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Como Calcio, sqaudra Ipa

Scuola chiusa in zona stadio, è polemica col Como Calcio

Continuano le polemiche a Como per la chiusura di una scuola vicino allo stadio per realizzare un parcheggio: la protesta della preside e dei genitori

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Al posto della scuola, che si trova in zona stadio, sorgerà un parcheggio: è polemica a Como per la decisione dell’Amministrazione Comunale, che ha deciso di chiudere le elementari per far spazio a un autosilo. La preside dell’Istituto Comprensivo e anche i genitori stanno protestando da tempo contro una decisione ritenuta ingiusta nei confronti della comunità di piccoli studenti della zona: la dirigente scolastica ha anche rifiutato i regali fatti dal Como Calcio ai suoi allievi.

A Como un parcheggio sorgerà al posto della scuola

La scuola primaria “F. Corridoni” di Como, insieme ad altri istituti che si trovano a pochi metri dallo stadio Sinigaglia della città lombarda, verrà chiusa, per trasformare quell’area in un ampio parcheggio multipiano.

La decisione dell’Amministrazione Comunale, guidata da Alessandro Rapinese, ha sollevato polemiche e proteste, anche per le parole utilizzate dal sindaco durante la discussione in Consiglio. Il primo cittadino ha utilizzato termini come “cesso” per descrivere gli istituti di via Sinigaglia e di via Perti, ma a ha anche parlato di “aule cucù” o “aule peluche” in riferimento agli ambienti creati all’interno delle scuole per gli studenti più fragili e con disabilità”.

La protesta della preside dell’istituto comprensivo Como-Borgovico

La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Como-Borgovico, di cui fa parte la scuola primaria Corridoni, ha rimandato indietro al mittente gli scatoloni contenenti gadget che il Como Calcio aveva regalato ai duecento alunni della sua scuola. Inoltre, la preside ha anche interrotto il progetto di “Multi sport” di educazione motoria

Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con la società“, ha spiegato la preside a La Repubblica, aggiungendo: “In questi anni abbiamo avuto i giocatori in aula a firmare autografi ai bambini, siamo andati a vedere alcune partite e abbiamo collaborato insieme a diversi progetti. Oggi però, di fronte alla possibilità che la scuola chiuda, siamo profondamente amareggiati per l’assenza di una risposta da parte del Como. Questo silenzio così assordante si fa sentire forte in realtà. E così, per rispetto verso le famiglie che stanno vivendo momenti molto difficili all’idea di dover spostare i propri figli non si sa dove, abbiamo ritenuto opportuno restituire i gadget e non rinnovare il progetto di educazione motoria”.

A inizio anno scolastico, come da tradizione, a scuola erano arrivati i kit di cancelleria brandizzati del Como 1907, ma proprio in quei giorni è scoppiato il caso. Il Como Calcio non ha ancora commentato la questione, non rilasciando alcun commento nemmeno in merito alla restituzione dei regali: “Abbiamo ricevuto gli scatoloni e li abbiamo rimandati indietro al mittente che ha provveduto al ritiro senza chiederci nulla. Tenerli e distribuirli ci sembrava davvero irrispettoso. Tra l’altro, lo scorso anno erano venuti due calciatori a consegnare i regali per i bambini, quest’anno nessuno”.

La delusione dei genitori degli alunni della scuola di Como

Anche i genitori degli alunni che frequentano quella scuola sono delusi. Simone Carlo Molteni, presidente del consiglio d’istituto, ha spiegato che “nessuno sta pensando realmente alle problematiche che le famiglie devono affrontare. Se la scuola sarà sostituita da un parcheggio molti genitori dovranno spostare i propri figli altrove, anche molto lontani da casa”. Il Presidente ha ricordato che la “normativa prevede che alle elementari si vada a scuola a piedi ed è evidente che in questo caso non si possano percorrere a piedi 14 chilometri al giorno. Senza dimenticare i bambini con gravi disabilità o con bisogni speciali che in questo istituto avevano aule e progetti dedicati che nel nuovo piano andranno persi”.

Simone Carlo Molteni ha ricordato anche i tanti favori chiesti negli anni dal Como Calcio e concessi dalla scuola: “ma ora che siamo noi ad aver bisogno di sostegno nessuno ci dà retta. In tanti abbiamo scritto alla società, senza mai ottenere risposte”. In questi mesi sono state fatte tante proposte per cercare una soluzione, ma nessuno ha ascoltato i docenti e i genitori.

“La decisione di restituire i gadget è stata più che giusta. Anzi, abbiamo deciso di estenderla anche agli altri plessi che hanno ricevuto doni dal Como. Perché siamo una comunità e ci supportiamo a vicenda, soprattutto in un momento di difficoltà. Quello che dispiace, e lo dico anche da tifoso del Como, è vedere questo atteggiamento di indifferenza da parte della società verso un partner in difficoltà che ha chiesto aiuto in ogni modo”, ha concluso il Presidente del Consiglio di Istituto.

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