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Classe di studenti con il professore Fonte foto: iStock

Il Trentino non recepirà la legge Valditara sul voto in condotta

Il Trentino non recepirà la legge Valditara sul voto in condotta: la spiegazione fornita dalla vicepresidente della Provincia autonoma di Trento

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

La proposta della riforma sul voto di condotta nelle scuole italiane, fortemente voluta da Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni, è diventata legge. Non si conoscono ancora le modalità di attuazione e quando entreranno in vigore le modifiche previste, ma c’è già chi storce il naso di fronte alle nuove regole. Se i presidi italiani si sono detti subito favorevoli al cambiamento, il Trentino ha deciso di non recepire la legge Valditara che prevede la bocciatura per chi ha il 5 in condotta. A intervenire nel merito della questione è stata la vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessora all’istruzione Francesca Gerosa.

Cosa prevede la riforma sul voto in condotta

Il ddl Valditara sul voto in condotta prevede grossi cambiamenti per quello che riguarda la valutazione del comportamento di studenti e studentesse a scuola. Il disegno di legge del ministro dell’Istruzione e del Merito, diventato legge dopo la definitiva approvazione in Parlamento, prevede alcune novità per tutto il sistema scolastico italiano. La legge approvata dal Parlamento “rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti”, ha detto Valditara dopo il sì di deputati e senatori.

La riforma del voto in condotta, apprezzata dai presidi, è chiara: con il 5 si viene bocciati. Alle scuole superiori non sarà un voto simbolico, ma avrà un peso determinante. Con un 6 si viene, infatti, rimandati a settembre. I ragazzi devono presentare un elaborato di educazione civica per poter passare all’anno successivo. Chi non lo presenta oppure ottiene un’insufficienza dai suoi professori, viene bocciato e deve ripetere l’anno. Ci si salva solo con il 7 in condotta. Il voto di condotta espresso in decimi torna anche alle scuole medie e farà media.

Per chi frequenta l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, inoltre, un 6 in condotta prevede la discussione, in fase di colloquio di Maturità, di un elaborato di educazione civica. Inoltre, un voto sotto al 9 non permette di avere sufficienti crediti formativi per poter aspirare a una valutazione di uscita pari al 100. La condotta degli studenti, dunque, inciderà anche sul voto finale di Maturità,

Perché il Trentino ha detto no alla riforma sul voto in condotta

A spiegare per quale motivo il Trentino non recepirà la nuova riforma sul voto di condotta, criticata duramente dal Guardian, è stata la vicepresidente della Provincia e assessora all’istruzione, Francesca Gerosa, in alcune dichiarazioni fornite a ‘L’Adige’.

“Il sistema scolastico trentino è organizzato in modo molto diverso in tema di voto di condotta rispetto al sistema nazionale: da noi si valuta la capacità di relazione, che è una sintesi di più elementi molto più ampia della semplice condotta scolastica”, ha detto.

L’assessora ha voluto precisare come nel sistema scolastico del Trentino vengono affrontate le situazioni più al limite: “Il tema del bullismo e della violenza a scuola è conosciuto e non è sottovalutato, ma a livello trentino il focus è di trovare il modo di far rispettare in modo inflessibile le regole di convivenza, in modo da formare persone che abbiano un comportamento proprio in ogni situazione, anche fuori dagli spazi scolastici. Il sistema nazionale parla di bocciatura per un 5 in condotta, ma la vera questione è recuperare i ragazzi, anche perché la bocciatura non risolve magicamente il problema”.