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Rita Levi Montalcini e il cucito alla Maturità: il ricordo Fonte foto: Ansa

La Maturità di Rita Levi Montalcini fu "terribile": cosa successe

La nipote di Rita Levi Montalcini ha parlato della zia agli studenti dell’Istituto Rota di Calolziocorte nella sede della Fondazione Dalmine

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Rita Levi Montalcini è stata una neurologa italiana e la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze. Nel 1986 ha ricevuto il Premio Nobel per la medicina ed è stata uno dei personaggi più illustri dell’ambito STEM. La nipote Piera, oggi presidente dell’associazione Levi-Montalcini, ha ricordato la zia davanti agli studenti dell’Istituto Rota di Calolziocorte nell’anfiteatro della sede della Fondazione Dalmine a Bergamo.

Il ricordo della nipote di Rita Levi Montalcini

Piera Levi Montalcini ha parlato di come le gemelle Paola e Rita, una pittrice astrattista e l’altra unica italiana a essere stata insignita del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1986, abbiano contrastato gli stereotipi dell’epoca.

Parlando ai ragazzi, la nipote dell’illustre scienziata ha raccontato anche un aneddoto sull’Esame di Stato della zia. “Pensare che entrambe – ha detto – avevano frequentato un liceo femminile dove per loro stessa ammissione l’esame di maturità fu “brutto e terribile”. Si trattava di tagliare e cucire un’intera camicia da donna. Ricordatevi che si può sempre cambiare e fare quello che ci piace. E mi raccomando: divertitevi sempre qualsiasi cosa facciate”.

L’esortazione ai giovani di Piera Levi Montalcini

Nel discorso agli studenti, Piera Levi Montalcini ha esortato in particolare le ragazze a dedicarsi agli studi scientifici con dedizione come fece per tutta la vita la zia Rita. “Seguite le vostre passioni senza farvi condizionare dall’esterno, se una materia vi piace state sicure che ce la farete. Le ragazze ce la fanno sempre. Guardate me, sono sopravvissuta anche io”, ha affermato.

La stessa Piera, laureata in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, negli anni Settanta ha svelato che all’epoca “non c’erano nemmeno le toilettes per le donne. Eravamo sette ragazze, mentre gli uomini iscritti alla facoltà erano duemila”. Poi ha dedicato un pensiero alla gioventù: “Spesso pensiamo di rendergli la vita facile parando i vari colpi, ma dobbiamo riconoscere che qualche colpo è giusto che i ragazzi lo prendano, magari non troppo doloroso”. Sul tema della fuga dei cervelli ha infine ricordato le lettere dall’America della Premio Nobel che riteneva avesse “depauperato l’Europa. Zia sosteneva come fosse più facile monitorare il progresso rispetto a chi prende un megafono e comincia a parlare alle folle”.

Chi era Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini è nata il 22 aprile 1909 a Torino ed è morta all’età di 103 anni nel 2012. Negli anni cinquanta, con le sue ricerche, scoprì e illustrò il fattore di accrescimento della fibra nervosa NGF (nella fattispecie della struttura assonale), e per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. Il 1° agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.

Nel corso della sua carriera ha lavorato assiduamente sia negli Stati Uniti che in Italia, è stata membro delle maggiori accademie scientifiche internazionali e nel 2009 è diventata la prima persona insignita del premio Nobel a raggiungere il secolo di vita. Levi-Montalcini ha sempre sostenuto di sentirsi una donna libera. Cresciuta in “un mondo vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche possibilità”, dichiarò d’averne “risentito, poiché sapevo che le nostre capacità mentali – uomo e donna – son le stesse: abbiamo uguali possibilità e differente approccio”.