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Scrittura a mano Fonte foto: iStock

Scrittura a mano a rischio: l'allarme dell'Accademia della Crusca

La scrittura a mano, soprattutto il corsivo, è a rischio: l'allarme lanciato da Claudio Marazzini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La scrittura a mano è a rischio. Questo è l’allarme lanciato da Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, che ha spiegato che anche in un’epoca in cui sono le nuove tecnologie a prendere il sopravvento, la scrittura manuale deve sopravvivere come un’importante “forma educativa primaria” e come “strumento utilissimo”.

Cosa sta succedendo alla scrittura a mano

“Non basta muovere le dita veloci su di una tastiera, non basta dettare un messaggio vocale o trascritto automaticamente da una macchina – ha detto Claudio Marazzini a ‘Adnkronos’ -. Guai a chi vuole trasformare il nativo digitale in un analfabeta sostanziale”. Il presidente onorario dell’Accademia della Crusca ha espresso tutta la sua preoccupazione riguardo al ricorso precoce alle tecnologie informatiche, che toglierebbe sempre più spazio alla scrittura a mano che così rischierebbe di scomparire.

“Per prima cosa – ha continuato il presidente della Crusca -, occorre dire con chiarezza che chi propone di abolire la scrittura manuale (se pur esiste davvero chi abbia l’impudenza di proporre una cosa del genere), manca di qualunque criterio pratico ed educativo”.

Marazzini ha fatto un esempio: “immaginiamo un uomo che non sia in grado di prendere un appunto al volo su un pezzo di carta, ma dipenda sempre dalla batteria di un suo strumento. Poveretto, quest’uomo! Come maledirà chi lo ha ridotto così”.

L’importanza del corsivo secondo l’Accademia della Crusca

L’allarme della Crusca non riguarda solo la scrittura a mano in generale, ma anche e soprattutto l’utilizzo del corsivo. Come ha spiegato Marazzini a ‘Adnkronos’, l’acquisizione della scrittura corsiva, “è fondamentale per ottenere il controllo manuale dell’arto sotto dominio intellettuale, in un equilibrio assolutamente prezioso e necessario”. Scrivere in corsivo, dunque, non è un mero fattore estetico, ma ha a che fare con le funzioni neuro-cerebrali che riguardano il pensiero ed il linguaggio, sia parlato che scritto.

Sempre più spesso, però, i bambini sarebbero portati ad utilizzare lo stampatello al posto del corsivo. In merito a questo, il presidente onorario ha osservato: “Quanto alla diffusione dello stampatello nella scrittura a mano, la cosa si fa più complicata. Probabilmente gli stili individuali di scrittura stanno diventando indecifrabili”. E ha raccontato: “Ricordo che mio padre, nato nel 1907, aveva una grafia bellissima, perché aveva studiato a scuola calligrafia, che poi fu abolita. Cent’anni senza calligrafia possono forse produrre lo stampatello generalizzato”.

“Però solo il corsivo, con la sua fluidità, interrotta dalle separazioni tra parole, ha tutte le caratteristiche positive”, ha concluso il presidente onorario dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini.

La petizione per la scrittura a mano

Non è la prima volta che il tema sul rischio della scomparsa della scrittura a mano si affaccia nel dibattito pubblico. La questione è discussa da almeno un decennio. Ma negli ultimi anni l’appello della Crusca e degli esperti di promuovere l’utilizzo della scrittura a mano si è fatto sempre più incisivo.

Nel 2020, l’archeologo e scrittore Carlo Di Clemente ed il blogger e attivista Stefano Molini lanciavano una petizione, firmata da oltre 6mila persone, per chiedere all’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e agli insegnanti della scuola di ogni ordine e grado di promuovere ed incoraggiare la scrittura a mano.

“Pur ritenendo che il processo di digitalizzazione della scuola italiana, e più in generale del Paese, sia indispensabile – riportava la petizione lanciata su ‘Change.org’ -, siamo assolutamente convinti che la scrittura a mano dei nostri studenti debba essere, nella sua straordinaria bellezza, stimolata il più possibile”.

Secondo Di Clemente e Molini, scrivere a mano è importante perché: “è scientificamente provato che la scrittura a mano, soprattutto in corsivo, produca enormi benefici per lo sviluppo cognitivo nell’età dell’infanzia perché accende nel bambino aree del cervello deputate al pensiero, al linguaggio, alla manualità e alla memoria“.