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Rita Levi-Montalcini: Elogio dell'Imperfezione alla Maturità 2024

La scienziata Premio Nobel Rita Levi-Montalcini tra le protagoniste delle tracce della Maturità 2024: di cosa parla il suo Elogio dell'imperfezione

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Svelate le tracce della prima prova della Maturità 2024. La premio Nobel Rita Levi-Montalcini è una delle protagoniste di questo esame di Stato con il suo ‘Elogio dell’imperfezione‘, scelta dal ministero dell’Istruzione e del Merito per una delle 2 tracce del tema di attualità.

Chi è Rita Levi-Montalcini

Rita Levi Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 da una famiglia ebrea sefardita. Nonostante il parere contrario del padre, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Torino, dove si laureò nel 1936 con il massimo dei voti.

Si specializzò in neurologia e psichiatria ma, con l’emanazione delle leggi razziali nel 1938, fu costretta ad emigrare in Belgio, dove continuò i suoi studi ospite dell’Istituto di Neurologia dell’Università di Bruxelles. Nel 1940 fece rientro a Torino, dove allestì un laboratorio domestico in camera da letto per proseguire le sue ricerche. Riuscita a scampare alle deportazioni, nel 1944 divenne medico delle forze alleate.

Terminata la guerra, tornò a Torino dove riprese gli studi accademici. Nel 1947 accettò un incarico alla Washington University.

Nel 1974 fu la prima donna ad essere ammessa all’accademia pontificia delle scienze. Per molti anni rimase negli Stati Uniti, dove lavorò e realizzò gli esperimenti fondamentali che la condussero negli anni ’50 alla scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), il fattore di crescita nervoso, una proteina essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Con questa scoperta vinse il Premio Nobel per la Medicina nel 1986.

Socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza, nel 1992 con la sorella istituì la Fondazione Rita Levi-Montalcini per promuovere il diritto allo studio delle giovani donne dei paesi africani.

L’1 agosto 2001 venne nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.

Rita Levi Montalcini è morta a Roma il 30 dicembre 2012 all’età di 103 anni.

Elogio dell’imperfezione

‘Elogio dell’imperfezione’, il testo inserito tra le tracce della Maturità 2024, è l’autobiografia di Rita Levi Montalcini. Il libro narra la vita della neurologa Premio Nobel, raccontando la sua esperienza sia umana che scientifica. I suoi incontri, i suoi amori, i suoi successi e insuccessi professionali costituiscono la trama del testo, che si presenta come un bilancio dell’operato dell’autrice.

Nel suo racconto la celebre neuroscienziata mette in evidenza come il progresso scientifico ed intellettuale nascono dal momento in cui si riconoscono i propri errori: per capirli, studiarli, ammetterli senza vergogna e, in questo modo, tentare di risolverli. Per Levi Montalcini appellarsi alla propria onestà ammettendo di aver sbagliato è un chiaro indice di maturità. L’imperfezione, così consona alla vita umana, è dunque una tappa obbligata per giungere alla meta. Per questo, a suo avviso, merita di essere elogiata.

Nel libro ampio spazio è dedicato alla scoperta del Nerve growth factor (NGF) e a tutti gli altri studi che hanno consentito alla scienziata di ricevere il Premio Nobel per la Medicina. Altrettanto spazio è lasciato al racconto degli agli anni bui del regime nazista.

Le ultime pagine del libro ospitano una sorta di lettera di Levi-Montalcini indirizzata a Primo Levi. Una riflessione che la scienziata rivolge all’autore di ‘Se questo è un uomo’ sull’imperfezione degli esseri umani e sulla loro malvagità. “È giusto – chiede l’autrice a Levi – tessere le lodi dell’uomo, fare un elogio della sua imperfezione alla luce della spietata offensiva nazista di cui egli è stato l’artefice, il fautore, il demiurgo?”.

Dal racconto autobiografico è stato tratto, nel 2000, un documentario omonimo per la regia di Virgilio Tosi.