Salta al contenuto
università Fonte foto: iStock

Università: perché sempre più italiani studiano all'estero

Cresce il numero dei giovani che decidono di frequentare le università straniere: ecco perché sempre più studenti italiani studiano all'estero

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Sempre più italiani studiano all’estero. Infatti, il numero di giovani che durante gli anni dell’università scelgono di trascorre un periodo di studio fuori dai confini nazionali frequentando atenei stranieri è in crescita. Ecco perché gli universitari vogliono studiare all’estero.

Cresce il numero di studenti che decidono di studiare all’estero

3 o 6 mesi, un anno o l’intero corso di laurea, purché sia all’estero: sempre più universitari italiani decidono di studiare in atenei stranieri. Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, nel 2021 sono stati 17.248 gli studenti che hanno lasciato l’Italia per trascorrere un periodo di studi fuori dai confini nazionali. Di questi, come riportato da ‘Il Sole 24 ore’ in un articolo di novembre 2023:

  • l’85,6% si è trasferito in un ateneo di un’altra nazione europea;
  • il 6,8% si è spostato in Nord America;
  • il 4,3% ha scelto università in Asia.

Tra chi è rimasto in Europa, la meta preferita è la Spagna: qui, nel 2021, ha studiato il 21,6% degli studenti italiani che hanno trascorso almeno un trimestre all’estero. Seguono la Francia con il 13,4% e la Germania con il 12,2%.

La situazione cambia se ci si concentrata solo sui dottorati di ricerca: in questo caso al primo posto c’è la Francia, con il 14,8% dei dottorandi, seguita dal Regno Unito (14,3%) e dalla Germania (14%). Da questo punto di vista la Spagna è solo quarta, scelta dal 12,6% degli italiani che hanno voluto svolgere all’estero una parte del loro dottorato. Il 13,4%, invece, è andato in Nord America, mentre il 5,1% in Asia.

Perché gli universitari vogliono studiare all’estero

“L’idea era partire e capire cosa volessi dal mio futuro. Nel momento in cui vai a fare un colloquio viene vista come voglia di mettersi in gioco”, ha spiegato una studentessa del Politecnico di Milano, intervistata dal ‘Tg La7’. “All’inizio non avevo grandi aspettative, ma mi ha fatto aprire gli occhi. Ora la mia idea è partire il prima possibile”, ha aggiunto un altro ragazzo, anche lui studente dell’ateneo milanese.

Al Politecnico di Milano lo scorso anno 2500 studenti hanno frequentato corsi all’estero e preso doppie lauree, e altrettanti giovani stranieri hanno scelto il PoliMi per trascorre un periodo di studi in un altro paese. Anche le università private integrano la loro offerta con scambi all’estero. Alla Iulm, per esempio, su 800 iscritti, più di 300 ogni anno frequentano atenei oltre confine.

“Lo studente, mettendosi in gioco e decidendo volontariamente di ripartire da zero in una sede differente con colleghi e docenti diversi, fa una maturazione personale che è evidente una volta che rientrano”, ha spiegato al ‘Tg La7’ Gabriele Della Vecchia, delegato del Politecnico di Milano Affari Internazionali.

Quanto costa studiare all’estero

Ma quanto costa studiare all’estero? In Europa, come spiegato in un altro servizio del ‘Tg La7′, si pagano le stesse tasse che pagano gli studenti del paese che ospita. In altri casi, come per l’Erasmus, si continuano a pagare le quote nell’ateneo di provenienza. In ogni caso, gli studenti dovranno poi sostenere il mantenimento all’estero: casa in affitto o un posto letto in uno studentato, il vitto e gli spostamenti.

Considerando che nelle città europee solo per dormire si spende tra i 400 ed i 600 euro al mese, la cifra mensile si aggira intorno ai 1000 euro, anche se le differenze tra grandi e piccole città sono molte sostanziose.

Mediamente in Europa la formazione costa tra i 20 ed i 30mila euro all’anno, ma all’interno dell’Unione europea ci sono numerose agevolazioni. Le tasse per gli studenti stranieri non possono essere più elevate di quelle fatte pagare ai residenti, e si ha diritto alle stesse borse di studio del paese ospitante.

Al di fuori dell’Ue, invece, le condizioni spesso cambiano molto. Negli Stati Uniti, per esempio, le rette annuali superano i 50mila dollari all’anno. In Gran Bretagna c’è una sensibile differenza tra gli atenei: per i corsi di laurea umanistici le tasse sono attorno alle 10mila sterline all’anno, mentre nelle università ad indirizzo tecnologico si arriva a più del doppio.