
"Rischio serio" per l'università: l'allarme di Ignazio La Russa
Ignazio La Russa lancia un allarme sull'università in Italia, che starebbe correndo un rischio particolare: cosa sta succedendo e qual è la soluzione
L’università sta correndo “un rischio e concreto” secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa. Lo ha annunciato nel corso del suo discorso introduttivo al convegno in Senato ‘Per un’università nuova in un’Italia migliore’, tenutosi il 27 febbraio. Vediamo qual è il pericolo che corre l’università e perché sta succedendo. L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi proposto una soluzione.
- Qual è il rischio che corre l'università secondo La Russa
- Come risolvere il problema: la soluzione proposta da La Russa
Qual è il rischio che corre l’università secondo La Russa
Nel suo intervento durante il convegno, nato dall’iniziativa della senatrice Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, Ignazio La Russa ha voluto mettere in guardia i partecipanti in merito a un rischio specifico che starebbe correndo il mondo universitario in Italia.
“C’è in questo periodo un rischio serio, concreto, che l’università anziché un luogo di confronto, di dibattito, di inclusione torni ad essere un luogo di esclusione“, ha affermato il politico. Un luogo “in cui alcuni, pochi, possano pretendere di zittire altri”, ha aggiunto. “E’ un rischio concreto che va respinto decisamente”, ha rimarcato La Russa.
Il suo riferimento è andato ad un periodo storico molto particolare per l’Italia, ovvero quello degli anni ’70 con il fenomeno sociale dei movimenti studenteschi e i concomitanti “anni di piombo”: “Ho visto la deriva che si era verificata negli anni Settanta, quando situazioni molto più serie di queste avevano trasformato l’università in un luogo di chiusura anziché di apertura”, ha spiegato Ignazio La Russa ai presenti, che ha voluto però tranquillizzare circa l’impossibilità che tornino a verificarsi quegli episodi: “Questo rischio sono certo non si ripeterà nella stessa forma e danno di allora”. Secondo La Russa, inoltre, l’università non dovrebbe sentirsi elitaria ed esclusivamente per pochi, ma dovrebbe elevarsi a strumento di dialogo e apertura.
Anche se il suo è stato un discorso generico, l’intervento di La Russa si aggiunge a quello di Anna Maria Bernini, che durante il convegno ha preso le distanze dalla decisione dell’Università di Torino di interrompere la collaborazione con l’Università israeliana Ben Gurion di Be’er Sheva. “Trovo assolutamente sbagliatissima questa scelta. L’università deve essere un luogo di apertura e inclusione, non di esclusione e chiusura”, ha affermato la ministra durante il suo intervento, come riportato da Open. Il riferimento è stato quindi alla mozione degli studenti approvata dall’ateneo torinese per chiedere la sospensione della cooperazione con l’università israeliana a causa dei suoi legami con le principali aziende produttrici di armamenti.
Come risolvere il problema: la soluzione proposta da La Russa
Una soluzione a questa tendenza dell’università italiana a diventare un luogo di esclusione, riscontrata dal presidente del Senato, ci sarebbe: incentivare il confronto e la capacità di accettare opinioni differenti, poiché non meno importanti o legittime.
“Questo rischio in qualche modo esiste ed è bene stroncarlo dall’inizio – ha infatti sottolineato l’esponente di FdI -. Il modo di farlo è il confronto, parlare, accettare che vi siano anche opinioni diverse purché siano in buona fede, suffragate da considerazioni serie“, ha concluso.