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Voto in condotta, Guardian contro governo Meloni: il duro attacco

Il duro attacco del 'Guardian' al governo Meloni per la legge sul voto in condotta: “simile a una misura introdotta dal governo fascista di Mussolini"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il quotidiano inglese ‘The Guardian‘ boccia la legge sul voto in condotta promossa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: il duro attacco al governo Meloni.

‘The Guardian’ attacca la legge sul voto in condotta

La nuova legge sulla condotta a scuola, che ha ricevuto l’ok definitivo della Camera mercoledì 25 settembre, fa notizia non solo in Italia ma anche all’estero. Per il ‘Guardian’, uno dei più importanti giornali britannici, si tratta di una norma che ricorda le leggi fasciste. “La bocciatura degli alunni che si comportano male”, ha scritto il quotidiano inglese, è “simile a una misura introdotta per la prima volta dal governo fascista di Benito Mussolini nel 1924“.

Il ddl Valditara approvato dal Parlamento italiano “conferisce alle scuole il potere di bocciare gli studenti basandosi esclusivamente sul loro comportamento“, riporta ancora il ‘Guardian’. “Gli studenti delle scuole medie e superiori che ottengono un punteggio pari o inferiore a cinque su 10 in condotta non supereranno l’anno e dovranno ripeterlo anche se il loro livello scolastico è all’altezza. Gli studenti delle scuole superiori che ottengono solo sei in condotta dovranno fare un test di Educazione civica. I voti in condotta influenzeranno notevolmente anche l’esame di Maturità“.

Come raccontato dal ‘Guardian’, la legge fortemente voluta dal ministro Valditara e dal Governo Meloni, che il giornale inglese definisce “far-right government” (ovvero governo di estrema destra), “segue un aumento di oltre il 110% degli episodi di aggressione nei confronti del personale docente dall’inizio dell’anno rispetto al 2023. In molti casi gli insegnanti hanno avuto bisogno di cure mediche, mentre in altri gli autori erano i genitori degli alunni. Gli studenti spesso si scontrano con i loro insegnanti per l’uso dei telefoni cellulari in classe”.

La norma sul voto in condotta “dell’era Mussolini – ha concluso il ‘Guardian’ – rimase in vigore fino alla metà degli anni ’70, prima di essere eliminata nelle scuole elementari e medie dopo le proteste studentesche. Subì modifiche nel corso degli anni prima di essere rimossa in tutte le scuole nel 2000″.

Le critiche del Pd

“Per il ddl Sicurezza vi siete rifatti al Codice Rocco, mentre la matrice del ddl voto in condotta appartiene alla Riforma Gentile“, ha affermato la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd nella commissione bicamerale per l’Infanzia. Giovanni Gentile, autore di quella che Benito Mussolini definì “la più fascista delle riforme“, fu ministro della Pubblica istruzione nel governo guidato dal duce tra il 1922 e il 1924.

“Gli anni sono gli stessi – ha continuato Di Biase -, anche gli intendimenti e forse la direzione in cui volete portare il nostro Paese è finalmente chiara”, ha detto rivolgendosi alla maggioranza. “C’è una differenza sostanziale tra le due parole fondamentali che sono ‘autorità’ e ‘autorevolezza’ – ha puntualizzato la dem -. Parole che hanno la stessa radice dal punto di vista etimologico che però declinano in modo assolutamente diverso rispetto agli aggettivi ‘autoritario’ e ‘autorevole’”.

La nuova legge sul voto in condotta “non ha nulla di autorevole, ma è purtroppo soltanto una riforma autoritaria che non farà bene alla scuola pubblica”, ha concluso Michela Di Biase.

Anche la collega di partito Anna Ascani, vicepresidente della Camera, ha parlato di un ritorno “a un tempo che avremmo preferito consegnare ai libri di Storia“. Secondo la deputata del Pd, quella del governo Meloni “non è la scuola della nostra Costituzione“.