Salta al contenuto
Scuole smartphone free: cosa prevede la proposta di Valditara Fonte foto: 123rf

Scuole smartphone free: cosa prevede la proposta di Valditara

Il ministro dell'Istruzione Valditara ha parlato dell'uso del cellulare tra gli studenti e ha lanciato la sua idea sulle scuole smartphone free

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Lo smartphone è uno strumento di uso quotidiano ormai non solo per gli adulti, ma anche per i giovanissimi. Più volte la scuola è intervenuta sul suo utilizzo durante le ore scolastiche, per l’anno accademico 2024/2025 è stato introdotto il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni dalla scuola d’infanzia fino alla secondaria di primo grado.

Il ministro dell’Istruzione e del merito è tornato a parlare di questo dispositivo riportando anche i dati di alcuni studi. “Analisi internazionali hanno dimostrato i danni che un abuso dello smartphone provoca sui giovani, che attengono alla capacità di concentrazione, alla fantasia, alla capacità di memorizzare“, ha detto durante il convegno “Leggere il presente per scrivere il futuro. Il valore imprescindibile della lettura su carta e della scrittura a mano in corsivo”, promosso dal direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini.

Cosa intende Valditara per scuole smartphone free

Per il ministro, dati gli effetti negativi che il cellulare comporta per i più giovani, bisognerebbe “far sì che prendano una pausa, almeno a scuola, dallo smartphone per fare in modo che non maturino una dipendenza”. “Facciamo che le scuole siano ambienti smartphone free“, è la sua proposta aggiungendo che “molti paesi hanno già avviato un percorso di contenimento dell’utilizzo in particolare per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, come abbiamo fatto noi”.

Ma per Valditara è arrivato il momento di fare di più quindi “di vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni. Esiste già una direttiva europea che interviene su questo settore, ora bisogna arrivare al riconoscimento dell’utente”. Il ministro ha poi specificato che questo “non vuol dire rifiutare la tecnologia”, ma che “dobbiamo insegnare ai nostri giovani a utilizzare gli strumenti digitali in modo corretto, come previsto dalle Linee guida sull’Educazione civica”. Dell’uso degli smartphone a scuola, proprio su richiesta di Valditara, si discuterà il 25 novembre a Bruxelles.

Valditara e gli smartphone vietati ai giovani: il retroscena di Crepet

Sulle proposte di Valditara, in particolare riguardo il divieto dell’uso degli smartphone a scuola fino alle medie, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha rivelato al ‘Corriere della Sera’ di essere stato interpellato dal ministro.

Per lo specialista uno dei pericoli maggiori sono i social network che “sono stati dei moltiplicatori di violenza incredibili”, ha spiegato. Perciò “credo che i telefonini andrebbero vietati almeno fino a 12 anni. Su questo – ha aggiunto – mi ha chiesto un parere anche il ministro dell’Istruzione Valditara. Sono d’accordo su tutta linea a una decisione di questo tipo”.

Niente smartphone agli under 14: cosa dicono gli esperti

Recentemente il pedagogista Daniele Novara e lo psicoterapeuta Alberto Pellai hanno lanciato una petizione per chiedere al governo una stretta sui cellulari per bambini e adolescenti: niente smartphone a under 14 e nessun profilo social per chi ha meno di 16 anni.

Novara in particolare ha spiegato che nel cervello ci sono “aree deputate, ovvero specializzate, al ‘piacere’. Sono quelle che promuovono e registrano il godimento”.

Nei bambini l’area del piacere è molto ampia perché vive giocando, mentre per l’adolescente è legata soprattutto “alla relazione con i compagni, ai primi rapporti affettivo-sessuali. Si tratta di un’area diversa da quella infantile, meno legata al gioco, più al contatto”. Gli smartphone, con la loro mole di contenuti, si sostituiscono al “piacere” del gioco con i compagni, degli incontri e della socializzazione con gli amici creando un danno enorme “perché, sparendo le aree di crescita legate la gioco e alla socializzazione, si spegne anche la crescita. E ne scaturisce l’isolamento”.