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Giuseppe Valditara Fonte foto: ANSA

Diplomifici in Sicilia: lo scandalo e l'annuncio di Valditara

L'annuncio di Giuseppe Valditara dopo la scoperta dello scandalo diplomifici in Sicilia: cosa è successo e cosa ha detto il ministro dell'Istruzione

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dopo la scoperta dello scandalo diplomifici in Sicilia, è arrivata la rassicurazione del ministro dell’Istruzione e del Merito. Ecco l’annuncio di Valditara.

L’annuncio del ministro Valditara sullo scandalo diplomifici

“Con le nuove norme che abbiamo fortemente voluto tutto questo non sarà più possibile”. Lo ha scritto su X il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara postando l’articolo di ‘La Repubblica’ che il 23 aprile ha raccontato lo scandalo dei diplomifici in Sicilia. Nel mirino ci sono alcune scuole private sicule, vere e proprie “fabbriche di diplomi” che operano da anni sull’isola proponendo il conseguimento del diploma in un solo anno, invece che in 5, o il recupero di 4 anni in 5 mesi con corsi online.

Nel disegno di legge ‘Semplificazione‘, già approvato dal Consiglio dei ministri, ci sono delle misure che mirano a scongiurare queste pratiche:

  • si possono recuperare al massimo 2 anni in 1;
  • è necessaria la presenza di un commissario esterno per gli esami di idoneità;
  • stop alla creazione di classi solo per l’ultimo anno.

“Con le misure sui cosiddetti diplomifici – ha detto il ministro, come riportato da ‘La Repubblica’ – puntiamo a prevenire fenomeni di illegalità e di abuso, che danneggiano innanzitutto gli studenti e con loro l’intero sistema scolastico nazionale di cui le scuole paritarie sane, che sono la stragrande maggioranza, sono risorsa preziosa”.

“Lo studente – hanno fatto sapere dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – può sostenere, nello stesso anno scolastico, presso una scuola del sistema nazionale di istruzione, gli esami di idoneità al massimo per i 2 anni di corso successivi a quello per il quale ha conseguito l’ammissione per effetto di scrutinio finale. Si precisa inoltre l’obbligo per tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, comprese le scuole paritarie, di adottare gli strumenti della pagella elettronica, del registro online e del protocollo informatico“.

Sicilia, lo scandalo delle scuole private

Come riportato da ‘La Repubblica’, il caso diplomifici è esploso a seguito di un rapporto dettagliato chiesto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla Regione Sicilia su presunte irregolarità in alcune delle 68 scuole paritarie dell’isola.

Stando a quanto verificato da ‘La Repubblica’, alcuni istituti privati di Palermo e Agrigento propongono il conseguimento del diploma in 1 anno, seguendo esclusivamente corsi online al costo di 5 o 6mila euro. Altri il recupero di 4 anni in 5 mesi “senza obbligo di frequenza, direttamente da casa”. Da una scuola hanno risposto che sono sufficienti “10 ore di lezione online a settimana”. In alcuni istituti privati siciliani, riporta ancora il quotidiano, la Maturità si può conseguire in 1 anno con una cifra che oscilla fra i 4 e gli 8mila euro.

‘La Repubblica’ ha sottolineato che queste scuole operano da anni “alla luce del sole e con l’autorizzazione della Regione, che dà loro anche soldi pubblici (7 i milioni nell’ultima Finanziaria)”.

L’elenco con le prime 10 scuole sospette sarebbe già sul tavolo dell’assessore all’Istruzione della Regione siciliana Mimmo Turano. “Le relazioni sono soggette a segreto istruttorio — ha spiegato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro, come riportato da ‘La Repubblica’ —. Le ispezioni sono in corso e non possiamo fornire nessun elemento di anticipazione a queste scuole”. Al lavoro ci sono 10 ispettori fra quelli dell’Ufficio scolastico regionale e quelli inviati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.