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Sciopero a scuola, classe vuota Fonte foto: iStock

Sciopero scuola 10 gennaio 2025, chi si ferma e perché: i motivi

Nella giornata di venerdì 10 gennaio 2025 è stato indetto un nuovo sciopero della scuola e dei mezzi di trasporto pubblico, il primo dell'anno nuovo

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Venerdì 10 gennaio 2025 è stato indetto un nuovo sciopero che interessa la scuola e il trasporto pubblico. Si tratta della prima mobilitazione del 2025, che riguarda due settori che già alla fine del 2024 sono stati protagonisti di altre proteste analoghe. Quali sono le motivazioni che hanno spinto i sindacati a indire un nuovo sciopero nazionale, a pochi giorni dal rientro a scuola dopo le lunghe vacanze di Natale? Chi si ferma e perché nella giornata del 10 gennaio 2025?

Sciopero della scuola 10 gennaio: i motivi

Il personale scolastico incrocia le braccia nel nuovo sciopero indetto il 10 gennaio 2025, come già annunciato da una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito inviata a fine 2024. In questa giornata è prevista una mobilitazione di tutto il personale docente, educativo e Ata, assunto sia a tempo determinato che indeterminato. Il nuovo sciopero che interessa la scuola è stato indetto dal CSLE (Confederazione Sindacale Lavoratori Europei) e, come ricordato dal sindacato nella nota che annuncia il giorno di protesta, riguarda le scuole pubbliche, le scuole private e le scuole comunali di ogni ordine e grado, compresi gli asili.

I motivi dello sciopero del 10 gennaio 2025 sono stati spiegati dalla sigla sindacale, che chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito “un aumento più oneroso degli stipendi portando i salari allo standard Europeo; abolizione immediata dell’obbligo verso i collaboratori scolastici ad effettuare cambio di pannolini e igiene sanitaria su alunni D.A.; predisporre corsi abilitanti per i collaboratori che vogliono effettuare la mansione in cui si prevede pannolini e igiene sanitaria su alunni D.A. e riconoscimento economico suppletivo; abolizione immediata del decurtamento orario sulle ferie per chi aderisce agli scioperi, in quanto azione anti Costituzionale e anti Democratica; mancata erogazione di indennizzo per la turnazione codice 1531; rispetto sulle sostituzioni del personale circolare n°354 del 05/01/2024; rispetto del rapporto frontale 1 a 7 educatrice/bambini legge regionale n°7/2020 art.35 comma 1″.

Sciopero dei mezzi di trasporto, quanto dura

Per quello che riguarda, invece, il trasporto pubblico, lo sciopero di venerdì 10 gennaio 2025, che ha ripercussioni anche sugli spostamenti degli studenti, riguarda sia i mezzi locali sia i treni. I lavoratori Rfi hanno deciso di fermarsi dalle ore 21 del 9 gennaio e fino alle ore 20.59 del 10 gennaio. I lavoratori di TPL, invece, incrociano le braccia per quattro ore per aderire allo sciopero nazionale: gli orari sono diversi a seconda delle città.

Trenitalia ha ricordato che nelle giornate di sciopero sono assicurati solo i servizi minimi di trasporto e che i treni già in viaggio arriveranno alla destinazione finale, se questa, però, è raggiungibile entro un’ora dall’inizio della mobilitazione indetta dai sindacati. Se così non fosse, i convogli possono fermarsi in altre stazioni e non proseguire la corsa.

A Roma, invece, il trasporto pubblico potrebbe andare in tilt per 4 ore, dalle 8.30 alle 12.30: la mobilitazione è stata indetta dal sindacato Faisa Confail e interessa la rete Atac e le linee periferiche che sono gestite da operatori privati, come annunciato da un comunicato di Roma Servizi per la Mobilità. A Milano Atm ha garantito che le linee della metropolitana restano aperte anche dopo le 8.45. Le motivazioni dello sciopero

Sciopero anche per il trasporto aereo: la mobilitazione riguarda, infatti, lavoratori di handler, della Sea spa e gli addetti alle pulizie.

Confail-Faisa ha spiegato in un comunicato che lo sciopero è stato indetto per la “grave situazione economica e contrattuale in cui versano migliaia di professionisti del comparto”. L’ultimo accordo “rappresenta un ulteriore affronto alla dignità dei lavoratori”. La mobilitazione riguarda “stipendi bassi e inadeguati rispetto all’aumento del costo della vita”, contratti collettivi nazionali “incapaci di valorizzare e proteggere i diritti dei lavoratori”, orari e carichi di lavoro “insostenibili, che compromettono l’equilibrio tra vita privata e professionale”.