Università italiane a rischio: manca mezzo miliardo. La polemica
I rettori lanciano l'allarme per il taglio di mezzo miliardo che mette a rischio le università italiane e scoppia la polemica con la ministra Bernini
Le università italiane sono a rischio. A dirlo la Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, secondo cui all’appello manca mezzo miliardo di euro per la gestione degli atenei. Ed è scoppiata la polemica con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Ecco cosa è successo.
L’allarme dei rettori delle università italiane
I fondi per le università italiane rischiano di diminuire di oltre mezzo miliardo di euro, 513.264.188 per l’esattezza: a prevederlo sarebbe la bozza del decreto ministeriale riguardante il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). L’allarme lo hanno lanciato i rettori delle università italiane riuniti nella Crui.
Il provvedimento, si legge nella nota della Crui come riportata da ‘LaPresse’, presenta “notevoli elementi di criticità che, se confermate, rischiano non solo di arrestare l’evoluzione virtuosa del sistema universitario nazionale, ma di mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’università statale italiana”. Anche perché, hanno aggiunto i rettori, i tagli “rischiano di rendere insostenibile la copertura dei costi del personale”. Per i rettori “emerge la preoccupazione che una intera generazione di giovani ricercatrici e ricercatori non abbia prospettive“.
I rettori chiedono un tavolo di confronto
La bozza di decreto, hanno proseguito dalla Crui, contiene “alcune inversioni di tendenza rispetto agli indirizzi di fondo seguiti negli ultimi anni e la cui logica è difficilmente comprensibile”. Tra il 2019 ed il 2023, infatti, il fondo ha visto “un aumento delle risorse complessivamente destinate al sistema universitario (dai 7,5 miliardi del 2019 ai 9,2 miliardi del 2023)”.
Invece, ora la norma prevede che “lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all’anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del Ffo rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022”. A cui si è aggiunge che “lo stanziamento comprende 300 milioni del piano straordinario”. La riduzione complessiva contenuta nella bozza di decreto, guardando alle risorse senza vincoli specifici, sarebbe dunque pari a 513.264.188 euro.
Per questo, la conferenza ha proposto l’avvio di un tavolo con il ministero dell’Università e della Ricerca e con il ministero dell’Economia e delle Finanze per “discutere alcune possibili riformulazioni degli indicatori di bilancio“, e in particolare “dell’indicatore relativo alle spese per il personale”.
Salta l’incontro con la ministra dell’Università
“A Fondo di finanziamento ordinario ancora in discussione si è scelto di diffondere cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei”, hanno fatto sapere fonti del ministero dell’Università, come si legge su ‘LaPresse’.
“Invece del confronto di merito con il ministro e il suo staff – ancora dal dicastero -, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento in contrasto con qualsiasi tavolo istituzionale di confronto”.
È così saltato l’incontro previsto nella giornata di giovedì 18 luglio tra la ministra dell’Università Anna Maria Bernini e la Crui. Da parte sua, la ministra ha affermato: “A pochi minuti dall’inizio di un incontro in Conferenza dei rettori-Crui programmato da tempo vengono diramate cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. A un confronto di merito con il ministro e il suo staff a documento per il Finanziamento ordinario-Ffo ancora aperto, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa”. Per la ministra Bernini “è un comportamento inaccettabile e che preclude, su tali premesse, qualsiasi ipotesi di confronto”.
La nota del ministero dell’Università
Il ministero dell’Università e della Ricerca ha poi precisato, come riportato da ‘LaPresse’, che “il Fondo di finanziamento ordinario anche per il 2024 è superiore del 21% rispetto al 2019″. Si tratta “di oltre 1 miliardo e mezzo in più, passando da 7 miliardi e 450 milioni a oltre 9 miliardi e 31 milioni”.
Infine, hanno assicurato dal ministero, “per quest’anno e per i prossimi anni non ci sarà alcun taglio”.