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Test Medicina, rettori contro la riforma Bernini: "Impensabile"

I rettori esprimono "profonda preoccupazione" per la riforma del test di Medicina promossa dalla ministra Bernini: cosa è "impensabile" (per loro)

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) boccia la riforma del test di Medicina e del numero chiuso promossa dalla ministra Anna Maria Bernini definendola, in un punto, “impensabile“. Ecco i motivi.

Le criticità della riforma su Medicina secondo i rettori

La riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina potrebbe arrivare già dal prossimo anno accademico, come auspicato dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Dopo l’approvazione nella commissione Istruzione del Senato, il ddl passa adesso all’aula, dove dovrebbe arrivare entro fine mese. Nel frattempo, però, non mancano le polemiche. Tra gli altri, ad esprimere “profonda preoccupazione” sono i rettori delle università italiane, riuniti nella Crui.

A loro avviso sono principalmente tre le criticità della riforma. Una ha a che fare con la sostenibilità economico-finanziaria del provvedimento: “Il taglio subito dai bilanci delle università nell’anno corrente ha sfiorato il 10% (considerato lo spostamento dei piani straordinari nella quota base e l’aumento ISTAT) – hanno spiegato dalla Crui -. Situazione che da preoccupante diventa drammatica quando si consideri l’assoluta incertezza sul finanziamento statale anche per l’anno 2025″. In questo contesto, hanno proseguito, “l’ingresso di 40/60mila candidati in più è semplicemente impensabile“.

La seconda criticità riguarda la formazione degli aspiranti medici: “Le risorse utilizzate finora per 20mila studenti non possono essere sufficienti per i 60/80mila candidati che frequenterebbero una volta che la revisione andasse a regime”.

Infine, il terzo problema: “Esiste un rischio consistente che la modifica delle modalità di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina veterinaria determini una ulteriore diminuzione di candidati per le altre professioni, in particolare infermieristica, i cui laureati sono molto più carenti e necessari dei medici”, hanno specificato dalla Crui.

Polemiche riforma Medicina, il commento della ministra Bernini

La ministra Anna Maria Bernini, intervistata a ‘Tgcom24’, ha detto che, in vista dell’approvazione definitiva e della messa a punto dei decreti delega, “dovremo lavorare con tutti i protagonisti del sistema, e quindi anche con i rettori, che stanno manifestando perplessità ma su cui io conto molto”.

Ha poi aggiunto: “Noi faremo la nostra parte, e sono certa che anche loro la faranno, perché bisogna dire sì e non mandare gli studenti a studiare all’estero. Non è questa la missione delle università italiane. Gli studenti devono studiare in Italia, quelli italiani e possibilmente anche quelli stranieri, avvalendosi della grande qualità della nostra offerta formativa”.

Durante l’intervista Bernini ha poi illustrato le caratteristiche della riforma: stop ai “test a crocette, su cui gli studenti non possono giocarsi la vita e il futuro”, con “l’apertura programmata dell’ingresso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia attraverso un semestre di formazione nel quale gli studenti si preparano su materie caratterizzanti e propedeutiche“, che “dovrebbero essere tre”, sulle quali saranno valutati alla fine dei sei mesi. Nel caso in cui “non raggiungessero la graduatoria necessaria per entrare nel corso di laurea in Medicina”, gli studenti “potranno spendere i crediti formativi che hanno acquisito anche in altri corsi di laurea affini, salvo poi ritentare la facoltà di Medicina”.

Questa riforma, secondo Bernini, prevede un cambio di paradigma: con questo sistema “cerchiamo di dare una formazione agli studenti, e no un azzardo basato su un test che secondo noi non li ha mai valutati nel modo giusto”. Gli aspiranti medici potranno così “entrare subito formandosi”.