserà sui crediti e i voti ottenuti grazie agli esami sostenuti nel primo semestre. Ma cosa dicono i rettori delle università? “È una legge e l’applicheremo” ha detto Giovanna Iannantuoni, la presidente della Crui (conferenza dei rettori delle università italiane), seppur segnalando alcune difficoltà.

Cosa dicono i rettori sulla riforma di Medicina

In un’intervista a La Repubblica, Iannantuoni ha sottolineato l’intenzione di “mantenere alta la qualità dell’insegnamento e il livello dei medici italiani” e che è stata già organizzata “una riunione tra i rettori interessati” per poi iniziare a parlare con gli studenti e le loro famiglie.

“Non possiamo non dare una chance ai ragazzi italiani – ha aggiunto – in questa fase della loro vita. E la loro vita, grazie a questo passaggio, può cambiare. Apriremo, come abbiamo fatto l’anno scorso, gli atenei alle famiglie, mostreremo loro quali meraviglie si realizzano lì dentro. Dobbiamo far cambiare la percezione dell’università agli italiani, l’università è la nostra risposta al nichilismo diffuso, ai giovani che dicono che tutto è uguale, all’incertezza e alla barbarie del mondo”.

Nonostante gli scontri con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, la presidente della Crui ha chiarito che al momento si è in una fase di dialogo. “La Crui è un’istituzione, se c’è una legge deve applicarla”, ha detto.

Quali sono i problemi secondo la presidente del Crui

Ma per potersi adeguare alla nuova legge servono i decreti attuativi perché “oggi ancora non conosciamo troppe cose”, ha evidenziato Iannantuoni. Con un numero più alto di studenti si dovranno riorganizzare gli spazi, decidere quali saranno gli insegnamenti del primo semestre. Per la rettrice è necessario che i decreti arrivino entro prima dell’estate per poter garantire di riuscire a partire a settembre con il semestre formativo.

Alla domanda se i rettori siano spaventati dalla situazione, Iannantuoni ha specificato che sono “pronti a tutto”. Nonostante la ministra abbia parlato di 336 milioni in più per la riforma, un problema resta l’impossibilità di riuscire ad assumere più docenti a Medicina in sei mesi.

“I bilanci delle università sono già impegnati – ha spiegato la presidente della Crui – ci vorrà gradualità per reclutare nuovi professori”.

Altre difficoltà potrebbero essere che, tra sei anni, i medici potrebbero essere troppi e che “sei mesi dopo l’iscrizione a Medicina, tre quarti dei candidati resteranno fuori dalla selezione. Molti passeranno ai corsi di laurea affini, Scienze motorie, Biologia, che si affolleranno oltre misura”.

La proposta alternativa dei rettori su Medicina

Al Senato i rettori avevano presentato una proposta alternativa alla riforma diventata legge. “Prevedeva un questionario facoltativo – ha spiegato Iannantuoni – di autovalutazione-orientamento. Quindi, corsi online gratuiti e accessibili a tutti di Fisica, Biologia e Chimica. Alla fine, esami di idoneità in rete: quiz a crocette. Chi avesse ottenuto l’idoneità, avrebbe poi dovuto superare tre esami per iscriversi al test nazionale. Questo doveva essere composto da 100 quiz: 25 per cento Biologia, 25 per cento Chimica, 25 per cento Matematica e Fisica, 25 per cento argomenti psico-attitudinali”.

Il governo però ha bocciato l’idea e ora i rettori sono pronti a “guardare avanti per il bene dei nostri studenti”.