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Sanremo, Lucio Corsi e i voti: il video di Volevo essere un duro
Online il video della canzone di Lucio Corsi 'Volevo essere un duro', con Pieraccioni e Ceccherini: il significato e perché parla di voti a scuola
A poche ore dal debutto al Festival di Sanremo 2025, è stato pubblicato il video ufficiale del brano di Lucio Corsi ‘Volevo essere un duro’. Il cantautore toscano, che nella prima serata della kermesse è entrato subito nella top 5 insieme a Brunori Sas, Giorgia, Cristicchi e Achille Lauro, appare nelle scene del suo video insieme a due celebri comici italiani: Massimo Ceccherini e Leonardo Pieraccioni.
Nelle immagini che accompagnano il suo brano, si parte dai brutti voti a scuola per rendere visivamente il significato del testo. Vediamo perché.
- Il video di 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi
- Il messaggio della canzone di Lucio Corsi a Sanremo 2025
- Cosa ha detto Lucio Corsi sui professori e sulla scuola
Il video di ‘Volevo essere un duro’ di Lucio Corsi
Un bambino è a cena con la sua famiglia, mentre il padre, impersonato da Massimo Ceccherini, legge la sua pagella. “Matematica 3, un po’ bassino; Italiano 4; Geografia 3…Ma è bassissimo Carletto! Vediamo il comportamento: 4? No così no. Alzati in piedi, a letto senza cena, fila!”. È l’incipit del video ‘Volevo essere un duro’ di Lucio Corsi, presentato a Sanremo 2025.
Senza parlare, il bambino si chiude nella sua cameretta e inizia ad entrare in un altro mondo, a sfogare la rabbia con la musica e a sognare di diventare un cantante, un personaggio. I genitori vogliono entrare nella stanza, ma è chiusa a chiave. Così chiamano Padre Mario (Leonardo Pieraccioni), che goffamente cerca di effettuare un esorcismo per calmare il bambino. Una volta entrati nella camera, Carletto finge di dormire e così si tranquillizzano.
Il video è un autoritratto ironico dell’artista, che mostra lo scontrarsi delle aspettative dei genitori (e della società in generale) e delle proprie passioni, con la disillusione della vita vera.
Il messaggio della canzone di Lucio Corsi a Sanremo 2025
Il brano sanremese di Lucio Corsi parla “del fatto che sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava”, ha spiegato in un’intervista di Vanity Fair il cantante. “Questo mondo ci vuole indistruttibili, inscalfibili, perfetti, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori, senza dirci però che tutti i fiori sono appesi a un filo – ha aggiunto –. Siamo molto più in bilico in realtà, in ogni modo. Siamo molto più in equilibrio precario sulle cose e bisogna accettare questa cosa e trovarci dentro il bello”.
‘Volevo essere un duro’ è una ballata che dimostra come “spesso si sogna di essere qualcosa che, in realtà, non è tanto meglio di ciò che siamo”, ha spiegato Corsi. Per farlo utilizza nel testo diversi volti che una volta considerava migliori di lui e che avrebbe voluto indossare, come il Robot, il lottatore di sumo, lo spaccino, i campioni di sputo o lo scippatore. In realtà, il brano spiega che la perfezione non esiste e che è importante riconoscere i propri difetti e gli errori, imparando a conviverci restando persone autentiche.
Cosa ha detto Lucio Corsi sui professori e sulla scuola
Lucio Corsi, classe ’93, ha già conquistato la Giuria della Sala Stampa, TV e Web, nel primo appuntamento del 75° Festival della canzone italiana, ma prima del debutto ha fatto parlare di sé, sollevando alcune polemiche per la sua frase sui professori. In un video diffuso dalla Sugar Music sui social, l’artista maremmano aveva detto: “Non ho imparato nulla dai professori“.
Ma la scuola, secondo quanto raccontato dal giovane cantante, gli è comunque servita, soprattutto grazie ai suoi compagni di classe: “Allo scientifico ero l’unico che suonava, con i capelli lunghi”, ha raccontato il cantante, aggiungendo: “Ho imparato a convivere con altre persone che non hanno le mie stesse passioni. Questo è l’insegnamento più grande che mi ha dato la scuola”.