
Il decreto Pnrr Scuola è legge, cosa cambia: tutte le novità
La Camera ha dato il via libera definitivo al decreto Pnrr Scuola, che è così diventato legge: ecco tutte le novità previste dal provvedimento
Il decreto Pnrr Scuola è legge. Nella seduta del 3 giugno la Camera ha approvato in via definitiva il disegno legge di conversione del decreto-legge 45/2025 recante “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026”. Il provvedimento introduce numerose novità in tema di istruzione e università a partire dal prossimo anno scolastico e accademico.
- Approvato il decreto Pnrr Scuola
- Contrasto ai diplomifici
- Riforma istituti tecnici e rilancio degli Its Academy
- Novità per gli insegnanti
- Misure di sostegno a famiglie e studenti
- Lotta al disagio giovanile
- Interventi sull'edilizia scolastica
- Le misure per il settore università
Approvato il decreto Pnrr Scuola
Il decreto Pnrr Scuola ha ricevuto l’ok della Camera dei deputati. Il provvedimento, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia, ha ottenuto il via libera con 155 voti favorevoli, 78 contrari e 4 astenuti, senza subire modifiche rispetto al testo già approvato dal Senato il 21 maggio scorso.
La legge prevede numerose novità: dal contrasto ai cosiddetti diplomifici al completamento della riforma degli istituti tecnici, dall’introduzione di nuove figure in campo universitario a cambiamenti nel reclutamento degli insegnanti. Vediamo, di seguito, cosa contiene la norma.
Contrasto ai diplomifici
Vengono introdotte delle misure con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dei ‘diplomifici‘ nelle scuole paritarie. Vengono imposti limiti più severi per l’attivazione delle classi terminali collaterali e, in un’ottica di maggiore trasparenza e regolarità, viene esplicitamente vietato di sostenere, nello stesso anno, due differenti esami, anche in istituti di tipo diverso.
Inoltre è previsto l’obbligo, per tutte le scuole, sia statali che paritarie, di adottare la pagella elettronica, il registro online e il protocollo informatico, strumenti essenziali per garantire la tracciabilità e la correttezza dei percorsi educativi.
Riforma istituti tecnici e rilancio degli Its Academy
Il decreto Pnrr Scuola si occupa anche del completamento della riforma degli istituti tecnici, introducendo un nuovo assetto ordinamentale progettato per essere più reattivo alle trasformazioni economiche e sociali del Paese.
Questo intervento mira a consolidare il legame tra il mondo della scuola e il territorio, promuovendo al contempo l’innovazione e l’internazionalizzazione dei percorsi formativi. Si rafforza inoltre la continuità con i percorsi dell’istruzione terziaria tecnologica al fine di formare figure professionali altamente specializzate.
Un’attenzione particolare è riservata agli ITS Academy, considerati strategici per il futuro. Per questi viene allineato al livello universitario sia il trattamento fiscale delle borse di studio sia il riconoscimento dei titoli e dei percorsi formativi svolti all’estero.
Novità per gli insegnanti
Per il personale docente, il decreto Pnrr completa la revisione del sistema di reclutamento degli insegnanti. Le novità includono l’ampliamento delle graduatorie agli idonei, l’introduzione di nuovi elenchi regionali sempre a beneficio di coloro che hanno superato i concorsi ma non sono ancora stati assunti, e l’accelerazione delle nomine in ruolo. Vengono inoltre valorizzate categorie finora escluse o penalizzate, come gli idonei del concorso “Straordinario 2020” e quelli del concorso di Educazione motoria.
Una misura significativa, già valida per quest’anno scolastico, è il riconoscimento della Carta del docente anche ai supplenti su posto vacante e disponibile.
Misure di sostegno a famiglie e studenti
Il decreto Pnrr Scuola rafforza anche il supporto diretto a famiglie e studenti, con interventi mirati a migliorare l’accesso all’istruzione e alla conciliazione vita-lavoro dei genitori.
La dotazione del Fondo affitti per gli studenti fuori sede è incrementata di 9,5 milioni di euro. Le risorse sono destinate a sostenere i ragazzi con un ISEE inferiore ai 20mila euro e che non beneficiano di altri contributi pubblici per l’alloggio. Sono stati rivisti anche i criteri di accesso per valorizzare il merito: per accedere al beneficio, lo studente non deve aver accumulato più di un anno di fuoricorso.
Inoltre, si stanziano 820 milioni di euro per l’attuazione del Piano asili nido. Questo fondo è destinato ai Comuni con livelli di copertura del servizio 0-2 anni inferiori alla media nazionale del 33%, con l’obiettivo di garantire maggiore equità territoriale e supportare la conciliazione tra tempi di vita e lavoro delle famiglie.
Infine, il provvedimento prevede l’incremento delle risorse per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo per gli studenti in difficoltà economica.
Lotta al disagio giovanile
Il provvedimento interviene anche per contrastare il disagio giovanile. Per affrontare questa sfida, viene assegnato al ministero dell’Istruzione e del Merito un milione di euro destinati alla formazione dei docenti. Tale investimento mira a dotare gli insegnanti degli strumenti necessari per riconoscere e gestire situazioni di disagio e per supportare gli studenti in percorsi di prevenzione delle dipendenze.
Interventi sull’edilizia scolastica
In sede di conversione, il testo del decreto si è arricchito di misure volte a favorire l’attuazione degli interventi di edilizia scolastica, frutto del confronto con l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Tra queste troviamo l’utilizzo dei ribassi d’asta, la semplificazione delle procedure e l’incremento di 20 milioni di euro in due anni per le esigenze straordinarie.
Le misure per il settore università
Una novità introdotta durante il passaggio al Senato riguarda il settore universitario. Il decreto prevede l’introduzione di due nuove figure professionali per la ricerca: gli “incarichi di ricerca” e i “post-doc”. Queste, già contemplate nel ddl 2140 sul pre-ruolo (ancora fermo in Senato), affiancano i contratti di ricerca e consentono agli enti, alle università e alle Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) “di disporre di strumenti flessibili per proseguire e rafforzare l’attività di ricerca”, hanno spiegato dal ministero dell’Università e della ricerca (MUR).
Secondo il MUR, l’introduzione di queste nuove figure rappresenta “un’opportunità in più per contrastare la fuga dei cervelli, aumentare l’attrattività degli scienziati, garantire sostenibilità e competitività alla ricerca italiana”.
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